Di Daniele Rocchi
È stato un rientro in aula “velato dalla paura e dall’insicurezza della guerra che si allarga e si espande da sud a nord” quello dei 12mila alunni delle scuole della Custodia di Terra Santa. “Finita la pausa estiva, sono riprese le lezioni; nelle settimane scorse sono stati portati a termine tutti i preparativi per accogliere i bambini e i ragazzi, a partire dalla programmazione scolastica dei docenti sempre più impegnati a fare nuove proposte e avviare progetti futuri”.
A raccontarlo al Sir è il vicario della Custodia di Terra Santa, padre Ibrahim Faltas, che è anche il responsabile di tutte e 18 le scuole della Custodia sparse tra Giordania, Cipro, Buenos Aires, ma soprattutto a Gerusalemme (5 scuole), Betlemme (2 scuole), Gerico (2 scuole) e poi Nazareth, Haifa, Jaffa e Ramleh. Tutti questi istituti sono regolarmente frequentati da circa 12mila alunni, metà cristiani e metà musulmani.
Percorso scolastico bloccato. La guerra iniziata a Gaza, dopo l’attacco terroristico di Hamas contro Israele del 7 ottobre 2023, spiega il francescano, “ha portato varie ripercussioni a Gerusalemme e in tutta la Cisgiordania, dove la violenza è aumentata con un bilancio alto di morti, feriti, arresti, distruzione. In Galilea, il clima di guerra si è inasprito a causa dei reciproci attacchi di Israele e di Hezbollah dal Libano”. In questo contesto drammatico la missione delle scuole della Custodia di Terra Santa, “le più antiche del Medio Oriente – ricorda padre Faltas – è ancor più significativa perché nelle nostre aule sono accolti, da sempre, bambini anche di altre fedi religiose”.
“Nostro compito è educare alla cultura della pace tutti i nostri alunni, chiamati ad essere uomini e donne preparati e disponibili alla convivenza pacifica fra i popoli”.
Purtroppo, continua il vicario custodiale, “i piccoli di Terra Santa hanno dovuto assorbire tutte le conseguenze della guerra in corso da undici mesi. A Gaza, i bambini e i ragazzi sopravvissuti, hanno interrotto bruscamente la scuola il 7 ottobre 2023: quel giorno si è fermato il loro percorso scolastico e contemporaneamente hanno perso il luogo dove poter crescere in serenità, dove poter sviluppare le proprie capacità, dove trovare un rifugio sicuro. Perché la scuola è tutto questo: sono le pareti di un’aula e le corse in un cortile, sono luogo di incontro e di crescita, sono spazio di confronto e di reciproco rispetto”.
Il ricordo del 7 ottobre. Il ricordo di ciò che accadde il 7 ottobre 2023 è ancora vivo nella mente di padre Faltas: “Nella scuola di Gerusalemme quel giorno l’inizio delle lezioni fu scandito, come sempre avviene quotidianamente in tutte le scuole della Custodia, dalla Preghiera semplice di San Francesco: ‘Signore fa di me uno strumento della tua pace’. Con gli insegnanti mi ritrovai all’improvviso a proteggere e a confortare bambini impauriti e scossi dai primi missili di una nuova guerra. Riprendemmo, dopo due settimane, un anno scolastico che fino a giugno scorso non ha visto pace”. In questi mesi di guerra, spiega il frate, “abbiamo cercato di continuare il programma scolastico rispettandone tempi ma abbiamo sentito il forte bisogno dei ragazzi di stare insieme per condividere paure e speranze. Tante sono state le occasioni di incontro in cui i bambini e i ragazzi hanno potuto esprimere il loro desiderio di pace attraverso scritti, poesie, disegni, canti. Siamo riusciti così a completare il programma educativo e, allo stesso tempo, ad approfondire quella che per noi non è tanto una materia scolastica quanto una costante pratica quotidiana”.
“L’educazione alla pace è una materia che non ha un orario scolastico definito, è una materia che non ha voti sul registro e che si ricorda per la vita”.
Il grande lavoro delle scuole. Da direttore generale delle 18 scuole della Custodia, padre Faltas conosce bene le difficoltà e le preoccupazioni nel portare avanti questa missione per la Terra Santa. Per questo ringrazia “i direttori delle scuole della Custodia per il lavoro e per l’impegno nello svolgere il loro compito delicato in questi anni particolarmente complessi. Con orgoglio sottolineo il successo conseguito dalla scuola della Custodia di Terra Santa ad Acri, che si è classificata prima per meriti accademici fra 88 scuole in Israele, e il successo di uno studente della scuola di Betlemme, Bishara Marzouqa, che, agli esami di maturità dell’ultimo anno scolastico, si è classificato primo nel Governatorato di Betlemme e secondo in Palestina”.
“È difficile andare incontro alle esigenze di tutti – ammette il francescano -. È complicato spiegare le ragioni e le necessità della pace quando il mondo va in un’altra direzione. La forza dei bambini, la testimonianza delle loro intenzioni di pace deve darci lo stimolo e l’entusiasmo per affrontare un anno scolastico che inizia con la guerra più presente e più vicina. Si implora un cessate il fuoco, in questi giorni è indispensabile una tregua sanitaria per dare la possibilità di vaccinare i bambini di Gaza. Dopo 25 anni, è riapparsa la poliomielite e altre malattie contagiose di facile diffusione in un territorio devastato e inquinato”.
“Adulti senza coscienza e senza visione stanno togliendo ai bambini, futuro e speranza dell’umanità, ogni genere di diritto e di tutela”.
“La speranza è l’attesa del bene: chiedo a Dio Padre la forza dell’amore e del perdono da trasmettere ai nostri ragazzi. Nonostante il tempo di guerra – è l’appello di padre Faltas – diffondiamo valori essenziali di convivenza pacifica, combattendo senza armi l’odio e la violenza. La scuola è soprattutto questo”.