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Parrocchia Sant’Antonio, musical “La promessa che cambia il destino”, Padre Massimo Massimi: “Rimarrete sorpresi dal tema e dalla qualità del nostro spettacolo!”

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Andrà in scena Domenica 20 Ottobre, alle ore 17:30, presso il Teatro Palariviera di San Benedetto del Tronto, il musical “La promessa che cambia il destino, liberamente tratto dal romanzo “I promessi sposi” di Alessandro Manzoni e realizzato dalla compagnia teatrale amatoriale “La Bottega di Antonio della Parrocchia Sant’Antonio di Padova della città rivierasca. L’evento, che è gratuito, vanta il patrocinio del Comune di San Benedetto del Tronto e della Commissione per le Pari Opportunità della Regione Marche.

Il parroco, padre Massimo Massimi, spiega: “Lo scorso anno, insieme agli animatori de ‘La Bottega di Antonio’, spulciando un po’ di idee per un nuovo musical, ci siamo resi conto che nel 2023 cadeva il centocinquantesimo anniversario della morte di Manzoni. Poiché avevamo bisogno di una trama coinvolgente ed attuale, conosciuta ma non scontata, ci siamo chiesti quale miglior occasione potesse esserci per una rilettura del capolavoro manzoniano “I promessi sposi“, se non questo spettacolo. I temi c’erano tutti: la giustizia, la lotta contro i soprusi, la difesa dei propri diritti, la libertà, l’affidamento a Dio nelle avversità della vita, la Provvidenza divina, la fede, il perdono”.

“Con i ragazzi abbiamo voluto approfondire alcuni spunti che ci sono parsi molto attuali – prosegue padre Massimo -, come ad esempio il tema delle donne violate, vittime di soprusi ed amori tossici. Siamo partiti dalla trama del romanzo manzoniano, soffermandoci sul personaggio di Lucia, che ben incarna la figura di una donna trattata come oggetto a causa delle bramosie di don Rodrigo”.

È nata così l’dea di dedicare il musical a Giulia Cecchettin, la giovane studentessa veneta barbaramente uccisa dal fidanzato che stava cercando di lasciare. “Questo fatto di cronaca nera ha molto colpito i nostri ragazzi – spiega padre Massimo – e ne abbiamo parlato, soprattutto per sottolineare come l’amore non possa mai essere accompagnato dal possesso, dalla violenza, dalla mancata libertà. Come ha detto il padre di Giulia durante il suo funerale, l’amore, se è amore, non uccide. È importante insegnare ai bambini e ai ragazzi a riconoscere le proprie emozioni e a saperle vivere nel rispetto di sé stessi e degli altri. Quando giungono emozioni forti, chi alle spalle ha una famiglia che accompagna e sostiene, riesce a superare ogni ostacolo; al contrario, chi non ha nessuno al proprio fianco, viene travolto da sentimenti che non sa gestire. Ecco allora l’importanza di educare anche all’affettività. Per questo motivo abbiamo deciso di coinvolgere alcune scuole del territorio, portando avanti un progetto dal titolo “D’amore … si vive“, sottolineando ancora una volta come l’amore, quello vero, non debba mai essere distruttivo, bensì generativo”.

Uno spettacolo, dunque, con una forte e sentita finalità sociale, che verrà rappresentato in anteprima assoluta sempre al Palariviera, Sabato 19 Ottobre alle ore 10:00, alla presenza di circa 300 studenti dei tre Licei cittadini. Presenzieranno cariche istituzionali dell’Amministrazione comunale, della Regione ed il Vescovo Gianpiero Palmieri, che introdurrà il momento significativo di un minuto di silenzio in memoria di Giulia Cecchettin.

All’interno del musical, tuttavia, trovano spazio anche altri temi che riguardano la sfera spirituale.  “Sebbene sia vittima di un sopruso – continua il parroco Massimi – , Lucia non perde la sua fede, non vede tutto perduto. Anzi, per quanto povera, triste e impotente di fronte alle ingiustizie umane, non si dà per per vinta. Da donna fiera e fedele ai suoi principi, combatte, si tiene integra e converte tutti coloro che incontra lungo la strada. Lucia è la testimonianza che, nell’eterna lotta tra il bene e il male, la benevolenza supera sempre il male. Da qui nasce una speranza anche per tutti noi. Anche se spesso nel mondo attuale il bene sembra essere perdente, in realtà ha sempre la meglio sul male. Il nostro motto è “Vinci il male con il bene!“. Credo che questa sia una regola di vita da tenere sempre presente, soprattutto nei momenti più bui”.

Il musical, che riprende uno spettacolo di Michele Guardì, ma con scene costruite interamente dai giovani della compagnia teatrale sambenedettese, ha coinvolto quattro bambine e tredici ragazzi nel corpo di ballo, altri sei come cantanti, tra cui c’è il vocal coach, e nove animatori impiegati in svariate attività: canto, coreografie, scenografie, grafica, regia, regia audio-luci, costumi. Afferma padre Massimo: “Lo spettacolo è veramente il frutto di un bel lavoro di squadra e di una costante e proficua collaborazione tra persone caratterizzate da età e da luoghi di provenienza diversi. Abbiamo nel nostro gruppo anche ragazzi che vengono da Ascoli Piceno e da Teramo. Gli animatori ed io siamo veramente felici di aver camminato con loro in questo anno e mezzo e di averli resi non partecipi, ma protagonisti di questo bellissimo percorso“.

La Bottega di Antonio” nasce nel lontano 2015. Come racconta il parroco, padre Massimo Massimi, “grazie ad una sorella francescana e a un gruppo di animatori adulti della parrocchia, con l’appoggio del parroco di allora, venne creato un laboratorio teatrale per coinvolgere i ragazzi, sia adolescenti che giovani, in un’attività formativa che veicolasse i valori del Vangelo. Da allora non ci siamo mai fermati, ad eccezione del periodo della pandemia, e ogni anno abbiamo proposto uno spettacolo interessante e di qualità. I primi spettacoli hanno avuto come protagonisti alcuni santi, come Sant’Antonio da Padova, San Paolo e San Giovanni Bosco. Successivamente abbiamo spaziato anche su opere teatrali celebri, magari da noi reinterpretate, che trasmettessero comunque valori evangelici, come ad esempio “Giulietta e Romeo” e “Il Gobbo di Notre-Dame“. Sono sicuro che anche quest’anno lo spettacolo stupirà chiunque andrà a guardarlo. Non so come andrà la prima, ma già dalle prove a cui ho assistito posso dire che il livello è veramente alto. Invito quindi tutti i lettori de “L’Ancora” a venire a vederci: rimarrete sorpresi dal tema e dalla qualità del nostro spettacolo!
Non è in ogni caso questo l’importante. Il valore veramente prezioso delle attività de “La Bottega di Antonio ” è rappresentato dalla sua capacità di coinvolgere persone di tutte le età – bambini, giovani e adulti -, creando legami ed alimentando uno scambio generazionale fruttuoso. Spesso, in questi mesi, ci siamo messi in cerchio per parlare di noi, per esprimerci, per raccontare ciascuno la propria storia e per metterle tutte insieme, così da entrare entrare in comunione e vivere momenti di vera gioia e grande armonia. Ringraziamo il Signore per quei momenti”.