DIOCESI – «In Osea si parla di amore. Un amore tormentato, infedele, passionale, straziante e che, riferito a Dio che sceglie di identificarsi in Osea e nella sua vicenda, diventa uno spaccato impressionante sull’identità del Dio di Israele. Sì: Dio ama l’umanità anche (e quando) non viene corrisposto». Così Paolo Curtaz nella sua Prefazione al libro La vocazione indecente, l’ultimo libro di Don Dino Pirri pubblicato da Edizioni San Paolo e che è arrivato in libreria oggi, 21 gennaio.
Un titolo forte e un contenuto altrettanto incisivo: il testo offre una rilettura attuale e appassionata del libro del profeta Osea, intrecciando le sue vicende con la crisi della Chiesa contemporanea.
Al centro del libro, l’amore di Dio, descritto con tinte crude e drammatiche: un amore che non si sottrae al tradimento, ma anzi si immerge in esso, proprio come Osea, chiamato da Dio a sposare una prostituta, immagine dell’Israele che si è allontanato da Dio e, dice don Dino, immagine di una Chiesa che rischia di morire proprio perché il suo respiro si è fatto distante dal richiamo del Vangelo: «Immagino tutti i figli della Chiesa, chiamati in giudizio da Dio. Non nel riserbo di un tribunale ecclesiastico, a porte chiuse, ma in diretta streaming. Davanti a tutto il mondo. I capi di accusa sono tre: la mancanza di affidabilità, la mancanza di compassione e la mancanza di “conoscenza di Dio”».
Ma la speranza non manca: come per l’Israele di Osea, la salvezza passa attraverso la conversione e un ritorno al deserto, luogo dove Dio parla “cuore a cuore”.
Don Dino invita i lettori a una riflessione profonda: siamo davvero disposti a tornare a Dio per essere nuovamente chiamati “Suo popolo”?
La vocazione indecente è un testo che promette di scuotere coscienze, offrendo una lettura audace della fede e del nostro tempo.
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