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Iran, “terrificante campagna di repressione” dopo le ostilità con Israele

Amnesty International e Human Rights Watch hanno lanciato un allarme congiunto sulla drammatica escalation repressiva in Iran, seguita alle ostilità di giugno con Israele. Le due organizzazioni per i diritti umani parlano di una “terrificante campagna di repressione” mascherata da misure di sicurezza nazionale, che ha portato all’arresto di oltre 20.000 persone dal 13 giugno 2025. Tra gli arrestati figurano dissidenti, giornalisti, attivisti, utenti dei social media, familiari di vittime delle proteste e cittadini stranieri. Particolarmente colpite le minoranze etniche – afgani, beluci, curdi – e religiose, tra cui baha’i, cristiani ed ebrei. “Le autorità di Teheran stanno intensificando la sorveglianza di massa, gli arresti indiscriminati e l’incitamento all’odio contro le minoranze”, ha dichiarato Sara Hashash, vicedirettrice regionale di Amnesty per il Medio Oriente e Nord Africa. Le forze di sicurezza sono accusate di aver ucciso civili ai posti di blocco, inclusa una bambina di tre anni. Almeno nove persone sono state giustiziate per reati politici o presunto spionaggio per Israele. È in corso l’approvazione di una legge che estenderebbe l’uso della pena di morte a reati vagamente definiti come “cooperazione con governi ostili”. Michael Page, vicedirettore di Hrw per la regione, ha parlato di una “catastrofe dei diritti umani incombente”, con le autorità iraniane che usano come capri espiatori le minoranze per un conflitto da cui erano estranee. Amnesty e Hrw chiedono “una moratoria immediata sulle esecuzioni, il rilascio di tutti i detenuti arbitrari, la protezione contro torture e sparizioni forzate, l’attivazione della giurisdizione universale da parte di altri Stati per perseguire i crimini internazionali commessi”.