Nella sede del Consiglio episcopale latinoamericano e caraibico (Celam), a Bogotá, si è aperto ieri il primo Incontro dei Vescovi dell’Amazzonia, con la partecipazione di vescovi, cardinali, religiosi, religiose, laici e rappresentanti delle popolazioni indigene. L’apertura è stata un mosaico di appelli alla sinodalità, alla cura dei popoli e della casa comune.
Il presidente della Conferenza ecclesiale amazzonica (Ceama), il cardinale Pedro Barreto, arcivescovo emerito di Huancayo (Perù) ha dato il benvenuto a nome della presidenza: “Siamo chiamati a trasformare i segni dei tempi in segni di speranza. Siamo pellegrini di speranza in Amazzonia”.
Il vicepresidente della Ceama, don Zenildo Lima, vescovo ausiliare di Manaus, ha incoraggiato i vescovi a vivere questo incontro come fraternità in Cristo: “Siamo stati chiamati a un’esperienza di incontro tra noi per rafforzare la nostra amicizia in Gesù”.
Successivamente, il cardinale Leonardo Steiner, arcivescovo di Manaus, ha affermato che, pur non avendo partecipato al Sinodo Amazzonico, si è sentito parte del processo: “Una Chiesa che ascolta le comunità, i laici e la vita religiosa è quella che sogniamo”.
Il prefetto del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo umano integrale, cardinale Michael Czerny, ha affermato che la nascita della Ceama “è stata un vero miracolo”, ricordando che il suo carattere ecclesiale significa che vi partecipano non solo i vescovi, ma anche “laici, religiosi, popoli originari ed esperti». Ha aggiunto che la sfida è quella di essere «realmente e costituzionalmente episcopale e sinodale”.
Subito dopo, il segretario generale del Celam, monsignor Lizardo Estrada, ha dato il benvenuto a nome dell’organismo continentale ai suoi confratelli vescovi. E ha espresso il desiderio di “vivere questi giorni come un’esperienza di conversione, collegialità e sinodalità”.
