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Diocesi, inaugurata la mostra “Immagini di Maternità. La Bellezza della vita che nasce”

ASCOLI PICENO – È stata inaugurata ieri, Lunedì 11 Agosto 2025, alle 18:00, ad Ascoli Piceno, presso il Museo diocesano, la mostra “Immagini di Maternità. La Bellezza della vita che nasce”. 
Promossa dalla Conferenza Episcopale Marchigiana e dalla Regione Marche, l’iniziativa intende offrire ai visitatori uno spaccato culturale capace di unire l’esperienza del sacro con le radici profonde della religiosità popolare.

Per la prima volta, grazie a questo progetto, tredici musei diocesani delle Marche uniscono le proprie forze, mettendo in rete opere d’arte e reperti che costituiscono un patrimonio di grande valore. Ogni istituto contribuisce con creazioni che sono «espressione di artisti capaci di dare vita a opere scultoree e pittoriche straordinarie».

All’apertura è intervenuto il vescovo Gianpiero Palmieri, che ha ricordato come le opere esposte non siano soltanto testimonianze di bellezza e cultura, ma anche riflessi di una fede viva e radicata nel popolo marchigiano.

Il Museo Diocesano di Ascoli Piceno ha declinato il tema della Mostra giubilare, riflettendo su come il concetto di maternità nel mondo contemporaneo abbia smarrito la centralità esistenziale e sociologica che aveva sino alla prima metà del secolo scorso. La riflessione sul tema scelto per l’esposizione, ad Ascoli si è intrecciata con il mondo contemporaneo. Il direttore del Museo diocesano, Marco Lattanzi, quindi, ha spiegato come nella società attuale il concetto di maternità sia relegato in uno spazio frammentario, ritagliato in contesti delimitati dalle molte esigenze, scadenze, impegni che la quotidianità impone in un divenire fluido dove l’individuo non può o non vuole misurarsi con l’impegno genitoriale.

Una Maternità dunque “in frammenti”.
Eppure questi frammenti, se presentati e proposti al mondo d’oggi, mantengono la bellezza, la profondità e il respiro di un progetto più vasto che tuttora fa capire come la scelta esistenziale della maternità dischiude orizzonti nuovi e inaspettati.

E allora, quale rappresentazione potrebbe esprimere meglio l’atto generativo, nella sua frammentarietà, ma al contempo nella sua bellezza? Per dare corpo a questo tema sono stati scelti volutamente documenti figurativi parziali: tre opere che, pur se incomplete, conservano intatta la loro forza espressiva, come ha sottolineato lo stesso Lattanzi. Opere smembrate e sezionate nel corso dei secoli, che hanno perso per questi eventi la loro antica e nobile unitarietà, ma che tuttora, in questa spoliazione di significato, ancora rilanciano il loro messaggio assoluto di legittimità nel porsi come esempio paradigmatico di un divenire che appartiene all’umanità.
Quindi opere frammentarie custodite nel Museo Diocesano di Ascoli Piceno che rispecchiano, nel presentare una maternità mutilata, il valore assoluto del messaggio divino.

Le opere in mostra sono: “Madonna col Bambino in trono fra San Giuliano e San Sebastiano”, una tempera su tavola  di Pietro Alemanno“Madonna in trono col Bambino”, una tempera su tela di Carlo Crivelli; “Pietà”, una scultura attribuita a Saturnino Gatti.

La mostra resterà aperta al Museo diocesano di Ascoli Piceno fino al 30 Novembre 2025, con orario di visita dal Martedì alla Domenica, dalle ore 10.30 alle ore 12.30 e dalle ore 15.30 alle ore 18.30. Fuori dagli orari di apertura è possibile visitare la mostra su prenotazione.