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Francesco all’Angelus: “Diventiamo artefici di misericordia”. Poi saluta Benedetto XVI

AngelusZenit

“Cari fratelli e sorelle, buongiorno e buona Festa!”. Terminata la celebrazione eucaristica in piazza San Pietro, Papa Francesco si affaccia alla finestra dello studio nel Palazzo Apostolico Vaticano per recitare l’Angelus con i fedeli ed i pellegrini convenuti in occasione della Solennità dell’Immacolata Concezione e per l’apertura del Giubileo Straordinario della Misericordia.

Nella sua catechesi prima della preghiera mariana, il Pontefice riflette sulla festa liturgica che – dice – “ci fa contemplare la Madonna che, per singolare privilegio, è stata preservata dal peccato originale fin dal suo concepimento”. “Pur vivendo nel mondo segnato dal peccato, non ne viene toccata: è nostra sorella nella sofferenza, ma non nel male e nel peccato. Anzi, il male in lei è stato sconfitto prima ancora di sfiorarla, perché Dio l’ha ricolmata di grazia”, sottolinea il Papa.

Spiega quindi che “l’Immacolata Concezione significa che Maria è la prima salvata dall’infinita misericordia del Padre, quale primizia della salvezza che Dio vuole donare ad ogni uomo e donna, in Cristo. Per questo l’Immacolata è diventata icona sublime della misericordia divina che ha vinto sul peccato. E noi, oggi, all’inizio del Giubileo della Misericordia, vogliamo guardare a questa icona con amore fiducioso e contemplarla in tutto il suo splendore, imitandone la fede”.

Nel concepimento immacolato di Maria – afferma il Santo Padre – tutti “siamo invitati a riconoscere l’aurora del mondo nuovo, trasformato dall’opera salvifica del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo”. Per questo la Vergine Maria, “mai contagiata dal peccato e sempre ricolma di Dio, è madre di una umanità nuova”.

Celebrare questa festa comporta, quindi, due cose: “Primo, accogliere pienamente Dio e la sua grazia misericordiosa nella nostra vita; secondo, diventare a nostra volta artefici di misericordia mediante un autentico cammino evangelico”. La festa dell’Immacolata diventa allora la festa di tutti noi “se – evidenzia Francesco – con i nostri ‘sì’ quotidiani, riusciamo a vincere il nostro egoismo e a rendere più lieta la vita dei nostri fratelli, a donare loro speranza, asciugando qualche lacrima e donando un po’ di gioia”.

Tutti i fedeli ad imitazione di Maria sono pertanto chiamati a diventare “portatori di Cristo e testimoni del suo amore”, guardando anzitutto “a quelli che sono i privilegiati agli occhi di Gesù”, i poveri e i bisognosi. In tal senso, l’odierna festa dell’Immacolata Concezione “ci ricorda che nella nostra vita tutto è dono, tutto è misericordia”, rimarca il Papa. E auspica che “la Vergine Santa, primizia dei salvati, modello della Chiesa, sposa santa e immacolata, amata dal Signore, ci aiuti a riscoprire sempre più la misericordia divina come distintivo del cristiano”. Perché “non si può capire un cristiano vero che non sia misericordioso, come non si può capire Dio senza la misericordia”, aggiunge a braccio.

La misericordia è infatti “la parola-sintesi del Vangelo”, “il tratto fondamentale del volto di Cristo”. Quel volto “che noi riconosciamo nei diversi aspetti della sua esistenza: quando va incontro a tutti, quando guarisce gli ammalati, quando siede a tavola con i peccatori, e soprattutto quando, inchiodato sulla croce, perdona; lì noi vediamo il volto della misericordia divina”. “Non abbiamo paura – esorta il Pontefice – lasciamoci abbracciare dalla misericordia di Dio che ci aspetta e perdona tutto. Nulla è più dolce della sua misericordia. Lasciamoci accarezzare da Dio. È tanto buono il Signore e perdona tutto”.

“Per intercessione di Maria Immacolata – è quindi la preghiera conclusiva del Papa – la misericordia prenda possesso dei nostri cuori e trasformi tutta la nostra vita”.

Al momento dei saluti, dopo l’Angelus, Bergoglio rivolge un pensiero alle famiglie, i gruppi parrocchiali e le associazioni. Poi ricorda che nel pomeriggio si recherà in Piazza di Spagna, per pregare ai piedi del monumento all’Immacolata, e subito dopo nella Basilica di Santa Maria Maggiore. “Vi chiedo di unirvi spiritualmente a me in questo pellegrinaggio, che è un atto di devozione filiale a Maria, Madre di Misericordia – dice il Papa -. A Lei affiderò la Chiesa e l’intera umanità, e in modo particolare la città di Roma”.

A braccio, infine, uno speciale invito: “Oggi, all’inizio, ha varcato la porta della misericordia anche Papa Benedetto. Inviamo tutti i saluti a Papa Benedetto”, dice il Santo Padre. Conclude quindi augurando a tutti i fedeli “una buona festa e un Anno Santo ricco di frutti, con la guida e l’intercessione della nostra Madre. Per favore, chiedete questo al Signore anche per me che ne ho tanto bisogno! Buon pranzo e arrivederci”.