È dedicato alle persone senza dimora e a quelle che vivono con disagio mentale il documento della Conferenza Episcopale Australiana, intitolato “Segni di speranza ai margini”, presentato a Canberra.
Il testo propone un’analisi sociale e pastorale del fenomeno, raccoglie storie di sofferenza e isolamento, ma anche testimonianze di riscatto e sostegno. Numeri, cause e difficoltà dei servizi dedicati ai senzatetto si intrecciano con spunti evangelici e riflessioni sul ruolo della comunità cristiana.
“Si tratta di storie vere, spesso dure, ma in cui l’incontro umano può ancora fare la differenza”, ha spiegato mons. Tim Harris, presidente della Commissione Episcopale per la Giustizia Sociale, intervenendo alla presentazione del documento.
Il presule ha ricordato la scultura del “Gesù senzatetto” installata nel giardino della sua cattedrale a Townsville come segno permanente di accoglienza e memoria. “Quando mettiamo la fede in Cristo e ci fidiamo di Lui – ha affermato – non affondiamo, anche quando il servizio ci appare faticoso. È solo così che l’amore di Dio diventa concreto”.
Richiamando il passo evangelico della moltiplicazione dei pani, Harris ha aggiunto: “Gesù ha posto le necessità degli altri prima delle proprie. È il cuore del messaggio cristiano”. L’invito è a non ignorare chi vive ai margini: “Leggere questo documento non basta. Siamo chiamati a uscire dalla nostra barca per offrire speranza e dignità a chi soffre”.
