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I Sambenedettesi seguono con attenzione il caso di Omnia

Di Ana Fron, Rubrica “Immigrazione”

Leggi la prima puntata: Quanti immigrati ci sono nel territorio della diocesi?
Leggi la seconda puntata: Immigrati e cure mediche – Informazioni utili
Leggi la terza puntata: Diocesi di San Benedetto, gli immigrati residenti sono 13.588, le nazionalità presenti nei vari comuni
Leggi la quarta puntata: Ana Fron: “La gratitudine”
Leggi la quinta puntata: Le badanti e la loro condizione di vita
Leggi la sesta puntata: Considerazioni sulla Scuola e l’abbandono scolastico
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eggi la settimana puntata: San Benedetto, Ana Fron: l’importanza della Comunicazione Interculturale

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Omnia è una cittadina italo egiziana, arrivata in Italia all’età di 23 anni per amore. Infatti, ha rinunciato alla sua vita nella terra di origine per sposare un Sanbenedettese, medico chirurgo ortopedico, molto impegnato sul territorio.
Ha formato una famiglia, col marito e con due meravigliose figlie ed è diventata parte della società sambenedettese.
Professionalmente parlando, lei stessa si è adoperata nel tempo, per mettere a disposizione di tutti la propria preparazione universitaria, dando lezioni di inglese, di francese e di arabo a molte generazioni di bambini, giovani ed adulti, spesso a titolo gratuito.
Oggi è Omnia ad avere bisogno di aiuto, o per meglio dire, di essere sostenuta nel far valere i propri diritti.
In Egitto, le è rimasta una parte della famiglia: la mamma e due fratelli.
Uno dei fratelli vive per conto suo, in autonomia; l’altro invece, è portatore di un handicap psichico ed era rimasto a vivere con la madre, avvalendosi delle sue cure. Nel 2021 la mamma viene a mancare ed il fratello con problemi di salute, ritrovandosi improvvisamente senza di lei, chiede di far visita alla sorella per avere un po’ di supporto affettivo. Omnia per lui è una seconda madre e lui ha bisogno delle sue attenzioni come lei ha desiderio e necessità di sentirsi utile e dargli l’affetto che chiede.
Lei riesce a volte e per brevi periodi ad andare in Egitto, ma la sua vita a San Benedetto non le permette di assentarsi a lungo. Se anche il fratello potesse a volte venire in Italia e trascorrere del tempo con lei le cose sarebbero molto più facili.
Tuttavia, per venire in Italia dall’Egitto c’è bisogno del visto di ingresso e proprio con la richiesta di tale visto per il fratello inizia il calvario di Omnia; un vero e proprio calvario.
L’Ambasciata italiana in Egitto rifiuta di concederlo dando le giustificazioni seguenti: “il motivo del viaggio non convince” e ancora, “il fratello potrebbe non fare ritorno in Egitto alla data di scadenza del visto”.
Esistono vincoli ben precisi per ottenimento del visto, stabiliti dal Ministero dell’Interno, che lei ha ottemperato puntualmente come: il pagamento di un’assicurazione sanitaria privata, la formulazione della motivazione di ingresso e le condizioni del soggiorno. Tuttavia, al fratello le è stato rifiutato l’ingresso per ben due volte.
Il caso di Omnia diventa singolare e non per la natura “transnazionale” della sua famiglia ma per un comportamento insolito dell’Ambasciata italiana in Egitto.
In quanto cittadina italiana Omnia vorrebbe sapere perché, a differenza di altri cittadini, lei non può avere a casa sua un fratello? A maggior ragione, bisognoso; in un momento tragico della sua vita? Quale pericolo potrebbe causare l’arrivo di questo fratello?
La cittadinanza sambenedettese, affezionata alla famiglia, segue da vicino il caso tramite i mezzi di comunicazione locali ed i social media e auspicherebbe una risposta chiara e rapida.
Nella comunità vige il valore dell’amore fraterno, della solidarietà e della comprensione dunque, si spera che non venga disatteso tale valore.