SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Forse mai, come oggi, la Dottrina Sociale della Chiesa assume il valore di attualità. C’è nella società, specialmente nel mondo politico, una tale confusione sugli autentici problemi dell’uomo, per cui si ha bisogno di una parola chiara e precisa. Tanto più per noi cattolici, disorientati da continue richieste, da subdole accondiscendenze, da isterismi disordinati. Nella DSC il cristiano sa di trovare i principi di riflessione, i criteri di giudizio e le direttive di azione da cui partire per promuovere un umanesimo integrale e solidale. Diffondere tale dottrina costituisce un’autentica priorità pastorale.
Nella Centesimus annus, 54 il Papa, S. Giovanni Paolo II così argomenta: “…la dottrina sociale ha di per sé il valore di uno strumento di evangelizzazione: in quanto tale, annuncia Dio ed il mistero di salvezza in Cristo ad ogni uomo e, per la medesima ragione, rivela l’uomo a se stesso. In questa luce, e solo in questa luce, si occupa del resto: dei diritti umani di ciascuno e, in particolare, del “proletariato”, della famiglia e dell’educazione, dei doveri dello Stato, dell’ordinamento della società nazionale e internazionale, della vita economica, della cultura, della guerra e della pace, del rispetto alla vita dal momento del concepimento fino alla morte”.
Si ricorda a quelli che in questi giorni, anche nella nostra città, si arrampicano sugli specchi per stilare un programma credibile, che qui ci sono tanti suggerimenti da tener presenti. Il voto del cattolico deve passare per questa strada, non ci si lasci fagocitare da promesse che durano il tempo del voto. Siamo chiamati al coraggio delle scelte e alla coerenza. Vediamo, ogni giorno, con quanta arroganza, sparuti gruppi politici tentano di far passare per conquiste sociali e di progresso, la loro visione parziale, edonistica e materialistica della vita, attaccando sistematicamente la Chiesa e tentando di sovvertire le leggi anche quelle che hanno fondamento sulla natura dell’uomo. Per citare solo l’ultimo ddl a prima firma Alessandro Zan (deputato del PD e omosessuale a sua volta),ben presto calendarizzato al Senato, già approvato alla Camera nel novembre scorso.
Da più parti arrivano inviti a noi cattolici per un impegno politico e di tornare a pensare politicamente.
Agli uomini che intendono impegnarsi in politica, vorrei suggerire la lettura di un libretto edito dalla San Paolo e che ha come personaggio il mai dimenticato “don Tonino Bello”, Vescovo di Molfetta, ricordato dal suo confratello Luigi Bettazzi.
Si possono leggere pagine stupende in cui il Vescovo dei poveri e della pace invita “gli uomini della città impegnati sul versante sociale e politico ad essere uomini capaci di misericordia. E per compiere questa opera di misericordia occorre rimanere fedeli a Dio (oppure al senso globale delle cose, alla visione metastorica) e fedeli all’uomo. E per meglio spiegare questo concetto Mons.Bello, si rifà al teologo luterano Dietrich Bonhoeffer, il quale nel campo di concentramento nazista il 20 gennaio 1944 scrisse: “Dio e la sua eternità devono essere amati da noi pienamente. Ma questo amore non deve nuocere ad un amore terrestre, né affievolirlo”.
E don Tonino aggiunge: “Chi non fa sintesi partendo da questi due punti di fuga, non potrà essere uomo di misericordia. Chi invece di oscillare sistematicamente tra queste due polarità, si cristallizza su una di esse, credente o non credente, tutto può fare meno che il politico. Se afferma di credere solo in Dio, sarà un fanatico, un despota ,un assolutista intransigente che fa abuso ideologico di Dio a scopo strumentale. Se afferma di credere solo nell’uomo, sarà un intrigante, un maneggione impastato di squallido pragmatismo, un faccendiere di piccolo cabotaggio”.