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Centro Famiglia, intervista al presidente Nicola Farinelli: “I nostri consultori avranno un ruolo sempre più importante nella società”

 

DIOCESI – Presente sul territorio da ben quarantaquattro anni e riconosciuto a livello nazionale come bene sociale, il Centro Famiglia di San Benedetto del Tronto è un’associazione di volontari di ispirazione cristiana che offre consulenza familiare, sociale, pedagogica, medica, legale, morale e finanziaria. Per conoscerne meglio la storia, i servizi offerti e soprattutto le prospettive future, abbiamo incontrato Nicola Farinelli. Settantunenne, sposato con Clara dalla quale ha avuto tre figlie e tre nipoti, è presidente del Centro da oltre dieci anni.

Come è iniziata questa grande avventura?
Il Centro Famiglia è stato fondato nel 1978 da alcuni volontari professionisti e da un sacerdote della nostra Diocesi. Insieme a mia moglie Clara, per oltre 35 anni, abbiamo collaborato con il Centro Famiglia soprattutto nella conduzione dei corsi per fidanzati e nell’accompagnamento dei giovani sposi. Le coppie che partecipavano alla preparazione al matrimonio erano numerosissime: 45/50 per ogni percorso. E ogni anno ne venivano organizzati 3. Per me e mia moglie è stata un’esperienza straordinaria, perché dovevamo prepararci insieme, ma soprattutto dovevamo impegnarci a vivere l’amore reciproco tra noi per poi testimoniarlo alle altre coppie. Abbiamo sempre puntato a non essere troppo catechetici o moralisti, preferendo testimoniare – per quanto possibile – il Vangelo nella nostra vita di coppia e di famiglia e dando sempre spunti di riflessione sul Sacramento del Matrimonio.
Chi può rivolgersi al Centro Famiglia? Quali servizi offrite?
Chiunque può rivolgersi al Centro Famiglia, senza distinzioni di razza, colore della pelle, lingua parlata, nazionalità di provenienza o religione professata. Certamente il nostro Centro è di ispirazione cristiana, quindi il nostro stile è quello dell’accoglienza e il cammino è sempre illuminato dal Vangelo. Ci riusciamo sempre? Sicuramente no, però quello che ci proponiamo è di rendere il nostro Centro la locanda dove il buon Samaritano porta la persona o la famiglia ferita, sfiduciata, sola.
I servizi che offriamo sono tanti e tutti gratuiti: consulenza psicologica, consulenza pedagogica, consulenza legale, consulenza familiare, mediazione familiare, consulenza finanziaria, consulenza morale.

Quale futuro vede per l’attività di consultorio del Centro che dirige?
Più si va avanti nel tempo e più i nostri consultori avranno un ruolo importante nella società. Oggi, a causa della complessità della vita sociale, il Consultorio pubblico non riesce sempre a dare risposte concrete a tutte le varie problematiche, antropologiche e psicologiche, che hanno le persone, le coppie e le famiglie. Il nostro consultorio, invece, con operatori ben preparati professionalmente e spiritualmente, può affiancare, sempre in autonomia, il consultorio pubblico e prestare quelle consulenze che il pubblico non può fare.

Cosa possono fare le istituzioni per migliorare il vostro servizio?
Le istituzioni hanno un ruolo importante se hanno a cuore il benessere della persona e della famiglia. Oggi il servizio pubblico si occupa in modo quasi esclusivo dei bisogni materiali delle persone (bollette, buoni spesa, affitto). Ciò è molto importante, ma viene trascurata tutta la parte psicologica ed antropologica della persona e della famiglia in difficoltà. Quindi dico alla politica: occorrono più risorse, ma non date a pioggia alle varie associazioni risorse solo per i beni materiali, bensì risorse indirizzate anche al benessere psicologico della persona e della famiglia. Il nostro Vescovo mons. Carlo Bresciani è molto attento e sensibile verso il nostro consultorio e, oltre ad esserci vicino spiritualmente, ha messo a nostra disposizione una struttura in via Pizzi che ci consente di accogliere e seguire a 360 gradi chi si ritrova nel bisogno.

Cosa possono fare i laici per aiutarvi e sostenervi?
Nella nostra realtà sociale e religiosa molti ci conoscono e sanno che cosa facciamo. A queste persone chiediamo il sostegno della vicinanza e della condivisione, oltre che suggerimenti per migliorare ancora di più i nostri servizi. Anche il sostegno economico è ben accetto, qualora qualcuno volesse sostenerci anche da quel punto di vista.

Quali progetti sono in cantiere per questo nuovo anno pastorale?
Oltre a continuare ad erogare gratuitamente tutti i servizi che abbiamo esposto, continueremo la formazione dei nostri operatori con due progetti:
– i Gruppi di Parola, una formazione specifica per gestire gruppi di ragazzi dai 7 ai 12 anni e dai 13 ai 17 anni, figli di coppie separate, per aiutarli a saper affrontare la separazione dei propri genitori;
– il Corso sull’Affettività e sulla Sessualità dei ragazzi, una formazione rivolta principalmente agli operatori parrocchiali che nella propria parrocchia fanno catechismo ai ragazzi e ai giovani adolescenti;
– il potenziamento della nostra succursale nella ona montana di Comunanza, aperto nel 2018 con il coinvolgimento di tutto l’ambito 24 di cui fanno parte 11 Comuni.