ASCOLI PICENO – Nell’ambito dei festeggiamenti religiosi in onore di Sant’Emidio, patrono della Città e di tutta la Diocesi di Ascoli Piceno, ieri, 4 Agosto 2024, alle ore 18:00, presso la Basilica Cattedrale Santa Maria Madre di Dio e Sant’Emidio, si è svolta una celebrazione eucaristica durante la quale si è rinnovata l’offerta dell’olio alla lampada di Sant’Emidio da parte di uno dei Comuni della Diocesi Picena. Quest’anno l’onore è spettato a Spinetoli, rappresentato per l’occasione dall’assessora Germana Gagliardi.
La Santa Messa, presieduta dall’arcivescovo Gianpiero Palmieri, è stata concelebrata da don Luigi Nardi, parroco della Cattedrale, don Basilio Marchei, parroco emerito della parrocchia di Pagliare del Tronto in Spinetoli, don Francesco Mangani, parroco della comunità di Roccafluvione, don Gianmarco Lupini, cerimoniere della Diocesi, parroco in solido della parrocchia di San Benedetto Abate in Marino Del Tronto e vicario parrocchiale della comunità di San Luca Evangelista in Villa Pigna di Folignano, dai diaconi Giuseppe Golia e Domenico Morganti, dai ministri del Collegio Sant’Emidio e da tutto il popolo di Dio riunito per l’occasione.
A rendere ancora più solenne la celebrazione è stato il Coro Diocesano, accompagnato dall’organista Miriana Mercuri e diretta dal M. don Francesco Fulvi, parroco di Villa Pigna in Folignano e direttore dell’Ufficio Liturgico Diocesano.
Queste le parole del vescovo Gianpiero durante l’omelia: “Stasera abbiamo ascoltato le letture della liturgia di domani e, come avrete capito, ricorre il tema del terremoto. Il motivo per cui Sant’Emidio è venerato in tutto il mondo, è legato proprio al sisma che nel 1703 colpì tutto il Centro Italia, ma risparmiò Ascoli Piceno. Da lì il nostro Santo è considerato il protettore contro i terremoti, non solo ad Ascoli, ma nel mondo intero. Nello stesso tempo, però, Emidio per noi, per il popolo dei Piceni, è ancora più importante, perché è il fondatore della comunità cristiana, colui che ci ha portato il tesoro più bello, il Vangelo e quindi la celebrazione dei Sacramenti del Battesimo e dell’Eucaristia. Il Vangelo, infatti, portato dalla piccola compagnia di Emidio, da lui e dai suoi compagni martiri, ha suscitato nel cuore dei Piceni la fede, la Celebrazione del Mistero Pasquale e il Battesimo, grazie al quale in Cristo noi moriamo e rinasciamo. È davvero grande, dunque, il tesoro della fede che ci è stato comunicato!”.
Commentando poi il brano del Vangelo di Luca, tratto dal capitolo 21, mons. Palmieri ha detto: “In questo discorso, Gesù parla di alcune caratteristiche tipiche della storia umana: guerre, rivoluzioni, popoli che si sollevano contro altri popoli. Poi ci sono anche fatti naturali, come catastrofi, pestilenze, epidemie, terremoti. Ma quello che Gesù sottolinea ai discepoli è che non sono quelli i segni della fine della storia. Per gli Israeliti, questi accadimenti, ma soprattutto la distruzione del tempio di Gerusalemme, che è il luogo in cui Jahvè si fa presente, sono i segni della fine della storia, come se Dio fosse scomparso dal mondo ed avesse abbandonato la storia umana. Gesù, invece, annuncia che, seppure il tempio è distrutto, non è la fine di tutto. Ed aggiunge un’altra cosa: la piccola comunità cristiana, quella che lui è venuto a fondare, sperimenterà avversità e persecuzioni. La comunità cristiana, molto piccola numericamente, avrà veramente paura di scomparire, perché, pur depositaria di un tesoro meraviglioso quale la Parola e pur convinta del fatto che Gesù sia presente in mezzo a lei, avrà timore di non poter sopravvivere alle persecuzioni e alle divisioni anche interne che le metterà alla prova. Gesù, invece, annuncia che proprio nel momento delle guerre, dei disastri naturali e delle persecuzioni, la piccola comunità non verrà abbandonata, perché ha ricevuto l’unzione dello Spirito, perché Gesù risorto è presente in mezzo a lei ed agisce in tutta la potenza del Suo Spirito. Quali sono i segni? Anche se perseguitati, anche se trascinati davanti ai tribunali umani, non mancherà una parola di Sapienza che lo Spirito Santo dona. Questo è un segno bellissimo!”
“È stato così anche per Emidio e per la sua piccola comunità – ha proseguito il vescovo -: proprio nel momento in cui i poteri umani li volevano distruggere, la parola sapiente, che lo Spirito ha ispirato loro, ha reso testimonianza del fatto che lì, in quella comunità, agisce Dio. Pensiamo al modo in cui i cristiani sono morti: senza maledire, bensì benedicendo. Proprio nel momento in cui un cristiano accetta la condanna pur di rimanere fedele al Vangelo, viene rivelato che questa comunità cristiana contiene un tesoro prezioso: niente è distrutto, perché Dio è presente in mezzo a lei; niente sparisce, perché questa Parola consegnata agli altri è molto feconda e rivela la sua origine divina. Tutto questo proprio nel momento in cui questa comunità subisce il martirio. Questo è stato vero anche per Gesù, che sulla croce muore perdonando ed affidandosi al Padre. Il centurione, che ne ha messi in croce tanti, vedendo come Gesù muore, dice: ‘Davvero costui era figlio di Dio!’. Gesù sulla croce muore perdonando e rivelando la Parola Divina di cui è depositario. Così facendo, suscita anche la fede del centurione. A tal proposito vale la pena sottolineare che nel Vangelo non viene detto che Gesù muore, bensì che dona lo Spirito Santo. Proprio nel momento della morte, Gesù è più vivo che mai e rivela la potenza di Dio. Emidio muore, ma è più vivo che mai in questa comunità e rivela la potenza di Dio. La piccola comunità cristiana è perseguitata e osteggiata, ma rimane salda e fedele al Signore, è più viva che mai. È questo il mistero paradossale contenuto nel martirio. Ecco perché San Paolo sottolinea che noi siamo resi nuovi, resi giusti, giustificati dalla fede. È proprio perché siamo stati fatti nuovi grazie alla fede, ecco che le persecuzioni producono la pazienza, ovvero la capacità di saper soffrire, amando – una virtù provata – e la speranza, come se l’opposizione, ricevuta in un cuore pieno di fede, anziché ucciderlo e distruggerlo, ne purificasse ancora di più la fede”.
Mons. Palmieri ha poi concluso: “Dunque, fratelli e sorelle, non viviamo nel timore. Non dobbiamo avere paura di niente! Quello di cui dobbiamo aver timore è solo se il nostro cuore si appesantisce, si indebolisce, se perdiamo la fede. Non dobbiamo avere paura di nemici all’esterno, bensì siamo chiamati a considerare ogni uomo come amico, come fratello, come amico. Dobbiamo soltanto avere timore di dimenticarci di Dio presi – come siamo – dalle nostre incombenze quotidiane.
Chiediamo allora al Signore di donarci questa salvezza, la Parola e la Sapienza che vengono da Lui, proprio come ha fatto con Gesù, con Emidio e con i suoi compagni martiri”.
Al termine dei riti di Comunione e prima della benedizione finale, i celebranti si sono recati processionalmente nell’area sottostante il presbiterio, ove riposano le spoglie di Sant’Emidio. Nella cripta, posta sulla verticale dell’altare maggiore, sotto al gruppo marmoreo di Giosafatti che raffigura Sant’Emidio che battezza Polisia, c’è la tomba del martire, di fianco alla quale arde perennemente, giorno e notte, una lampada ad olio. È ormai tradizione consolidata che ogni anno, in occasione della ricorrenza di Sant’Emidio, un Comune della Diocesi offra l’olio per far ardere la lampada per l’intero anno. Procedendo in ordine alfabetico, come è consuetudine, quest’anno l’onore del dono è spettato al Comune di Spinetoli. Pertanto l’assessora Germana Gagliardi ha consegnato l’anfora con l’olio al vescovo Palmieri, che, a sua volta, lo ha versato nella lampada, l’ha accesa ed ha ringraziato il Comune per l’offerta. Queste le sue parole ai nostri microfoni: “Porto il saluto del sindaco Alessandro Luciani, il quale purtroppo non era presente in quanto impegnato, insieme ai sacerdoti della città, con i festeggiamenti per la nostra patrona nella frazione di Pagliare del Tronto. Insieme a me, ci sono due concittadini, Nadia e Piero, in rappresentanza di tutte le nostre parrocchie. Per noi è stata una vera emozione offrire l’olio per la lampada di Sant’Emidio e siamo veramente onorati di averlo potuto fare”.
Oggi, Lunedì 5 Agosto, i festeggiamenti religiosi in onore di Sant’Emidio proseguono secondo il seguente calendario:
Ore 5,45: Benedizione del Basilico sul sagrato della Cattedrale
Ore 6,00: Confessioni a Piazza Arringo (nei gazebo, lato Episcopio)
Ore 7,00: Santa Messa
Ore 8,00: Santa Messa
Ore 9,00: Santa Messa per la “Famiglia degli Emidio”
Ore 10,00: Santa Messa celebrata presso Sant’Emidio alle Grotte
Ore 11,00: Solenne Pontificale con Benedizione Papale, presieduto dall’Arcivescovo di Treviri
Ore 18,00: Santa Messa presieduta dall’Arcivescovo Mons. Gianpiero Palmieri e processione in onore di Sant’Emidio per le vie del Centro della Città
Ore 20,00 – 24,00: Pellegrinaggio dei fedeli in Cattedrale per la venerazione di Sant’Emidio.