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Roccafluvione, riaperta la chiesa Santa Maria delle Scalelle

di Chiara Di Buò

ROCCAFLUVIONE – Una comunità è rientrata nella sua Casa, situata in un paradiso naturale, con il cuore aperto all’invito del Vescovo Palmieri ad essere generatrice di fede in ogni cuore.

Venerdì 15 Agosto 2025, la piccola comunità dell’omonima frazione di Roccafluvione, ha festeggiato la riapertura della chiesa Santa Maria delle Scalelle, alla presenza di numerose autorità religiose e civili, a partire da mons. Gianpiero Palmieri, vescovo delle Diocesi del Piceno, e da Emiliano Sciamanna, sindaco della città.

Alle ore 11:00 le porte dell’edificio sacro si sono spalancate per la Santa Messa, che è stata presieduta dal vescovo Palmieri e concelebrata dal parroco don Rodolfo De Santis. Presente anche il diacono Luca Antonini.

I fedeli sono entrati lentamente nell’aula unica della chiesa con un mormorio festoso che ha spezzato il lungo silenzio custodito nella navata. La Celebrazione, all’inizio, ha visto una comunità un po’ timida, tanto che il canto d’ingresso stentava a partire, quasi a riflettere gli anni di lontananza. È bastato poco, però, perché le voci, dapprima esitanti, si unissero in un coro sempre più intenso e carico di emozione, restituendo vita e calore alla chiesa appena riaperta.

“Non è infrequente trovare nelle chiese del nostro territorio affreschi o quadri di pittori importanti, anche se a me commuove sempre trovare affreschi di pittura popolare, di non particolare pregio artistico, ma di grande testimonianza di fede. Non è infrequente, in queste raffigurazioni popolari, qualche invenzione artistica un po’ originale che testimonia la fede del popolo. Santa Maria di Scalelle è accompagnata dall’immagine, che non è antica ma tradizionale, di Maria che sulle ginocchia ha il bambino in una posizione delicata: non tocca il bambino con le mani, ma è come se lo contemplasse” — ha aperto così la sua omelia il Vescovo Gianpiero.

La contemplazione del Mistero di Dio al centro, in quella chiesa, non ci stupisce, figlia di un luogo con una vista a 360 gradi sui Monti Sibillini e sui Monti della Laga, fino ad arrivare al mare nelle giornate limpide. Chissà quante volte chi ha pensato e realizzato quella statua si sia soffermato a contemplare il Creato come opera di Dio! Il vescovo Gianpiero, riportando tutti alla realtà dei nostri giorni, ha collegato la bellissima immagine di Maria alla prima lettura tratta dal libro dell’Apocalisse, aiutando la comunità a scioglierne il mistero dei simboli. Ha parlato della comunità cristiana che ogni giorno, in ogni cuore, soprattutto nel cuore delle nuove generazioni, è chiamata a partorire Cristo. Una comunità che sa che ogni giorno c’è il drago rosso che vuole distruggere il Bambino, con l’aiuto delle altre due bestie al suo servizio: il potere politico e il potere spirituale, quando è asservito al potere politico e non alla Parola. Una comunità cristiana che sa che nessuno può vincere la fede. Per dare concretezza a queste sue parole, il Vescovo ha parlato della Chiesa del Giappone, andata avanti per due secoli e mezzo senza preti, e dei paesi dove si teorizzava l’ateismo di Stato.

Mons. Palmieri è poi passato a parlare di Maria, Madre di Dio, commentando il Vangelo della solennità dell’Assunzione. Il Vangelo ci racconta di come Dio entri nella storia degli uomini, lontano dal potere: Dio fa la storia del mondo attraverso i piccoli, gli umili e i poveri. È da questa consapevolezza che Maria ed Elisabetta cantano e ballano il Magnificat: loro sono due donne umilissime, ma Dio è con loro. E ha detto il vescovo Gianpiero: “Per questo è tanto bello stare qua, perché questo luogo è il segno della fede di un popolo di umili che sente il bisogno di esprimere la propria fede, perché sente Dio vicino, perché sente la presenza di Maria, perché sente di essere chiamato a partorire Cristo nel mondo, a comunicare la fede ai figli, a cercare di costruire rapporti positivi (…): è questa fede che noi oggi celebriamo”.

Il Vescovo ha infine chiuso la sua omelia, ricordando all’assemblea di essere quel popolo che prega e cerca la pace e che continua a partorire Cristo nei cuori di tutto il mondo.

Per riaprire ufficialmente al culto la chiesa, il parroco don Rodolfo ha benedetto ed incensato nuovamente l’altare e l’assemblea. Alla fine della Celebrazione Eucaristica,  terminata nel silenzio e nella contemplazione generale, hanno preso la parola tutti coloro che in questi anni di chiusura si sono spesi per ricostruire questa chiesa e riaprirla.

Il primo a parlare è stato il sindaco di Roccafluvione, che ha ringraziato il Vescovo, la Diocesi e tutti  coloro che hanno permesso di riaprire la chiesa, ricordandone l’origine farfense e il suo ruolo di chiesa-fortezza e sottolineando come essa possa essere tuttora fortezza delle tradizioni del Comune di Roccafluvione.

A seguire, ha preso la parola l’assessore regionale Andrea Maria Antonini, che ha parlato di come questi luoghi facciano da ponte tra le generazioni e favoriscano la coesione sociale.

L’architetto Simona Massari, poi, ha illustrato gli interventi effettuati, sottolineando il grande ed ottimo lavoro fatto dalla restauratrice Rossana Allevi, che ha permesso di far emergere gli affreschi originali.

L’architetto Ida Bruni ha descritto nello specifico gli interventi effettuati per garantire solidità alla struttura,  raccontando di come sia riuscita ad alzare la statua della Madonna dietro l’altare (la stessa di cui il Vescovo ha parlato nella sua omelia), permettendole di avere un pregio maggiore e facendo risaltare anche l’affresco alle sue spalle.

Ultimo a parlare è stato il titolare della ditta Luzi, che ha eseguito materialmente i lavori e che ha ricevuto sinceri complimenti da tutti. Anche lui ha parlato dei lavori eseguiti per restituire alla chiesa la sua bellezza originale. Ha elogiato l’ottimo lavoro svolto dalla restauratrice Rossana Allevi. Luzi ha anche specificato che la bellissima statua della Madonna, che siede sopra l’altare, è una copia, dato che l’originale è stata trafugata.

Nel pomeriggio, la comunità ha proseguito i festeggiamenti con una Celebrazione Eucaristica presieduta dal parroco don Rodolfo De Santis, a cui è seguita la tradizionale processione per le vie del paese.