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Grottammare, Don Dino, Don Federico e Don Roberto raccontano la vita delle loro comunità al tempo del coronavirus


GROTTAMMARE
– Il covid in questi mesi sta continuando a stravolgere le nostre vite sotto ogni aspetto. Sono sotto gli occhi di tutti i cambiamenti avvenuti nella sanità, nell’istruzione, nella ristorazione, nel turismo e nelle relazioni sociali. Anche la comunità ecclesiale è coinvolta in questo processo di adeguamento imposto dalle circostanze. Il cambiamento più evidente riguarda la liturgia con gli ormai noti distanziamenti, obblighi di indossare le mascherine ecc. Ma la vita della Chiesa, che pure dalla liturgia prende linfa, non si esaurisce con essa. Sono molte le attività che le singole parrocchie organizzano per evangelizzare, per educare i giovani, per vivere la carità e molto altro. Abbiamo chiesto ai parroci di Grottammare come stanno vivendo le loro comunità questo difficile periodo.

Don Federico Pompei, Parroco di San Pio V e di San Giovanni Battista: «Le parrocchie hanno ripreso le loro attività di formazione e di educazione alla fede, sia gli Scout, sia l’Azione Cattolica, sia il Cammino Neocatecumenale, come il catechismo parrocchiale. Per quanto riguarda quest’ultima attività tutto il mese di ottobre, fino al 7 novembre, è dedicato agli incontri per i genitori: il 10 ottobre sono stati invitati i genitori dei bambini di terza e quarta elementare, il 17 ottobre i genitori con figli in quinta elementare, il 24 ottobre i genitori dei ragazzi di prima e seconda media, il 31 ottobre sarà la volta dei genitori dei ragazzi di terza media e il 7 novembre i genitori dei giovani di primo superiore.

Terminati questi incontri con i genitori, riprenderanno gli incontri fra catechisti e ragazzi a partire dal 28 novembre (prima, seconda, terza media e primo superiore) e dal 29 novembre (terza, quarta e quinta elementare). Vogliamo passare da genitori che mandano i figli al catechismo a genitori che accompagnano i figli al catechismo! I movimenti invece hanno già ripreso le loro iniziative che in realtà non hanno mai avuto fine in quanto, durante l’estate, c’è sempre stata qualche attività per i ragazzi, secondo le modalità e le caratteristiche proprie di ciascun gruppo, tenendo sempre presenti quelle che sono le disposizioni previste dai protocolli anticovid, ovvero il distanziamento, l’uso delle mascherine, l’igienizzazione delle mani, ecc. Sabato 31 ottobre l’Azione Cattolica incontrerà tutti i genitori. Per quanto riguarda la liturgia, le celebrazioni proseguono, anche qui seguendo i protocolli vigenti: ci sono 6 messe la domenica e 3 durante i giorni feriali. I battesimi vengono celebrati con regolarità. Sono stati 9 i matrimoni celebrati fra agosto e settembre. Invece 32 sono stati i bambini che hanno ricevuto per la prima volta il Sacramento dell’Eucaristia nel mese di settembre, distribuiti in 5 domeniche. A novembre inviteremo le persone al nuovo Consiglio Pastorale Parrocchiale e ai due Consigli per gli Affari Economici (uno per ogni parrocchia, mentre il Consiglio Pastorale è unico)».

Don Dino Pirri, parroco della Madonna della Speranza: «Gli scout stanno provando a ripartire. Infatti sabato 24 ottobre hanno ripreso le loro attività i ragazzi del Clan (giovani fra i 16 e i 21 anni). Per gli esploratori (ragazzi fra gli 11 e i 16 anni) e per i lupetti (bambini dagli 8 agli 11 anni) stiamo aspettando delle precisazioni sui protocolli da mettere in atto, in quanto la situazione è in continua evoluzione. Sono ripresi lo stesso giorno anche gli incontri dell’Aziona Cattolica Ragazzi in parrocchia secondo le modalità oggi possibili. Abbiamo ripreso anche la catechesi per gli adulti sui Dieci Comandamenti che si tiene ogni martedì sera alle 21.00 in chiesa, come anche l’adorazione eucaristica che si tiene ogni giovedì dalle 8.00 alle 18.00 in chiesa. Per quanto riguarda la catechesi dell’iniziazione cristiana dei fanciulli e dei ragazzi stiamo capendo come muoverci, nel senso che non abbiamo a disposizione i locali per accogliere tutti in modo adeguato e quindi stiamo cercando di trovare una soluzione insieme ai catechisti. Per quanto riguarda la catechesi in preparazione del Matrimonio, di solito viene svolta insieme alle altre parrocchie della Vicaria e sono dunque in attesa della riunione con gli altri sacerdoti della vicaria per vedere come organizzarci. Cerchiamo di muoverci con calma e con prudenza non facendo programmi dettagliati ma facendo un passo alla volta, tenendo conto delle circostanze».

Don Roberto Melone, Parroco della Gran Madre di Dio: «Durante il lockdown abbiamo cercato di mantenere i contatti con le persone tramite messaggi, video e i social. La rete ha contribuito a mantenere vivo il contatto con e fra i parrocchiani, soprattutto attraverso le celebrazioni in streaming su facebook, VeraTv e ancoraonline. Con la riapertura delle chiese e la possibilità di celebrare col popolo, le persone sono tornate in chiesa, anche se all’inizio molti hanno avvertito il timore di dover ricominciare, soprattutto i ragazzi e i giovani. Per quanto riguarda il prossimo futuro, personalmente preferisco attendere lo sviluppo della situazione e credo che correre non abbia senso. Non si tratta di paura, ma di senso di responsabilità. Se uno ha il desiderio di Dio non bisogna correre e proprio per questo mi domando: questo desiderio di ricevere i sacramenti è solo per la festa o perché c’è una vera sete di Dio? Questo è il dilemma che mi sono posto davanti alla possibilità di portare avanti le attività parrocchiali. Pertanto abbiamo pensato di rimandare di un anno le Prime Comunioni: dobbiamo a mio avviso guardare la realtà che ci mostra tutte le difficoltà in atto, come le recenti chiusure delle varie scuole mettono in evidenza. La catechesi ha come elemento costitutivo quello di ritrovarsi e incontrarsi e questo allo stato attuale è difficile in rapporto alla quantità e allo spazio a disposizione secondo le norme anticovid. Anche il corso per i fidanzati sottostà alle stesse preoccupazioni e pertanto è stato sospeso. Spero almeno di poter ultimare il corso prossimamente, visto che mancava solo qualche incontro».

Insomma, per dirla con un detto popolare, ripreso anche da Papa Francesco, “siamo tutti sulla stessa barca” e la comunità ecclesiale, immersa nel mondo, vive col mondo stesso «le gioie e le speranze le tristezze e le angosce degli uomini di oggi» (Gaudium et Spes, 1).