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Spettacolo Popolare, card. Baggio: un “universo straordinario”

Un “universo straordinario, ricchissimo di umanità e significato quello dello spettacolo popolare” fatto di “volti, nomi, famiglie, comunità. Persone che vivono in movimento, ma che ci ricordano che la vita, in fondo, è sempre un pellegrinaggio”. Lo ha detto il card. Fabio Baggio, sottosegretario del Dicastero per lo Sviluppo Umano Integrale della Santa Sede concludendo il seminario online “Lo spettacolo popolare, un mondo ambasciatore di gioia e speranza”, promosso dal Dicastero insieme alla Fondazione Migrantes, che si è svolto oggi.

Il porporato ha evidenziato che la Chiesa, con la pastorale dello spettacolo popolare, ha “scelto di camminare accanto a queste realtà. Una pastorale che entra nei tendoni, nelle roulotte, nelle piazze, e celebra la fede là dove la vita accade”. È una Chiesa “in uscita” ma già i Pontefici del passato hanno riconosciuto negli artisti popolari dei “seminatori di luce”, “testimoni della bellezza, portatori di speranza, a cui la Chiesa è chiamata non solo a parlare, ma soprattutto ad ascoltare”. L’arte popolare – ha detto il card. Baggio – “genera speranza. Pensiamo al circo sociale, che trasforma la marginalità in risorsa educativa, o al folklore che include, che insegna, che resiste. E anche la religiosità popolare, così ricca di simboli e ritualità, è una via concreta per trasformare il dolore in consolazione, l’assenza in presenza, la morte in speranza di vita. È un Vangelo vissuto, che non sempre ha bisogno di parole, ma che parla potente nei gesti”. Molte tradizioni popolari “rischiano oggi l’estinzione”, ma quello che “abbiamo ascoltato ci dice che c’è resistenza, c’è rigenerazione, c’è innovazione. Nel tempo della pandemia, molte comunità hanno trovato nel folklore digitale nuove vie per sentirsi unite. Oggi la sfida è quella di coinvolgere le nuove generazioni, anche con strumenti nuovi, ma senza perdere l’anima profonda di queste tradizioni: la memoria, l’identità, la spiritualità”. E la  pastorale dello spettacolo popolare è “una scuola di speranza”: lo è nella Scuola Itinerante, dove “una connessione internet diventa una porta verso il futuro. Lo è nei riti religiosi vissuti tra le giostre e i carri, dove la fede si fa compagna di viaggio. Lo è quando un prete celebra una Messa su un autoscontro o accompagna una cresima tra una tappa e l’altra della tournée. Tutto questo è vangelo incarnato”. Tre le sfide future indicate dal card. Baggio: custodire, innovare, includere i mondi popolari “laboratori naturali di inclusione, dove si incontrano generazioni, culture, abilità diverse. La Chiesa può imparare molto da queste dinamiche”.