L’estate è arrivata, portando con sé giornate calde e lunghe e un’atmosfera di spensieratezza, che invita giovani e meno giovani a godersi appieno questa stagione.
Per tanti ragazzi, questa è un’opportunità unica di usufruire di momenti di libertà e di socialità, lontani da impegni scolastici.
Tra le tante opportunità di trascorrere il tempo in modo costruttivo, l’oratorio si presenta come un punto di riferimento ottimo, offrendo spazi di confronto, divertimento e crescita personale. Un’occasione per stringere nuove amicizie, partecipare ad attività stimolanti e vivere un’estate all’insegna della solidarietà e della condivisione.
L’oratorio ha origini remote, ma la sua forma moderna si sviluppò nel XVII secolo grazie all’iniziativa di don Giovanni Bosco, che mise le mani sulla Pastorale cattolica, cambiandola in azioni di vita concreta. Giovanni Bosco fece degli oratori un luogo educativo e di crescita spirituale, per i giovani. Lo scopo principale degli oratori era infatti quello di aiutare i ragazzi, spesso provenienti da contesti difficili, a vivere l’infanzia e l’adolescenza in modo positivo e costruttivo, promuovendo valori come la solidarietà e il rispetto reciproco, oltre la fede.
Giovanni Bosco si può chiamare il precursore degli “pari opportunità”, perché è proprio quello che ha desiderato più di ogni altra cosa: dare possibilità educative e formative a ragazzi sprovvisti.
Oggi, l’oratorio continua ad essere un punto di riferimento per molti, ma ha perso un po’ di interesse tra i giovani a causa dei cambiamenti sociali, delle nuove tecnologie e delle varie forme di socialità alternative. Attualmente, i giovani trovano spesso spazi di aggregazione anche in centri sportivi, associazioni culturali, social network e altre piattaforme digitali, che offrono occasioni di incontro e di svago, a volte più accessibili e attraenti rispetto ai tradizionali oratori. Tuttavia, queste nuove modalità di socializzazione portano con sé anche sfide legate alla superficialità, alla mancanza di confronto diretto e alla perdita di un senso di comunità e di solidarietà.
Cosa si può fare per riportare all’attenzione dei giovani gli oratori?
Per attirare i giovani negli oratori, le chiese e i sacerdoti dovrebbero adottare un approccio più aperto e innovativo, ascoltando le esigenze e i desideri dei ragazzi, valorizzando le loro idee e coinvolgendoli in attività moderne e stimolanti.
È importante investire in iniziative che combinino spiritualità, sport, cultura e tecnologia, creando un’offerta più attrattiva e vicina alle realtà giovanili.
La Chiesa e le sue strutture devono essere disposte a cambiare ottica, innovarsi e adattarsi ai tempi, senza perdere di vista i valori fondamentali, per rimanere un punto di riferimento vivo e rilevante nella vita dei giovani.