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Papa Francesco: “Accogliere la sorpresa di Dio”

Zenit/Paul de Maeyer

VATICANO – “Lo Spirito è il dono di Dio, di questo Dio, Padre nostro, che sempre ci sorprende.” Lo ha affermato papa Francesco lunedì 8 maggio 2017 nella sua omelia mattutina a Santa Marta, nella quale si è soffermato sull’odierno brano degli Atti degli Apostoli (11,1-18).

Come ha spiegato il Papa, l’episodio del confronto tra l’apostolo Pietro e gli altri discepoli dimostra che nella Chiesa degli inizi alcuni avevano paura delle novità, in questo caso l’apertura ai pagani e la loro integrazione nella comunità.

Ma il Signore ci sorprende sempre, ha ricordato Francesco, poiché è “un Dio vivo”, “un Dio che abita in noi”, che “cammina con noi e in questo cammino ci sorprende sempre”.

La vicenda ci insegna che non bisogna opporsi allo Spirito Santo e giustificare il proprio agire, dicendo che “si è fatto sempre così”. Di fronte alla contestazione, Pietro è stato capace di “accogliere la sorpresa di Dio” e ha preso una decisione “coraggiosa”.

La resistenza allo Spirito è anche il rimprovero che il protomartire Stefano ha rivolto ai membri del Sinedrio, ha ricordato il Papa. “Voi e i vostri padri avete resistito sempre allo Spirito Santo”, disse Stefano. Si tratta — così ha detto Francesco — della “chiusura alla voce di Dio”.

A questo punto della sua meditazione, il Papa si è soffermato sul Vangelo odierno del Buon Pastore (Giovanni 10,11-18) e ha sottolineato che Gesù vuole “un solo gregge e un solo pastore”. Quindi, non ci possono essere “credenti di seconda classe”.

La resistenza allo Spirito Santo, ha affermato Francesco, “uccide”: “uccide la libertà, uccide la gioia, uccide la fedeltà allo Spirito Santo che sempre agisce in avanti, portando in avanti la Chiesa.”

Quindi, come si può sapere “se una cosa è dello Spirito Santo o è della mondanità, dello spirito del mondo, o è dello spirito del diavolo?”, ha chiesto il Papa.

Occorre “chiedere la grazia del discernimento”, così ha risposto, ricordando che il discernimento — un elemento fondamentale nella spiritualità ignaziana — è lo strumento “che lo stesso Spirito ci dà”.

“Chiediamo al Signore la grazia del discernimento per non sbagliare strada e non cadere nell’immobilità, nella rigidità, nella chiusura del cuore”, così ha concluso la sua meditazione, ricordando che la fede “non cambia mai” ma “è in movimento, cresce, si allarga”.