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Ascoli, un altro prestigioso riconoscimento al Maestro orafo Gian Luca Staffolani con l’anello “Ordito di Adamo”

ASCOLI PICENO – È andato al Maestro orafo Gian Luca Staffolani di Ascoli Piceno il primo premio del Concorso Biennale Internazionale di Arte Orafa “Nicola da Guardiagrele” 2025.
L’artista ascolano, che ottiene il primo posto per la terza edizione consecutiva, ha vinto quest’anno con l’anello “Ordito di Adamo”, una rappresentazione della continua alternanza tra bene e male, tra luci ed ombre, che si dipana da Adamo fino ai nostri giorni in un continuo intreccio dell’essere umano tra materia e spirito.

L’intreccio era proprio il tema dell’edizione 2025, che Staffolani ha saputo molto ben interpretare, come riconosciuto anche dalla giuria durante la premiazione avvenuta Domenica 24 Agosto, alle ore 18:00, presso il Largo Pignatari a Guardiagrele, in Abruzzo. I cinque giurati, presieduti da Maria Isabella Pierigè, Funzionario Restauratore e Conservatore della Soprintendenza ABAP per le Province di Chieti e Pescara, hanno sottolineato dell’opera di Staffolani, oltre “alla qualità delle tecniche”, anche la “ricerca di effetti cromatici (la luce dell’oro e l’opaco dell’argento)”, un connubio evidentemente perfetto che è valso all’orafo del Piceno il massimo riconoscimento, ex aequo con il ciondolo “La Cala Lenta” di Mario Marroncelli e Simona Pili.

Grande la soddisfazione del Maestro Staffolani, il quale dichiara: “Questo concorso è inserito all’interno della Mostra dell’Artigianato Artistico Abruzzese, un appuntamento che si rinnova ormai da molti anni e che per quanto mi riguarda è imperdibile per chi vive di arte e bellezza. Quest’anno sono stato particolarmente contento di ricevere il primo premio, perché è stata presa in considerazione un’opera che non ha un valore economico notevole, quindi l’apprezzamento è stato soprattutto per il suo contenuto, per l’idea di mettere al centro l’uomo e la condizione umana. Lo stato di precarietà, che ha accompagnato l’uomo nei secoli, in questi ultimi decenni si è fatto talmente evidente da far nascere in ciascuno la necessità di cercare qualcosa, anzi Qualcuno, più alto del tangibile: quella luce che si irradia dall’intreccio che ho creato, è la Luce di Qualcuno che guida l’uomo verso sentieri di speranza e di salvezza”.

Staffolani è un habitué del prestigioso concorso abruzzese intitolato al grande orafo Nicola da Guardiagrele.
La sua prima partecipazione risale al 1999, quando vinse il bolognino d’argento con “Croce Pettorale, una croce vescovile che venne segnalata dall’Ente Mostra della Maiella e che ora appartiene a mons. Stefano Russo, di origini ascolane, già segretario Generale della Conferenza Episcopale Italiana (CEI) ed attualmente vescovo delle Chiese di Velletri – Segni e di Frascati.
Nel 2007 poi Staffolani vinse nuovamente la targa ed il bolognino d’argento con “La Sposa cristiana”, una collana nunziale, in cui era rappresentata una chiesa con il portale spalancato, un chiaro invito ad entrare nel mistero delle nozze tra Dio e l’umanità. Anche quest’opera ricevette anche la menzione speciale dall’Ente Mostra della Maiella.
Altri due riconoscimenti giunsero nel decennio successivo: anche nel 2013, infatti, il Maestro orafo ascolano si aggiudicò la targa e poi nel 2015 il bolognino d’argento.
Infine le ultime tre vittorie consecutive. Nel 2021 Staffolani ha vinto con un’opera che aveva per tema Gabriele d’Annunzio, un anello dal titolo “Il Principe di Montenevoso”.
Nel 2023, invece, ha ottenuto il primo premio con Donne in equilibrio”, un’opera in oro giallo ed ebano, che, attraverso l’equilibrio precario degli elementi posizionati sulla superficie dell’anello, ha saputo ben rappresentare la condizione di instabilità in cui si trova la donna moderna, che cerca di conciliare gli impegni di casa, lavoro e famiglia.
Ed eccoci giunti al 2025 con l’opera “Ordito di Adamo”, fresca di riconoscimento.

“È difficile scegliere tra le mie opere quale sia quella a cui sono più affezionato – dichiara Staffolani -, ma, se proprio dovessi citarne una, forse direi ‘Donne in equilibrio’, una creazione che ho realizzato all’inizio della mia ricerca e che due anni fa mi è valso il primo premio sempre al Concorso Internazionale di Guardiagrele. Ricordo che in una esposizione a Milano, molti anni fa, mi fu anche richiesto per la vendita, ma non accettai. Attualmente questo pezzo, insieme alle altre opere vincitrici, si trova al Museo di Guardiagrele”.

Diplomato all’Istituto Statale d’Arte Mengaroni – sezione Oreficeria di Pesaro, Staffolani ha proseguito i suoi studi all’Accademia di Belle Arti di Macerata, nella sezione di Scultura. Dopo aver frequentato la Scuola di eccellenza artistica del TAM (Trattamento Artistico dei Metalli) a Pietrarubbia, diretta dallo scultore Arnaldo Pomodoro, ha collaborato a Pesaro con lo Studio di Gioielleria contemporanea più importante delle Marche, quello diretto dal prof. Claudio Mariani, le cui opere sono presenti anche al Museo degli Argenti a Firenze. Tornato nella sua terra natale, Staffolani ha proseguito la sua formazione professionale, alternandosi tra scultura ed oreficeria in vari laboratori della provincia picena. Da qui in poi una serie di esperienze professionali di altissimo livello.

“Ricordo con molto piacere i miei esordi – afferma Staffolani –, perché fin dall’inizio ho avuto la possibilità di cimentarmi con professionisti ed artisti di riconosciuta fama e grande talento. Nel 1994 ho lavorato nel prestigioso laboratorio di Vinicio Antonelli, detentore del primo punzone della Provincia (San Benedetto del Tronto). Dal 1996 al 1998, poi, sono stato prima allievo e poi assistente dell’orafo e scultore dei Musei Vaticani, Giovanni Contri. Nel 2001, dopo aver maturato numerose esperienze, ho aperto il mio studio di scultura ed oreficeria”.

Negli anni numerose sono state le partecipazioni del Maestro Staffolani a concorsi, mostre e rassegne. Tra tutte, citiamo le tre più importanti.

Risale al 2009 la partecipazione, a Lucca, al seminario tenuto dall’artista Stefano Marchetti, presso la Scuola di Arti Orafe, diretta da Giò Carbone.

Nel 2018, invece, è arrivato il riconoscimento internazionale più rilevante finora ottenuto da Staffolani: il secondo posto al Premio Fondazione Cominelli per il Gioiello Contemporaneo, con l’opera “Ora del Garda”, una spilla in plexiglass, nylon, plastica ed argento, le cui linee sinuose hanno voluto rappresentare il momento in cui la brezza leggerissima che si alza dal Garda increspa il lago nelle prime ore del crepuscolo. “A rendere ancora più prestigiosa la vittoria – spiega il Maestro orafo – è stata la presenza, nella commissione giudicatrice, di Helen Williams Drutt, nota collezionista e gallerista, l’esperta del gioiello sperimentale contemporaneo più importante del mondo, la prima artista in assoluto che a New York a fine Anni Cinquanta ha ottenuto di poter esporre le sue opere in un museo. Essere giudicato da lei è stato un onore! E l’aver partecipato con artisti provenienti da ogni parte del mondo, ha reso quel riconoscimento ancora più bello ed apprezzabile ai miei occhi”.

Risale infine al 2023 la partecipazione alla “Venice Design Week”. Ormai conosciuto per la sua qualità a livello nazionale ed internazionale, l’artista ascolano è stato selezionato per esporre le sue creazioni al festival veneziano dedicato al design, che dal 2010 ad oggi è un’imperdibile vetrina per designer affermati ed emergenti, per aziende di respiro internazionale, per artigiani ed architetti ed è anche luogo di dialogo per un pubblico curioso ed appassionato. Due le opere con cui Staffolani è stato presente: due spille realizzate in plexiglass, nylon ed argento, estremamente raffinate e contemporanee.

Sebbene molti riconoscimenti, dunque, siano arrivati anche per opere diverse, il mondo dell’arte sacra resta comunque per il Maestro orafo ascolano il suo punto di riferimento. Grazie alla sua formazione e alla sua personale fede, Staffolani è un artista che ha saputo creare un ponte tra il suo universo creativo e il mondo dell’arte sacra, un ambito che ha sempre rappresentato per lui una profonda ispirazione. Attraverso la sua poliedricità artistica, infatti, Staffolani ha realizzato numerose opere per istituzioni religiose.

“Una mia opera – dichiara l’artista – è presente nel Museo della Santa Casa di Loreto. Si tratta di una corona del Rosario, in argento smaltato di rosa a gran fuoco, che sulla croce, al posto di Cristo, presenta un chicco di grano in oro, un chiaro rimando alla pagina evangelica del chicco di grano che, quando muore, produce molto frutto.
Altre mie creazioni orafe e sculture sono di proprietà di sacerdoti e vescovi.
Mons. Giovanni D’Ercole, ad esempio, possiede, tra le altre, due sculture realizzata da me, che sono particolarmente significative: una, in bronzo ed argento, rappresenta il nostro amato patrono Sant’Emidio; l’altra, invece, è un gruppo scultoreo, ‘Il Gruppo dei Sette’, che  rappresenta sette pesci in bronzo dorato, i quali, secondo le mie intenzioni, sono un richiamo ai sette diaconi scelti dalla prima comunità cristiana di Gerusalemme, come riportato negli Atti degli Apostoli: Stefano, Filippo, Pròcoro, Nicànore, Timòne, Parmenàs e Nicola di Antiochia.
Anche il pastorale di mons. Gianpiero Pamieri, vicepresidente della CEI ed attuale vescovo delle nostre Diocesi del Piceno, è opera mia. Su quel bastone sacro ho voluto unire artisticamente le città di Ascoli Piceno e San Benedetto del Tronto, rappresentando i due Santi Patroni, Sant’Emidio e San Benedetto, uniti in un abbraccio a protezione delle due comunità. Mi piaceva l’idea che le due Diocesi, unite in persona Episcopi, potessero finalmente sanare alcune rivalità – come quella calcistica, ma anche altre più profonde – ed unirsi spiritualmente in quella Chiesa universale che abbraccia tutti i popoli di tutte le nazioni, da Oriente ad Occidente”.

“Il sacro mi affascina molto – conclude Staffolani –, perché mi rendo conto della nostra finitezza e mi sento in obbligo, come artista ma prima ancora come uomo, di ricordare a questa società – che purtroppo lo ha dimenticato – che ogni persona, ogni animale, ogni parte del Creato, anche ogni pietra, ha la sua sacralità. Vorrei sottolineare, con il mio lavoro e con la mia vita, che al centro di ogni nostro agire debba esserci questa sacralità. Una sacralità che va anche oltre un nome. Io ho avuto la grazia di imbattermi in Cristo e per questo al centro del mio cuore c’è l’idea cristologica. Di questo sono molto grato, però credo che anche un buddista, un musulmano o anche semplicemente un uomo immerso nello spirito e nella ricerca di se stesso, possano percorrere la via della spiritualità. Papa Francesco ci ha lasciato una bella eredità, quella di essere fratelli tutti, quindi di tenerci per mano tutti. Così siamo chiamati a fare tra popoli, ma anche tra i vari gruppi ecclesiali all’interno delle comunità parrocchiali o diocesane. L’obiettivo comune è riportare l’uomo in quell’angolo di Cielo da cui è caduto“.

Questa sacralità di cui parla l’artista trasuda da tutta la sua produzione, sia quella che rientra nell’ambito più ristretto dell’arte orafa, sia quella che appartiene al mondo della scultura in senso più ampio. Le opere di Staffolani non fanno fermare lo spettatore alla semplice iconografia, bensì lo invitano a comprenderne il messaggio più profondo, stimolando una riflessione più attenta, più compiuta, più intrisa di fede.
Il suo talento, unito alla sua capacità di interpretare temi religiosi con sensibilità e maestria, attraverso un linguaggio artistico che è al tempo stesso moderno e radicato nella tradizione, fa di Staffolani un artista autorevole, che riesce a mantenere vivo il legame tra l’arte e la fede, che riesce a dare risposte di senso alla sete di spiritualità che investe ogni animo umano.

Ordito di Abramo
Croce pettorale
La sposa cristiana
Il principe di Montenevoso
Donne in equilibrio