SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Sono giorni difficili per i giovani degli istituti superiori e per il mondo della scuola in generale. Circa 100 mila studenti la scorsa settimana sono scesi in un più di quaranta città per contestare il reinserimento della seconda prova scritta all’esame di maturità e per protestare a seguito della morte del giovane Lorenzo Peralli, morto in una fabbrica durante uno stage frequentato per adempiere all’obbligo previsto dell’alternanza scuola – lavoro. In alcune piazze si è consumata una dura repressione nei confronti delle proteste. Importante il sostegno arrivato dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella che ha affermato: “È doveroso ascoltare la voce degli studenti.” Abbiamo voluto dunque anche noi dare voce agli studenti del nostro territorio, alcuni dei quali hanno aderito all’iniziativa nazionale, partecipando alla manifestazione tenutasi Venerdì 4 Febbraio a San Benedetto del Tronto in piazza Matteotti, dove fortunatamente non ci sono stati scontri con le forze dell’ordine.
Angela Calendi e Matteo De Carolis, due dei quattro rappresentanti dell’Ipsia Guastaferro che hanno preso parte alle proteste, raccontano: “La scorsa settimana ci siamo ritrovati in piazza Matteotti con molti studenti provenienti da diverse scuole di San Benedetto del Tronto, Grottammare, Fermo e Nereto per aderire alla manifestazione nazionale e contestare questo esame che ci sembra proprio ingiusto. Poco prima di Natale si era tenuto un incontro tra il ministro Bianchi e noi studenti: in quell’occasione non si era minimamente accennato ad una seconda prova ed era stato garantito l’esame come nei precedenti anni di pandemia. Non sappiamo cosa sia cambiato in poco più di un mese e ci sentiamo non considerati in maniera seria: basti pensare che la data entro cui ci doveva essere comunicata la modalità degli esami era il 31 Gennaio e la comunicazione ufficiale è giunta proprio nell’ultimo giorno alle ore 22:00. Sono più di due anni che siamo in dad, alle prese con una situazione anomala che è la stessa degli studenti dello scorso anno. La normalità non si ripristina con un esame ingiusto, annunciato appena quattro mesi prima.”
Anche Marianna Albanese, Francesco Palamara, Mattia Maria Sammassimo e Samuele Nicolò Straccialini, rappresentanti di istituto del Liceo Scientifico Rosetti, affermano: “La notizia della seconda prova scritta alla maturità è arrivata abbastanza inaspettatamente. Non credevamo si volesse tornare a queste modalità di esame, soprattutto per i ragazzi che forse hanno vissuto più di tutti la dad, con terzo, quarto e parte del quinto anno a distanza. Sebbene le parole del Ministro Bianchi di qualche settimana fa, infatti, evidenziavano che solo una piccola parte delle classi faceva lezione a distanza, in realtà si è voluto mascherare il grande disagio delle scuole, costrette ad applicare norme diverse a seconda del numero di positivi in ogni classe e dei ragazzi che si trovavano “parzialmente” a distanza, forse danneggiati di più di quanto non lo fosse l’intera classe. Sebbene il risentimento di tutti, alunni e professori, fosse forte, abbiamo deciso di non aderire alle proteste di Venerdì 4 Febbraio, constatato che la maggior parte dei ragazzi del quinto anno era contrario alla mobilitazione come forma di sciopero e che i rappresentanti della Consulta Provinciale degli studenti di Ascoli Piceno si sono distaccati dall’evento, prediligendo prima una forma di mediazione. Le notizie che giungono nelle ultime ore – la bocciatura delle modalità di esame proposte da parte del CSPI – sicuramente ci rassicurano molto. D’altro canto però, riteniamo indispensabile che si adottino tempi rapidi nel prendere una decisione definitiva: è impensabile arrivare a metà Febbraio senza sapere come si svolgerà una tappa importante nella vita di ognuno di noi, senza sapere che tipo di preparazione specifica ci sia richiesta, senza alcuna notizia certa. Riteniamo inaccettabile il fatto che da qualche mese, di giorno in giorno, in merito alla maturità, siano state rilasciate dichiarazioni contrastanti da parte di Ministri, Viceministri e altre figure rilevanti, che hanno mandato in confusione tutti. In merito alla questione del nostro coetaneo Lorenzo Peralli, siamo amareggiati e crediamo che l’episodio debba far riflettere in quanto è l’estrema conseguenza della mancanza di sicurezza in molti luoghi di lavoro. Non sconvolge il fatto che il ragazzo stesse svolgendo un percorso di alternanza scuola-lavoro, quanto più che questa situazione, per suscitare scandalo, debba essere stata evidenziata da un episodio del genere. Il percorso PCTO, in particolare per gli Istituti Tecnici, dove si devono svolgere molte più ore che nei Licei, dovrebbe servire a svolgere un’esperienza lavorativa nella sua completezza. Non è pertanto scandaloso solo questo episodio in sé, perché è l’immagine di ciò che accade spesso nei luoghi di lavoro, ma è scandaloso che ancora non si faccia abbastanza per evitare le morti sul lavoro.”
Dello stesso avviso anche Riccardo Collina, Aurora Maria Fantone, Irene Macchiati e Vittoria Marconi del Liceo Classico Leopardi – Ciccarelli, i quali dichiarano: “Da rappresentanti, ma soprattutto da studenti, siamo avviliti. Qualcuno di noi ha partecipato attivamente alla manifestazione, mentre qualche altro non ha potuto per esigenze personali o familiari. Tuttavia, a prescindere dall’adesione o meno al corteo di protesta, condividiamo tutti gli stessi sentimenti. La reintroduzione della seconda prova ex abrupto, presentata in una bozza che si è fatta troppo attendere; la piaga dell’alternanza-sfruttamento, che è tutto tranne che formativa e che nessuno si prende la briga di curare, debellare o quantomeno modificare; ecco, tutti questi sono alcuni degli indicatori di una triste verità: siamo l’ultimo dei pensieri di uno stato che lascia la scuola, l’istruzione, gli studenti, all’ultimo posto. Abbandonati a noi stessi. Le proteste represse dai manganelli? Si commentano da sole e parlano per se stesse. È oltre il vergognoso che una protesta pacifica, fatta da ragazzi sia soffocata con una violenza che ai cortei di cittadini adulti no-vax, pro-vita, politiche, etc… non viene rivolta. Forse però le vecchie generazioni – non tutti, ma in una buona parte – sono più interessate a criticare le più giovani. Questo è più semplice dell’educare, indirizzare, aiutare, seguire, curare.”