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FOTO Le monache clarisse hanno festeggiato Santa Chiara fra l’affetto e l’amicizia del popolo sambenedettese

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Il triduo in onore di Santa Chiara si è concluso nella serata di domenica 11 agosto presso il Monastero Santa Speranza, dove il vescovo Carlo Bresciani ha presieduto la Santa Messa, concelebrata da diversi sacerdoti diocesani e frati della parrocchia di Sant’Antonio. La celebrazione eucaristica è stata animata dalla corale “P. Domenico Stella” della parrocchia di Sant’Antonio da Padova. Numerosissimi i fedeli che hanno preso parte alla celebrazione e che in tal modo hanno dimostrato tutto il loro affetto per la piccola comunità orante che dimora nella zona del Ponterotto.

Durante l’omelia, il Vescovo Carlo si è domandato cosa significhi essere cristiani e in che modo Santa Chiara abbia vissuto ciò. Non siamo cristiani solo perché crediamo che Dio esiste, anche i diavoli sanno che Dio esiste, come afferma la stessa Sacra Scrittura. La peculiarità dell’essere cristiani – ha affermato il Vescovo – deriva dal fatto che riteniamo che ciò che Gesù ha rivelato e insegnato possa farci giungere ad una vita piena. Chiara aveva compreso questo e ha stimato tutto il resto di secondaria importanza.

È solo incontrando Dio – ha proseguito il Vescovo – che possiamo giungere alla pienezza della vita e questo avviene in primo luogo attraverso l’azione di Dio: è lui che prende l’iniziativa. Poi c’è il nostro andare incontro a Cristo Signore come abbiamo ripetuto nel Salmo e Chiara è andata incontro a Cristo in modo radicale.

Chiara – ha concluso Mons. Bresciani – si è stacca dal mondo non per disprezzo del mondo, ma per capirne l’autentico senso alla luce della Parola di Dio. È quanto fanno ancora oggi le monache che abitano questo monastero che, attraverso il silenzio, si aprono a Dio. Le cose importanti non vengono dette in mezzo alla confusione, ma nel silenzio e lontano da ogni possibile distrazione. Fare silenzio significa fare spazio a Dio.