Gli attori politici del Venezuela “dovrebbero mettere il popolo al primo posto, al di là dei propri interessi; al di là degli interessi di parte c’è il bene, la salute e il futuro del nostro popolo”.
Lo afferma, in un’intervista rilasciata a Unión Radio Medios, mons. Jesús González de Zárate, presidente della Conferenza episcopale venezuelana e vescovo di Cumaná.
La pace è un desiderio diffuso tra i venezuelani e che questa sarà possibile solo con risposte efficaci ai bisogni primari come cibo, salute e istruzione. “Il popolo vuole vivere in un clima di convivenza civile che permetta di soddisfare questi bisogni immediati”, ha sottolineato l’arcivescovo, aggiungendo che nelle visite pastorali che effettua insieme ad altri vescovi, questo grido è evidente e ricorrente. La crisi umanitaria in Venezuela si riflette in cifre allarmanti, come i cinque milioni di persone che soffrono la fame: “Per un genitore che non può nutrire i propri figli, la vita è piena di tensioni e di domande.
Questo gli impedisce di dire che ha una vita dignitosa”, ha aggiunto il presidente dell’episcopato, che ha anche menzionato la precarietà dei servizi pubblici, la crisi del sistema sanitario e gli effetti sull’istruzione, oltre che l’emergenza migratori: milioni di venezuelani hanno lasciato e continuano a lasciare il loro Paese.
“Non possiamo lasciare che il male abbia la prima e l’ultima parola, ma che ce l’abbia il bene”, esorta il vescovo, alla luce dell’anno giubilare.