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Musei Sistini, le Annunciazioni tra Marca e Abruzzo: il ritorno delle sculture di Rotella

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ROTELLA – Il progetto, ideato dai Musei Sistini, ma che si realizzerà in piena collaborazione e sinergia con il Comune di Rotella, ruota attorno al ritorno temporaneo del gruppo ligneo raffigurante l’Angelo Annunziante e la Vergine Annunciata; lo stesso fu ceduto nel 1919 dalla chiesa parrocchiale di Rotella alla Galleria Nazionale delle Marche di Urbino, dove a tutt’oggi si trova lungo il percorso espositivo.

Il gruppo scultoreo, legato agli stilemi della pittura locale, da Carlo Crivelli a Pietro Alemanno, fu definito da Luigi Serra, allora Soprintendente delle Marche e autore dell’acquisto, come “il miglior saggio di scultura abruzzese conservato nella Marca”.

Evidenti sono i rapporti delle due sculture con la celebre Annunciazione di Carlo Crivelli del 1486, oggi alla National Gallery di Londra e con le tavole della cimasa del trittico di Camerino, le cui parti laterali, raffiguranti l’Angelo Annunziante e la Vergine Annunciata, si trovano oggi a Francoforte, presso lo Städel Museum/ Städelsches Kunstinstitut lo und Städtische Galerie.

Queste due tavole esemplificano molto bene le novità apportate da Carlo Crivelli al tema dell’Annunciazione, ponendosi quale modello iconografico cui quasi certamente ha guardato l’autore del gruppo ligneo di Rotella.
I contatti in corso con l’attuale direttore della Galleria Nazionale delle Marche, Dott. Peter Aufreiter, permetteranno di far tornare temporaneamente le due sculture nel Museo di arte sacra di Rotella, andando a costituire il nucleo centrale dell’esposizione.
La mostra intende presentare al pubblico opere di uno stesso soggetto e appartenenti al medesimo ambito figurativo crivellesco, assieme ad altri lavori ad esso collegati, per vicinanza culturale e geografica e realizzati nell’Ascolano, nell’Abruzzo settentrionale e in Umbria.

Numerosi sarebbero i rimandi iconografici e stilistici generati dal confronto di queste opere con testimonianze, soprattutto pittoriche, che si riferiscono al popolare tema dell’Annunciazione: si pensi ai celebri dipinti di scuola camerte databili alla metà del Quattrocento o alle opere dei crivelleschi sparse in numerosi borghi montani tra Marche e Abruzzo.

Il legame delle Marche con il tema dell’Annunciazione risulta peraltro particolarmente forte grazie soprattutto alla presenza della Santa Casa, giunta a Loreto nel Trecento, secondo la tradizione, ed intorno alla quale è stato eretto uno dei Santuari mariani più noti al mondo.

Sebbene l’iconografia della Vergine lauretana si caratterizzi per una sua propria immagine, affatto diversa da quella dell’Annunciazione, è tuttavia innegabile che il significato connesso al Santuario mariano sia stato un elemento di rafforzamento della devozione verso questo avvenimento di cruciale importanza nella storia dell’umana salvezza. Il ruolo che questa ricorrenza ha sempre ricoperto, infatti, è testimoniato da altri eventi singolari come, ad esempio, l’acquisizione nel 1482 da parte del territorio ascolano, della Libertas Ecclesiastica avvenuta il 25 marzo,  giorno dell’Annunciazione; ed è proprio in questa occasione che vennero commissionate ad Ascoli Piceno notevoli opere d’arte sul tema, come il dipinto di Pietro Alemanno (Ascoli Piceno, Pinacoteca) e la pala di Carlo Crivelli per i Francescani osservanti della chiesa dell’Annunziata (Londra, National Gallery). Inoltre, un importante santo dell’ordine, Giacomo della Marca, aveva già sostenuto, attraverso la predicazione, la devozione alla Vergine Annunciata, come testimonia il dono fatto alla vicina città di Fermo della Sacra Icona (oggi nel locale Museo Diocesano), preziosa tavola dipinta e impreziosita da una coperta d’argento contenente una reliquia dell’Annunciazione.

Proprio grazie a questa devozione nel secondo Quattrocento si diffondono dipinti e gruppi lignei raffiguranti l’Annunciazione in una vasta area tra Marche, Umbria e Abruzzo: la mostra intende dunque offrire un approfondimento di questo tema dal punto di vista storico, artistico e devozionale.

Il piano della mostra prevede l’esposizione delle seguenti opere che si ritengono di fondamentale importanza per la coerenza del progetto:

Unitamente alla finalità artistico-scientifica appena descritta, un importante obiettivo di questa mostra è quello di creare, attraverso l’arte, un volano per l’incremento del settore turistico del piceno dopo gli eventi sismici. Da un punto di vista prettamente legato alla storia dell’arte, si intende infatti creare un richiamo per gli esperti e amanti dell’arte sacra, che specificatamente decideranno di venire a visitare la mostra di Rotella in quanto attratti da questa unica e probabilmente irripetibile simultanea presenza di testimonianze pregevoli.

Un ulteriore obiettivo è anche quello di convogliare nelle aree interne dell’entroterra, ricche di storia e di tradizioni religiose, una parte dell’ingente porzione di turisti che tradizionalmente nei mesi estivi affollano le località turistiche della costa, interessati principalmente al classico turismo balneare ma anche desiderosi di iniziative ed eventi socio-culturali, quali quelli legati alle manifestazioni religiose e artistiche. Scaturisce infatti da questa richiesta di diversificazione dell’offerta turistica l’inaspettato successo di pubblico che nell’estate 2018 ha fatto registrare la mostra Opere d’arte salvate dal terremoto da Camerino e dalle terre Sistinetenutasi a Rotella dal 22 luglio al 30 settembre 2018.

Facendo tesoro di questa esperienza, ci si prefigge con questa nuova e scientificamente ancora più probante iniziativa artistico-culturale programmata per l’imminente estate, di creare un modello concreto di sviluppo, capace di valorizzare i centri minori del Piceno.

 La mostra sarà realizzata con il contributo della Regione Marche, del Bim, della Fondazione Carisap e soprattutto delle aziende locali.