“Entrambi, Pier Giorgio e Carlo, hanno coltivato l’amore per Dio e per i fratelli attraverso mezzi semplici, alla portata di tutti: la Santa Messa quotidiana, la preghiera, specialmente l’adorazione eucaristica”.
Così il Papa, ieri, nell’omelia della messa di canonizzazione presieduta in piazza San Pietro, ha definito i due nuovi santi, soffermandosi sui tratti che accomunano le loro biografie. “Carlo diceva: ‘Davanti al sole ci si abbronza. Davanti all’Eucaristia si diventa santi!’, e ancora: ‘La tristezza è lo sguardo rivolto verso sé stessi, la felicità è lo sguardo rivolto verso Dio. La conversione non è altro che spostare lo sguardo dal basso verso l’Alto, basta un semplice movimento degli occhi’. Un’altra cosa essenziale per loro era la Confessione frequente. Carlo ha scritto: ‘L’unica cosa che dobbiamo temere veramente è il peccato’; e si meravigliava perché – sono sempre parole sue – ‘gli uomini si preoccupano tanto della bellezza del proprio corpo e non si preoccupano della bellezza della propria anima’. Tutti e due, infine, avevano una grande devozione per i santi e per la Vergine Maria, e praticavano generosamente la carità. Pier Giorgio diceva: ‘Intorno ai poveri e agli ammalati io vedo una luce che noi non abbiamo’.
Chiamava la carità ‘il fondamento della nostra religione’ e, come Carlo, la esercitava soprattutto attraverso piccoli gesti concreti, spesso nascosti, vivendo quella che Papa Francesco ha chiamato la santità della porta accanto”. “Perfino quando la malattia li ha colpiti e ha stroncato le loro giovani vite, nemmeno questo li ha fermati e ha impedito loro di amare, di offrirsi a Dio, di benedirlo e di pregarlo per sé e per tutti”, ha sottolineato il Papa: “Un giorno Pier Giorgio disse: ‘Il giorno della morte sarà il più bel giorno della mia vita’; e sull’ultima foto, che lo ritrae mentre scala una montagna della Val di Lanzo, col volto rivolto alla meta, aveva scritto: ‘Verso l’alto’. Del resto, ancora più giovane, Carlo amava dire che il Cielo ci aspetta da sempre, e che amare il domani è dare oggi il meglio del nostro frutto”.