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Yemen: Save the Children, “sbloccare i fondi per evitare il disastro ambientale della petroliera Safer”

Con l’avvicinarsi dell’inverno, oltre un milione di barili di greggio rischiano di riversarsi nel Mar Rosso dalla Fso Safer, una superpetroliera che dal 2015 arrugginisce al largo delle coste dello Yemen. È quanto afferma Save the Children. Secondo le previsioni, entro ottobre i venti forti e le correnti instabili renderanno più pericolosa l’operazione di trasferimento del petrolio e aumenteranno il rischio che la nave vada in pezzi, provocando conseguenze umanitarie, ambientali ed economiche disastrose per milioni di bambini in una regione già devastata. Lunedì l’Onu ha annunciato di aver finalmente raggiunto l’obiettivo di raccogliere fondi per rimuovere un milione di barili di petrolio dalla superpetroliera, ma i Paesi donatori devono ancora versare quanto promesso per dare inizio alla prima fase dell’operazione di rimozione di emergenza. Mentre i leader mondiali sono riuniti a New York per l’Assemblea generale delle Nazioni Unite questa settimana, Save the Children esorta la comunità internazionale a trattare la questione della petroliera Safer “come un’emergenza internazionale e a sbloccare subito i fondi per evitare che si verifichi un potenziale disastro”. I mezzi di sostentamento delle comunità di pescatori dello Yemen potrebbero essere spazzati via all’istante se la Safer, la nave Fso ormai obsoleta e in profondo stato di degrado, perdesse petrolio o esplodesse. Milioni di persone sarebbero esposte a sostanze pericolose per la vita. “Il mare dello Yemen verrà distrutto se la petroliera Safer perde. I pesci moriranno, i mezzi di sussistenza dell’intera popolazione di Hodeidah saranno devastati e gli impianti di desalinizzazione dell’acqua saranno danneggiati. Tutto sarà compromesso. Sarà un grande disastro, che rovinerà tutto, il mare e la terra”, ha dichiarato Kusai, un pescatore di 55 anni di Hodeidah. Ogni potenziale fuoriuscita potrebbe anche far sospendere le attività del porto di Hodeidah, il principale punto di ingresso degli aiuti in Yemen, negando a milioni di bambini l’accesso all’assistenza vitale e paralizzando la risposta umanitaria nelle regioni più vulnerabili del Paese. Potrebbe anche avere un impatto sugli impianti di desalinizzazione lungo la costa dello Yemen, interrompendo la fornitura di acqua pulita per milioni di bambini yemeniti e le loro famiglie.