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San Pio X, Roberta Clementi e Sandra Guarini ci raccontano l’esperienza del campo scuola con i bambini di 3° elementare

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Concludiamo questa settimana il racconto di come ragazzi ed animatori hanno vissuto nella loro parrocchia l’estate appena trascorsa. Oggi, in particolare, incontriamo Roberta Clementi e Sandra Guarini, due educatrici della parrocchia di San Pio X, guidata da don Ulderico Ceroni.

“I campi scuola nella nostra comunità vengono organizzati da tempo immemore – raccontano Roberta e Sandra – ma quest’anno per noi hanno assunto un significato molto diverso, più profondo: è stato un segno di rinascita della parrocchia. Il parroco ha fortemente voluto fare quest’esperienza anche con i bambini un po’ più piccoli, quelli che quest’anno inizieranno il cammino per ricevere il Sacramento della Prima Comunione e che, a causa della pandemia, non avevano mai frequentato un gruppo parrocchiale né ovviamente seguito il Catechismo. Si tratta di bambini che lo scorso anno hanno frequentato il terzo anno della scuola primaria e che si apprestano oggi ad iniziare il quarto anno. Siamo riusciti a coinvolgere circa 20 bambini che sono stati seguiti da noi con l’aiuto di una mamma, Simona, che gentilmente si è prestata ad occuparsi della cucina, e di due giovanissimi animatori adolescenti, Asia ed Augusto, che ci hanno supportato sia nelle attività ludiche sia nella gestione pratica dei bisogni dei bambini, come, ad esempio, mettere pace durante le discussioni per le partite a calcetto oppure asciugare i capelli e, a volte, anche le lacrime!”

Siamo andati al Borgo di Meschia, nel Comune di Roccafluvione, – proseguono Roberta e Sandra – presso la casa per ferie Paola Renata Carboni. Siamo rimasti quattro giorni, da giovedì 1° settembre fino a domenica 4 settembre. Abbiamo pensato di organizzare per un periodo breve, sia perché i bambini sono ancora piccoli e quindi non del tutto autonomi, sia perché per tutti, partecipanti e genitori, si trattava del primo distacco, una vera e propria prima volta per un’esperienza del genere! Ora che è terminato, possiamo dire che abbiamo deciso bene! I bambini sono tornati a casa stanchi, ma molto felici, pronti per iniziare un’altra esperienza, magari in inverno.”

Per quanto concerne le attività quotidiane, Roberta e Sandra riferiscono di aver seguito il sussidio proposto dalla Diocesi ‘L’Armadio del Cuore’: “Ovviamente la durata ridotta del campo scuola ci ha obbligate ad adattare la proposta alle nostre esigenze, ma senza stravolgerne il senso profondo. In particolare abbiamo mantenuto alcuni spunti di riflessione che ci sono sembrati importanti, soprattutto quelle attività che cercavano di scavare nel cuore dei ragazzi e che li facevano aprire agli altri. Lo slogan, infatti, che ci ha accompagnato per tutte e quattro le giornate, è stato: ‘Chiunque incontra Gesù riuscirà a compiere meraviglie ogni giorno.’ Abbiamo voluto, attraverso le varie attività svolte durante il campo, spiegare e vivere il monito di papa Francesco ‘ogni Parola di Gesù è una lettera d’amore’ ed abbiamo capito, grazie alle riflessioni di don Ulderico, che siamo chiamati ad aprirci agli altri e ad amare tutti. Per questa ragione durante le giornate del campo scuola abbiamo trascorso molto tempo insieme. Ogni mattina, dopo la colazione, iniziavamo con un momento di riflessione che consisteva nella lettura di un passo del Vangelo e un commento da parte di don Ulderico. Poi i ragazzi erano chiamati a fare prima un’attività pratica legata all’argomento affrontato e poi un gioco sempre a tema. Dopo il pranzo, i bambini avevano uno spazio di libertà in cui potevano scegliere cosa fare e con chi farla, se a piccoli gruppi oppure tutti insieme. Nel pomeriggio ripetevamo lo stesso schema, quindi Vangelo – riflessione – attività – gioco per ben due volte, prima e dopo la merenda. Anche dopo cena abbiamo vissuto momenti seri alternati a momenti di svago: prima, infatti, ci fermavamo ad analizzare la giornata appena trascorsa, quindi a pregare e ringraziare il Signore per i bei momenti vissuti; poi la serata si concludeva sempre con musica, balli e festa. I momenti più belli sono stati quelli di riflessione, guidati dal parroco, perché si sono rivelati veramente preziosi. Prima di tutto le sue parole, scelte con cura e sapienza, aprivano il cuore e la mente, sia a noi che ai bambini, aiutandoci a crescere come singoli e come gruppo. Poi don Ulderico si è rivelato un grande comunicatore, sapiente, ma anche ilare e scherzoso, riuscendo a stimolare un dibattito sincero, amichevole e mai noioso. In particolare, attraverso la figura di Zaccheo, abbiamo compreso che a volte i nostri difetti possono essere anche uno strumento che ci stimola a migliorarci e ad usare altre risorse e pregi che abbiamo. Zaccheo in effetti è piccolo e non riesce a vedere Gesù, ma la sua determinazione ed il suo ingegno gli permettono di realizzare il suo sogno. Come lui, anche noi e i nostri bambini siamo chiamati a sognare e a non tenere i nostri sogni nascosti in un cassetto, bensì a tirarli fuori, a condividerli e a realizzarli insieme, facendo della nostra vita un capolavoro.”

“I bambini sono stati contentissimi: – concludono Roberta e Sandra – ce ne siamo rese conto man mano che le ore scorrevano, ma ne abbiamo avuto la conferma definitiva l’ultimo giorno, quando, pronti per la partenza, alcuni non volevano tornare a casa e ci hanno chiesto di restare al campo scuola ancora per qualche giorno. Tanti sono stati i momenti che ricorderemo con piacere ed emozione, come, ad esempio, quando, un giorno, dopo la Santa Messa, abbiamo pranzato tutti insieme, condividendo il cibo preparato da noi e dai genitori e vivendo un bel momento di convivialità e fraternità. Ma in particolare ci ha molto colpito l’iniziativa dei bambini di svegliarsi una mattina alle 5:00 per vedere sorgere il sole: pensavamo che non sarebbero riusciti ad essere desti così presto, visto che erano parecchio stanchi; invece, con nostra grande sorpresa, mentre noi eravamo ancora adagiate a letto, abbiamo sentito le loro dolci vocine confabulare e ci siamo alzate, nostro malgrado, per vedere cosa stesse succedendo. Quando ci siamo rese conto che effettivamente i bambini stavano guardando il sole, abbiamo vissuto un bellissimo momento: l’alba, infatti, è uno spettacolo meraviglioso che, ammirato insieme, è ancora più bello. Per noi è stata un’esperienza veramente positiva di responsabilità condivisa: vivere il campo significa vivere giornate ricche di momenti di gioco e di amicizia, ma anche formazione e preghiera, giorni e notti che restano impressi nel cuore di ognuno e che fanno crescere insieme nella fede e nella vita. Come ha scritto don Ulderico nel libretto che abbiamo donato ad ogni partecipante, ora ‘continuiamo ad incontrarci in parrocchia: Gesù ci aspetta per comunicare e testimoniare quanto è stato bello stare insieme come fratelli, perché i sogni si costruiscono insieme nell’amicizia e nella scoperta dei nostri tesori nascosti.’