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FOTO Incontro famiglie a San Benedetto, Vescovo Bresciani: “Una società, che non pensa al futuro, non ha futuro”

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Si è concluso domenica 26 giugno in tutto il mondo ed attraverso una serie di eventi “multicentrici e diffusi” – come richiesto dal pontefice – l’anno che, a partire dal 19 marzo 2021, papa Francesco aveva dedicato alla famiglia. Anche la Diocesi di San Benedetto del Tronto – Ripatransone – Montalto delle Marche, ha effettuato la chiusura Diocesana del X Incontro Mondiale delle Famiglie presso la Cattedrale Santa Maria della Marina in San Benedetto del Tronto con la celebrazione eucaristica presieduta dal vescovo Carlo Bresciani. La Messa, concelebrata da padre Mario Amadeo e da don Alfredo Rosati, guida spirituale dell’Ufficio di Pastorale Familiare, è terminata con il “mandato alle Famiglie”. Prima e dopo la Messa l’Ufficio Diocesano di Pastorale Familiare, guidato dai coniugi Piero e Patrizia Censori, ha organizzato, presso piazza Nardone, alcuni momenti di convivialità adatti ad adulti e bambini. Presenti anche alcuni rappresentanti delle istituzioni civili e militari sambenedettesi.

Tre gli spunti di riflessione che il vescovo Bresciani ha suggerito alle famiglie presenti attraverso la sua omelia: “La prima riflessione che la Parola di Dio ci ispira oggi proviene dalla prima lettura in cui ci viene raccontato di come Elia pensi al futuro del popolo, scegliendo Eliseo come suo successore. Ecco allora la prima riflessione da fare: è importante pensare al futuro. Una società, che non pensa al futuro, non ha futuro. Lo stesso vale per la famiglia. Pensare al futuro significa chiamare altri a godere di quello che è stato fatto, a proseguire nella stessa direzione quello che abbiamo costruito. È questo che la società deve fare; è questo che anche la famiglia è chiamata a fare. Anzi tutti siamo chiamati a passare la responsabilità alle generazioni future. In questo senso nelle nostre famiglie dobbiamo fare attenzione a come educhiamo. Quante volte capita di desistere da un atto educativo nei confronti di un giovane, magari perché noi adulti facciamo prima o magari perché facciamo meglio! In questo modo i figli non sono in grado di ottenere l’indipendenza. Così non si educa, anzi si mantiene una dipendenza irresponsabile. Come famiglia, come società non possiamo tirarci indietro e declinare questa responsabilità educativa.”
“Il secondo suggerimento – ha proseguito Bresciani – proviene dalla seconda lettura, dalla lettera che San Paolo scrive ai Galati, in cui si parla chiaramente di libertà, facendoci riflettere su cosa essa realmente sia. La libertà porta in sé sempre una sfida: non basta invocarla, non basta dire che si vuole essere liberi da qualsiasi vincolo; al contrario, è necessario anche chiedersi come si esercita quella libertà. Spesso nei rapporti umani, anche all’interno della famiglia, ci sono interessi che non convergono, ma la violenza non è mai la risposta giusta. La libertà ha in sé un limite, che è quello della violenza, fisica o psicologica che sia, ma allo stesso tempo ha anche una grandezza, ovvero il fatto di dover essere usata per amare. Questo brano ci insegna che non basta non fare del male a nessuno, ma bisogna anche fare del bene. La libertà si manifesta con l’amore verso il prossimo. E chi è più prossimo, più vicino a noi, se non chi vive in famiglia con noi? Se applichiamo questo concetto a tutte le nostre azioni, troveremo veramente la felicità.”
“Il terzo ed ultimo suggerimento – ha concluso il vescovo Carlo – ci viene dal Vangelo. Questo è il contesto del racconto. Gesù ha mandato i suoi apostoli a predicare, ma Giacomo e Giovanni tornano e riferiscono che non tutti sono pronti ad accettare il loro messaggio. Allora chiedono al Signore: ‘Vuoi che diciamo che scenda un fuoco dal cielo e li consumi?’ Gesù, contrariamente a quello che loro si aspettano, si volta e li rimprovera, perché l’amore non si impone con la violenza. Quello non è amore. Ecco allora che ci poniamo un interrogativo: da chi ci lasciamo educare? Da ciò che è bene e fa crescere oppure da ciò che ci piace? Dovremmo avere presente questa domanda sempre, fin da quando i nostri figli sono piccoli. Li educhiamo a ciò che è bene o a ciò che piace loro? L’impegno educativo oggi sfida tutti noi. Siamo chiamati a lasciare indietro qualcosa, se vogliamo formare famiglie solide, se vogliamo relazioni che crescano e ci migliorino. Chiediamo dunque al signore che ci aiuti a costruire una mentalità nuova, che ci porti ad un nuovo modo di vivere, secondo la logica di Dio.”
Al termine della Messa il vescovo Bresciani ha consegnato il mandato alle famiglie e, a seguire, Piero Censori ha ringraziato i presenti e tutti coloro che hanno reso possibile i festeggiamenti di questi giorni.
Dopo la celebrazione eucaristica le famiglie presenti si sono spostate su piazza Nardone, dove, oltre ad un ricco buffet, sono stati preparati giochi ed attività di animazione per bambini ed adulti. A chiudere il pomeriggio è stato il prof. Giancarlo Brandimarte che ha recitato magistralmente alcuni stornelli in dialetto sambenedettese.