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Nuovi santi: mons. Nolè e p. Ammendola, “nella vita del beato Angelo d’Acri si è manifestata la potenza di Dio a servizio dei fratelli”

“Oggi ci ritroviamo, dopo alcuni secoli dalla sua testimonianza, a veder brillare l’ardore del suo amore per Cristo e per i fratelli, come esempio da imitare per la Chiesa universale. È una fiamma inarrestabile, attinta a quel Roveto che brucia e non si consuma, perché nella vita del beato Angelo si è manifestata la potenza di Dio a servizio dei fratelli”. Lo si legge nel messaggio “Attingiamo anche noi all’Amore di Dio” dell’arcivescovo di Cosenza–Bisignano, mons. Francesco Nolè, e del provinciale dei Frati minori cappuccini di Calabria, padre Pietro Ammendola, in vista della canonizzazione del beato Angelo d’Acri, che avverrà il prossimo 15 ottobre a piazza San Pietro. “Vogliamo invitare tutti voi a lodare, ringraziare e benedire con noi il Signore perché non ci fa mancare mai i segni della sua potenza e del suo amore, donandoci santi testimoni della fede che hanno trasmesso, con la loro vita e la loro fedeltà al Vangelo e alla vocazione specifica, la bellezza di appartenere a Cristo e alla sua Chiesa”, scrivono nel messaggio che è stato presentato questa mattina in una conferenza stampa nel palazzo arcivescovile bruzio.
“Uomo di carità e di virtù evangeliche”, “l’attualità del suo messaggio sta nell’ardore per Cristo, nella passione di annunciarne il Vangelo e nella costante indicazione della strada da seguire”, aggiungono. Per mons. Nolè e padre Ammendola, “oggi più che mai queste figure di santità possono richiamarci alla fedeltà al Vangelo e alla nostra vocazione battesimale ricevuta e maturata in famiglia”. Il presule e il provinciale cappuccino ricordano come nella spiritualità del beato Angelo “emerge un forte amore per l’Eucaristia, la sua forza come pacificatore e illuminatore di coscienze la trovava nel mirabile sacramento che lo apriva alla missione e alla carità”.