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“La sfida più grande per l’educazione in Messico è l’attenzione alla qualità umana”

RettoreRocìo Lancho Garcìa

Il Messico prepara gli ultimi dettagli per l’arrivo di Papa Francesco, il prossimo venerdì 12 febbraio. Diversi settori di Chiesa, società e cultura hanno partecipato in forma attiva a preparare l’accoglienza del Pontefice. Tra questi, il mondo dell’università. Lo spiega a ZENIT  Carlos Güereca, rettore della Università Interamericana per lo sviluppo del Messico, raccontando anche quali sfide il mondo dell’educazione deve oggi affrontare nel paese, come pure le speranze e i frutti già visibili che il Santo Padre potrà toccare con mano durante la sua visita. Di seguito l’intervista.

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Quali sono attualmente le sfide dell’educazione in Messico?
Sono tante. A cominciare dal fatto che solo il 30 % dei giovani si iscrive all’Università per diversi motivi, e uno di questi è per ‘copertura’. Entro il 2021 si stima che circa 7 milioni di giovani non potranno studiare per mancanza di spazio nelle università. Tuttavia l’ostacolo più grande dell’educazione in Messico è porre una attenzione urgente alla qualità umana, nel senso di definire la base e lo standard che determinerà la qualità umana di un futuro professionista, quindi educarlo all’etica e ai valori in modo da rispondere alle domande di ogni essere umano,

Alla luce di questo, che contributo potrà offrire la visita del Papa?
La visita di Papa Francesco è un motivo di grande allegria per il nostro popolo, soprattutto per i giovani. La chiamata a “hacer lío, fare chiasso”, ad accettare la sfida di esseri cristiani, di rifiutare la cultura dello scarto e abbracciare invece la cultura dell’incontro, hanno avuto grande eco nella gioventù. Le università devono forni spazi e opportunità affinché queste chiamate che il Papa fa al mondo (e non solo cristiano) possano realizzarsi. Staremo pertanto molto attenti al messaggio del Pontefice nel nostro paese perché sarà sicuramente una guida per il cammino formativo dei giovani in messico in Messico.

Dal suo punto di vista di Rettore di un Ateneo, crede che i giovani messicani hanno delle speranze per il futuro?
Certo! Non solo i giovani, ma anche tutti coloro che vivono la virtù della speranza fondata in Gesù Cristo. Ma, parlando in particolare dei giovani, posso dire che noto nelle nuove generazioni una naturale tendenza a voler migliorare la società, a partecipare attivamente ai progetti e di essere parte di qualcosa di grande e di nobile. Questa forza è molto diffusa tra i giovani e ci motiva nella certezza di un Messico migliore.

E l’Università in che modo aiuta i giovani a mantenere viva questa speranza, specie in una società così segnata da crimini e violenza?

Già lo studio e gli sforzi che si compiono nelle università sono tutti incanalati verso un buon fine, ovvero imparare una professione che possa aiutare a vivere degnamente la vocazione e i talenti di ognuno. Questo incoraggia tanto i giovani. Anche si spingono i ragazzi a competere in un mondo globale in continua trasformazione. In particolare nella Unid, la mia università, crediamo che non solo dobbiamo preparare gli studenti e fornire loro gli strumenti per competere, ma anche insegnargli ad esercitare una leadership positiva mirata al servizio verso gli altri. I nostri studenti sono quindi chiamati a praticare il bene e trovare nella propria vita professionale un mezzo per aiutare le persone che hanno intorno, dando la priorità a coloro che non hanno avuto la stesse opportunità economiche, in famiglia, nello studio ecc. Nella nostra università offriamo quindi il programma di formazione completa Vive UNIT basato su quattro fondamenti essenziali per la trasformazione positiva della persona e dell’ambiente: valori, impatto sociale, vita universitaria e crescita spirituale. Tutto questo si svolge attraverso progetti curriculari e extra-curriculari durante tutta la carriera universitaria. Infine, nella maggior parte dei nostri uffici ci sono dei cappellani che accompagnano gli studenti e forniscono il supporto per la loro vita spirituale attraverso il dialogo e i sacramenti.

Alcuni di questi giovani della sua Università sono coinvolti nella visita del Santo Padre? In che modo?
Oltre 2mila tra studenti e collaboratori della UNID stanno partecipando attivamente come volontari nelle differenti città che visiterà Papa Francesco, in particolare a Morelia, nel Michoacán. Allo stesso tempo stiamo assistendo la gestione di alcune delle reti sociali ufficiali della visita di Sua Santità e la sala stampa.

In ultimo, quali frutti si augura possa portare questa visita papale?
L’arrivo del Papa in Messico è l’opportunità di riaffermare la vocazione cristiana del popolo messicano, di riaccendere la fiamma della fede e di far sventolare ancora la bandiera della carità. Sono sicuro che la presenza del Pontefice in terra messicana muoverà i nostri cuori alla imitazione di Cristo misericordioso e alla carità verso i poveri.