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Colombia: colpiti da inondazioni i dipartimenti di Guainía, Vichada e Santander

La zona orientale e quella centrosettentrionale della Colombia sono colpite in questi giorni da inondazioni e dagli effetti del maltempo. Il 50% del dipartimento del Guainía è sott’acqua, mentre a Puerto Carreño, capoluogo del Vichada ai confini con il Venezuela, i fiumi Orinoco, Meta e Rio Vita dono esondati e l’acqua ha sommerso 14 dei 28 quartieri della città.
Il vescovo di Puerto Inírida (Guainía), mons. Joselito Carreño Quiñonez esprime attraverso il sito della Conferenza episcopale colombiana la sua preoccupazione per l’incremento delle piogge. Le famiglie che hanno riportato danni dal maltempo sono già oltre 14mila. Subito la Chiesa si è mobilitata per portare loro soccorso. “Ci siamo subito rivolti alla Pastorale sociale – Caritas nazionale, ai banchi alimentari di Villavicencio e Bogotá e a persone di buon cuore”, afferma mons. Carreño, secondo il quale al soccorso immediato deve aggiungersi un piano di aiuti per il futuro, dato che molte famiglie hanno perso la propria casa, le coltivazioni sono andate perdute e molti animali sono morti affogati. Servono in questo momento soprattutto alimenti, viveri, generi per l’igiene personale e medicinali, afferma padre William Yesid Ibarra Díaz, della fondazione San José Obrero.

Situazione simile si vive a Puerto Carreño, dove centinaia di persone sono state evacuate. Coinvolte nell’alluvione 18 riserve indigene. In tutto il dipartimento del Vichada le persone colpite dagli effetti del maltempo sono oltre 4mila. Anche in questo territorio la Chiesa è mobilitata con varie iniziative per raccogliere aiuti. Già dallo scorso 26 luglio il municipio di San Gil, che si trova nel dipartimento centrosettentrionale del Santander, a circa 300 chilometri a nord di Bogotá e a circa 50 chilometri a sud del capoluogo Bucaramanga, si trova sommerso dal fango. La diocesi di Socorro-San Gil sta coordinando gli aiuti assieme alla Pastorale sociale Caritas nazionale. Vengono effettuate raccolte di alimenti e generi di prime necessità. Circa novanta le famiglie evacuate, come riporta un comunicato della diocesi.