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Il Vescovo Palmieri ai catechisti: “Stiamo vicino ai ragazzi. Il diavolo si insinua nella mente dei giovani, cercando di convincerli che la loro vita non ha senso”

MONTEPRANDONE – Giovedì 30 gennaio, presso la sala “Giovanni Paolo II” della parrocchia Sacro Cuore in Centobuchi di Monteprandone, il vescovo delle Diocesi di Ascoli Piceno e San Benedetto del Tronto – Ripatransone – Montalto, Mons. Gianpiero Palmieri, ha incontrato gli educatori dei ragazzi che si stanno preparando a ricevere il Sacramento della Confermazione.

Numerosi catechisti delle parrocchie si sono riuniti a Centobuchi per ascoltare le parole del presule, che ha offerto preziosi consigli e incoraggiamenti affinché ogni educatore possa trasmettere ai ragazzi la gioia e la speranza della fede nel Signore.

Il Vescovo ha posto l’attenzione su alcuni aspetti fondamentali, soffermandosi sull’azione dello Spirito Santo e sull’importanza che i cresimandi conoscano il Rito della Confermazione: “Come catechisti li accompagnate in un percorso di fede, educativo e catechetico che tocca tutta la loro vita. Si trovano in un’età complessa, quella dell’adolescenza, un periodo delicato ma anche straordinario. Spesso i ragazzi non conoscono il Rito, i gesti più significativi della Liturgia, né lo Spirito Santo. Non sanno che ogni essere umano, fin dalla nascita, è “abitato” da Lui. Lo stesso Spirito viene poi ricevuto molte volte nella vita: con il Battesimo, la Cresima, la Comunione e altre esperienze sacramentali. Egli parla alla nostra coscienza e non ci abbandona mai”.

Il vescovo ha poi affrontato le difficoltà che oggi colpiscono i giovani e, spesso, anche gli adulti, compresi i loro genitori: “Ogni bambino che nasce è figlio di Dio, pensato e voluto dal Signore. Purtroppo, il diavolo si insinua nella mente delle persone, anche dei giovani, cercando di convincerli che la loro vita non ha senso, che non raggiungeranno mai la felicità e che i fallimenti li condanneranno all’insuccesso.

Ma è proprio qui che interviene lo Spirito Santo, parlando a ciascuno di noi e rassicurandoci: Dio ci ha voluti, non siamo al mondo per caso, ma per una volontà divina. Lui ci ama anche quando ci sentiamo soli e incompresi. Le voci negative e scoraggianti arrivano sia dall’interno che dall’esterno, perfino da alcune canzoni. Voi, come educatori, avete il compito di aiutare i ragazzi a comprendere che il Signore li amerà sempre e avrà misericordia di loro, nonostante gli errori e i peccati. Sapete come si dice peccato in greco? Hamartía, che significa “sbagliare il bersaglio”. Molti ragazzi si scoraggiano davanti a una serie di insuccessi, ed è lì che Satana può insinuarsi profondamente, portandoli talvolta a compiere gesti estremi”.

Infine, Mons. Palmieri ha concluso il suo intervento soffermandosi sul significato delle parole re, profeta e sacerdote: “Il Crisma, l’olio che riceviamo nel Battesimo e nella Cresima, ci rende re, profeti e sacerdoti. Sul sacerdozio, però, bisogna distinguere tra quello ministeriale e quello battesimale. Siamo re perché chiamati a trasformare la nostra vita e quella degli altri sotto l’azione dello Spirito Santo; profeti perché capaci di ascoltare la Parola di Dio e trasmetterla agli altri; sacerdoti perché chiamati a donare la nostra vita per amore, così come ha fatto Cristo sulla croce”.

Dopo l’intervento del vescovo, gli educatori hanno avuto l’opportunità di riflettere e condividere domande e considerazioni con il resto dell’assemblea.