
Secondo il Papa, è questa una delle sfide educative da affrontare con i giovani. Lo ha sottolineato nel discorso rivolto ai Fratelli delle scuole cristiane, ricevuti oggi in udienza, ringraziati per “l’attenzione che ponete, nelle vostre scuole, alla formazione dei docenti e alla realizzazione di comunità educanti in cui lo sforzo didattico è arricchito dall’apporto di tutti”. “Vi incoraggio a continuare su questa strada”, l’invito di Leone XIV, che ha elogiato anche un altro aspetto importante della realtà lasalliana: “La docenza vissuta come ministero e missione, come consacrazione nella Chiesa”. “San Giovanni Battista de La Salle non ha voluto che fra i maestri delle scuole cristiane ci fossero sacerdoti, ma solo ‘fratelli’, perché ogni vostro sforzo fosse indirizzato, con l’aiuto di Dio, all’educazione degli alunni – ha ricordato il Pontefice -. Amava dire: ‘Il vostro altare è la cattedra’, promuovendo così nella Chiesa del suo tempo una realtà fino ad allora sconosciuta: quella di insegnanti e catechisti laici investiti, nella comunità, di un vero e proprio ‘ministero’, secondo il principio di evangelizzare educando e di educare evangelizzando”. “Così il carisma della scuola, che voi abbracciate con il quarto voto di insegnamento, oltre che un servizio alla società e una preziosa opera di carità, appare ancora oggi come una delle esplicitazioni più belle ed eloquenti di quel munus sacerdotale, profetico e regale che tutti abbiamo ricevuto nel Battesimo, come sottolineano i documenti del Concilio Vaticano II”, ha commentato il Papa, secondo il quale “nelle vostre realtà educative, così, i religiosi rendono profeticamente visibile, attraverso la loro consacrazione, la ministerialità battesimale che sprona tutti, ciascuno secondo il suo stato e i suoi compiti, senza differenze, a contribuire come membra vive all’incremento della Chiesa e alla sua santificazione permanente”. “Mi auguro che le vocazioni alla consacrazione religiosa lasalliana crescano, che siano incoraggiate e promosse, nelle vostre scuole e fuori di esse, e che, in sinergia con tutte le altre componenti formative, contribuiscano a suscitare tra i giovani che le frequentano gioiosi e fecondi cammini di santità”, l’auspicio finale: “Grazie per ciò che fate!”.