
(Strasburgo) “Nessuno può dimenticare i mezzi militari che uscivano da Bergamo, con le salme di migliaia di persone decedute a causa del Covid. Stavamo vivendo giorni nei quali sembrava impossibile uscire dal tunnel della pandemia”. Ha ricordato la tragedia dei giorni più bui del 2020, in Italia, la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, intervenendo sulla mozione di censura presentata da una settantina di parlamentari europei nei confronti dell’organo di governo dell’Unione. L’argomento era al secondo punto all’ordine del giorno della plenaria in corso a Strasburgo, dal pomeriggio di lunedì 7 luglio, che si è aperta con il ricordo del massacro di 8mila musulmani a Srebrenica, 30 anni fa.
A presentare il contenuto del documento di sfiducia nei confronti di Von der Leyen, che sarà votato giovedì 10 luglio, è stato il primo firmatario e proponente, Georghe Piperea, deputato del gruppo dei Conservatori e riformisti europei. La censura è stata richiesta per il cosiddetto “Pfizergate”, relativo alla modalità con cui, nel 2021, la Commissione europea giunse a procurarsi quasi 1,8 miliardi di dosi di vaccino per contrastare la pandemia da Covid. Alcune inchieste hanno messo in evidenza che la presidente gestì in prima persona i negoziati, attraverso telefonate ed sms che non sono mai stati resi pubblici. Piperea ha più volte evidenziato la necessità di avere istituzioni europee oneste, trasparenti, nel rispetto dei ruoli di ciascun ente, norme che, secondo i proponenti la sfiducia, nella gestione dei vaccini – e non solo – non sono state rispettate.
- (Photo European Parliament)
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Nella sua risposta la presidente ha ricordato che “ognuno dei 27 Stati membri ha avuto la possibilità di leggere e valutare quei contratti”: ciascuno, infatti, ha firmato per l’acquisto solo dopo aver studiato le carte, nella libertà delle proprie esigenze e volontà “e chi afferma il contrario dice una bugia”, è stata la sottolineatura di Von der Leyen. Il clima, nell’emiciclo di Strasburgo, è stato a tratti vivace, tanto che la presidente del Parlamento, Roberta Metsola, è intervenuta per chiedere silenzio e rispetto della relatrice. La risposta di Von der Leyen è stata l’occasione per ricordare gli 800 milioni di investimenti del piano “Next Generation Eu”: “Dovremmo essere orgogliosi di questa nostra storia”. Non sono mancati i passaggi critici nei confronti delle posizioni degli estremismi che “stanno inondando di disinformazione le nostre società” o della propaganda filorussa.
La presidente ha quindi passato in rassegna le sfide che attendono l’Europa: difesa e sicurezza, obiettivi climatici, investimenti economici, tutela di terre e mari, istruzione, politiche abitative. E ancora: la difesa dell’Ucraina, la guerra in Medio Oriente, la partita dei dazi con gli Stati Uniti e il confronto con la Cina. Guardando ai filo-europeisti seduti in Parlamento, Ursula von der Leyen ha osservato che “non sempre siamo d’accordo, ma dobbiamo lavorare per tutti i cittadini europei, insieme. L’Europa deve dimostrare la sua forza grazie a unità e coesione. Lunghissima vita all’Europa”. Dopo il suo intervento si sono alternati i rappresentanti dei diversi gruppi parlamentari. Al termine Von der Leyen ha rinunciato alla replica, avendo già esposto il pensiero della Commissione nell’intervento iniziale.

