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FOTO Parrocchia Santa Maria della Marina, Matteo Carosi al vescovo Bresciani: “La sua presenza ci ha fatto sentire parte di una Chiesa accogliente, umana”

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Si è conclusa domenica 6 novembre, con la celebrazione delle ore 18:00, la visita pastorale del vescovo Carlo Bresciani nella parrocchia Santa Maria della Marina in San Benedetto del Tronto. La comunità, guidata dal parroco don Patrizio Spina, che è anche vicario generale della Diocesi, ha ricevuto il vescovo Carlo nei giorni 4, 5 e 6 novembre, duranti i quali Bresciani ha incontrato gli alunni delle Scuole Battistine, “L’Armadio dei Piccoli”, il “Circolo dei Sambenedettesi”, il porto, il Circolo Nautico, il Comitato di Quartiere “Marina Centro”, la Cooperativa “X mano”, la sede della “S. Vincenzo” in Parrocchia, i Consigli Parrocchiali, alcuni malati, i bambini del Catechismo con i loro genitori e anche alcuni fedeli per colloqui privati.

Due i temi su cui il vescovo Carlo ha posto l’attenzione durante l’omelia: la fedeltà e la pazienza: “A conclusione di questa visita pastorale parrocchiale, che coincide con la conclusione della visita vicariale, Dio ci parla ancora una volta attraverso la Sua Parola, una Parola che è di incoraggiamento, ma senza negare le difficoltà, le resistenze, le provocazioni del male, della cattiveria, della morte, come abbiamo ascoltato nella Prima Lettura. Come ci poniamo noi di fronte a queste difficoltà? La risposta che viene data oggi a questa domanda è che il Signore non ci abbandona mai, bensì ci sostiene nel superare le tentazioni dell’infedeltà, delle divisioni, delle disgregazioni, proprio come fa con i sette fratelli che scoprono la fedeltà estrema, fino alla morte. Proprio come ha fatto anche Gesù. Del resto, se si è fedeli solo quando non ci sono le difficoltà, che amore sarebbe?! Quindi io la Parola di oggi la leggo come un sostegno alle nostre difficoltà, come se il Signore ci dicesse: ‘Non lasciatevi abbattere dalle fatiche del cammino, bensì abbiate fiducia in me, nel Dio della vita.’ Vedete, la Chiesa non si basa sui numeri, come ad esempio fa la politica, bensì si fonda sulla fedeltà di un popolo. La fedeltà è una merce rara, ma noi, che siamo cristiani, non possiamo essere come bandiere sventolate dal vento, bensì dobbiamo essere punti fermi e ben piantati e riporre sempre fiducia in Dio, quel Dio che non è un Dio dei morti, ma un Dio dei viventi, perché tutti vivono in Lui. È dunque questo un grande messaggio di speranza.”

Il secondo aspetto che mi piace sottolineare – ha proseguito Bresciani – è il tema della pazienza, quella pazienza di cui si parla nella seconda lettura. Preghiamo allora il Signore affinché sia la guida dei nostri cuori e ci dia quella pazienza che sa sopportare, quella speranza che sa aspettare, quell’amore che sa superare le difficoltà. Anche nella debolezza del peccato, noi abbiamo questa fiducia: che la bontà di Dio sa condurci ad una vita nuova. Ecco, allora, che anche come comunità, possiamo affrontare ogni passo con questa certezza: insieme con il Signore, possiamo insieme essere Chiesa, insieme camminare insieme, insieme essere testimoni credibili e diventare un solo corpo e un solo Spirito.”

Al termine dei riti di Comunione, prima della benedizione finale, ha preso la parola il parroco don Patrizio Spina: “Carissimo vescovo Carlo, grazie per questa visita pastorale che ha vissuto insieme con noi nella nostra comunità parrocchiale. Abbiamo scoperto tante cose attraverso lei: ad esempio, abbiamo scoperto che non soltanto il microfono scricchiola, ma anche altre cose. Ma ciò che più ci ha sorpreso e che abbiamo tanto apprezzato è stato il suo saper camminare con noi, senza metterci fretta, assumendo il nostro passo, con discrezione, attenzione e delicatezza e pazienza. Prima nell’omelia ha parlato di pazienza: ecco lei, con noi ne ha avuto molta. Non ha dettato lei i tempi, bensì ha fatto fare a noi. Anche quando è capitato di non rispettare gli orari previsti, lei ha saputo adeguarsi ed ha avuto la pazienza. È stata una grande lezione per me. Noi siamo una comunità presbiterale, siamo in tre: don Luciano, don Romualdo ed io; ma siamo anche tanto fragili. Per questo motivo voglio ringraziare di vero cuore la comunità per la pazienza che ci riserva. Non manca certamente il dialogo, a volte anche lo scontro. Le discussioni a volte possono essere verbali, altre volte ce le teniamo nel cuore, ma abbiamo imparato che dobbiamo restare uniti, perché solo insieme, attraverso la misericordia, i nodi si sciolgono. Grazie a coloro che hanno partecipato agli incontri scorsi, a voi che state partecipando a questa Messa, ai lettori che a volte hanno fatto anche il doppio turno, ai nostri cori e anche ai cori che ci hanno aiutato, come quello di San Benedetto Martire e Massimo Volta che ha rinunciato ad un suo impegno per essere qui oggi. Come lei ci ha più volte ricordato, Eccellenza, nella povertà si può trovare anche tanta ricchezza. Allora noi, nella nostra povertà e con le nostre fragilità, vogliamo ringraziarla di cuore per tutti i bei momenti vissuti insieme.”

La comunità ha salutato il vescovo Carlo con un grande applauso, segno di approvazione e ringraziamento per i bei momenti trascorsi insieme. Riportiamo la testimonianza di Matteo Carosi segretario del consiglio pastorale, la quale, rivolgendosi direttamente al vescovo, ha detto : “A nome del Consiglio Pastorale Parrocchiale e del Consiglio per gli Affari Economici, ma più in generale a nome dell’intera comunità parrocchiale della Marina, voglio esprimere tutta la felicità di averla con noi oggi, come nei giorni scorsi, nella nostra Chiesa, nei nostri spazi e nelle nostre case. La ringraziamo innanzitutto per il tempo che ci ha donato e che ritengo sia stato prezioso per tutti, perché ci ha fatto sentire ancora di più parte di una Chiesa accogliente, umana e ci ha dato anche la carica per compiere, tutti insieme, un cammino sinodale di riflessione, ma anche di azione, per poter rispondere al meglio a quelle che sono le sfide presenti e future che dovremmo affrontare sia come comunità parrocchiale che come Chiesa più in generale. Le sue parole e la sua presenza sono state per noi di grande aiuto. Allo stesso modo crediamo che sia servito anche a lei toccare con mano le sfide a cui tutti i giorni molte persone della parrocchia sono chiamate a rispondere, situazioni in cui si percepisce forte la mano del Signore. Siamo certi che la visita nella nostra Parrocchia le sia stata molto gradita anche perché – come spesso ci ricorda – questa Chiesa è la Cattedrale, che è Casa del Signore, ma è anche e soprattutto Casa nostra. Speriamo di averla fatta sentire a casa, così come lei ha fatto sempre sentire noi a casa, continuando tutti insieme, come una famiglia, il nostro cammino di fede verso il Signore.”