Di Maddalena Maltese
(da New York) Mercoledì la minaccia di una bomba è arrivata in tre supermercati e due cliniche. Giovedì è toccato invece a due scuole entrare in modalità evacuazione. Due college hanno deciso di trasferire le lezioni online per problemi di sicurezza.
La cittadina di Springfield in Ohio, da due settimane vive sotto i riflettori dei media, ma soprattutto sotto costanti minacce di attentati dopo che l’ex presidente Donald Trump e il suo compagno di corsa alla Casa Bianca, il senatore repubblicano JD Vance, hanno cominciato ad amplificare una falsa notizia che accusa gli immigrati haitiani di mangiare i gatti e i cani dei residenti autoctoni.
A nulla è valsa la smentita dell’autrice di un post su Facebook, rilanciato poi su X, che aveva inizialmente accusato un vicino haitiano per la scomparsa del suo gatto, rientrato dopo pochi giorni. Quelle poche righe sui social, amplificate dalle due figure politiche candidate alle elezioni di novembre, hanno scatenato
un’ondata di violenza, di sospetto e di minacce che ha trasformato una cittadina di appena 50.000 abitanti in un centro in costante emergenza.
A nulla sono valse le smentite del sindaco e del governatore, entrambi repubblicani, sull’assenza di prove sugli immigrati mangiagatti e neppure le dichiarazioni degli agenti e dei responsabili della sicurezza che non hanno ricevuto alcuna segnalazione di sparizione di animali domestici ha placato il clima di minaccia, paura e violenza che sta pesando sulla comunità.
Il governatore dell’Ohio, il repubblicano Mike DeWine è dovuto intervenire sulle pagine del New York Times per difendere la città. “È triste vedere che Springfield sia diventata l’epicentro del vetriolo della politica di immigrazione americana, perché è da tempo una comunità di grande diversità”, ha scritto. Ha poi aggiunto di essere “rattristato, da sostenitore dell’ex presidente Donald Trump e del senatore JD Vance, dal modo in cui loro e altri continuano a ripetere affermazioni prive di prove e denigrano i migranti legali che vivono a Springfield” usando
“una retorica che danneggia la città e la sua gente”.
Anche i leader religiosi sono intervenuti a difesa della comunità haitiana che, da anni, è inserita nella città e i cui membri lavorano legalmente nelle aziende e sono presenti sul territorio con un permesso di soggiorno umanitario.
La Conferenza episcopale cattolica dell’Ohio ha denunciato senza mezzi termini che gli Usa sono “una nazione divisa da partigianeria e ideologia, che ci rendono ciechi all’immagine di Dio nel nostro prossimo, in particolare nei nascituri, nei poveri e negli stranieri”. Ha poi condannato “i pettegolezzi, che possono diffondersi rapidamente sui social media senza preoccuparsi della verità o delle persone coinvolte”.
I dieci vescovi, in un comunicato ufficiale, hanno richiamato i cattolici al dovere di accogliere chi fugge da violenza e povertà e “garantire che tutti i segmenti della nostra società, compresi i nostri leader politici, considerino i nuovi arrivati prima di tutto come figli di Dio, nei limiti ragionevoli posti all’immigrazione legale”. I vescovi chiedono poi, non solo ai cattolici, ma a tutti di non continuare con cattiveria a diffondere “pettegolezzi infondati” e aiutare la comunità di Springfield nell’integrazione.
Il reverendo Carl Ruby, della Central Christian Church, ha invitato membri della comunità haitiana a partecipare ai servizi della sua congregazione sfidando le minacce di bombe e di volantini anti-immigrati diffusi da un gruppo suprematista bianco, vicino al Ku Klux Klan. Ruby ha fatto appello all’ex presidente Trump chiedendogli di “far sapere alla gente che è stato male informato su ciò che sta accadendo nella nostra comunità e di ripetere ai gruppi che spargono odio di andarsene”.