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Giancarlo Romandini ci invita a bordo del ristorante Aereo, rubrica “diamo voce ai piccoli imprenditori”

di Sara De Simplicio

SANT’EGIDIO ALLA VIBRATA – Continua la nostra serie di interviste ai piccoli imprenditori della nostra diocesi Clicca qui per leggere le precedenti

SANT’EGIDIO ALLA VIBRATA – Continua la nostra esplorazione in Val Vibrata, alla ricerca di piccoli “maghi” dell’imprenditoria che tengono duro e resistono al vento fastidioso di un periodo no. Abbiamo incontrato questa volta il proprietario di un ristorante – pizzeria a Sant’Egidio alla Vibrata…ma non un ristorante qualunque. Non è così consueto poter vedere tra gli estesi e verdi campi di una vallata un aereo che , pur “a riposo”, al suo interno continua però ad accogliere ed ospitare persone, non più come passeggeri bensì come commensali. E’ il caso proprio del Ristorante – Pizzeria Caravelle di cui ci racconta la storia il signor Giancarlo Romandini, proprietario nonché cuoco.

Come è nata l’idea di offrire un servizio di ristorazione all’interno di un aereo?

L’idea è nata nel 2002 e dopo quattro anni è riuscita a realizzarsi, precisamente nel 2006. Da molto tempo lavoravo nel settore della ristorazione ma il locale in centro era piccolo e il lavoro limitato. Così ho avuto lo stimolo ad inventarmi una nuova “forma” di ristorante, riuscendo a coniugare il mio lavoro e la passione per la cucina e per gli aerei…l’idea che è divenuta realtà quando, per una coincidenza, a Loreto mi sono “imbattuto” in un aereo dismesso. L’ho acquistato e l’abbiamo poi trasportato su di un rimorchio costruito proprio lì per l’occasione e lungo 40 metri. Ho poi provveduto a sistemarlo dal punto di vista igienico ed estetico: internamente è stata sostituita la pavimentazione, i sedili e la moquette. All’esterno, l’aereo è stato collegato al complesso adiacente, che del resto lo sostiene.

La scelta del nome del ristorante da cosa deriva?

“Caravelle” è proprio il nome dell’aereo francese. Il Sud Aviation Caravelle è stato il primo aereo a reazione per il corto raggio e fu il simbolo dell’era glamour del jet negli anni sessanta. Fu costruito attorno agli anni ’50, nell’immediato dopoguerra, e fu il primo aereo dell’aeronautica civile che attraversò l’Oceano: il nome si ricollega evidentemente alla traversata di Colombo.

Com’è cambiato il consumo nel tempo e come avete reagito alla crisi?

La crisi, purtroppo, ha toccato anche questo settore. Noi però possiamo ritenerci fortunati perché abbiamo i nostri “fedeli” clienti che tornano spesso a trovarci e molti altri ci raggiungono da varie parti d’Italia…da Norcia, L’Aquila e anche Foggia…dato che siamo solo in due in Italia ad avere questo tipo di attività. Tante sono le famiglie che desiderano mangiare sopra l’aereo… è una grande attrattiva anche per i più piccoli.

Cosa offre il vostro ristorante e quali sono le vostre specialità?

Noi offriamo un servizio da ristorante e da pizzeria. Ci “occupiamo” un po’ di tutto…per assecondare una tradizione “mista” dato che ci troviamo al confine tra due province di due regioni diverse. Caravelle è interamente a gestione familiare e il ristorante comprende un’ampia sala banchetti che può ospitare fino a 150 persone e l’interno dell’aereo dove alloggiano sino a 50 coperti. D’estate, inoltre, si può mangiare all’aperto nell’ampio atrio e i bambini possono divertirsi nel giardino dotato di parco giochi. Inoltre, per le feste di compleanno abbiamo un “menu pizza” speciale a soli dieci euro: patatine, crostini, pizze a spicchi e bevande incluse!

Vista la sua esperienza, quale stimolo crede sia necessario per poter avviare un’attività e riuscire a mantenerla negli anni?

La passione, senza dubbio: se non c’è quella prima o poi non reggi e molli tutto. La voglia di guadagnare velocemente non può essere accontentata: non si può guardare subito ai ricavi perché non arrivano subito. Soprattutto in questo lavoro, dove al primo posto c’è accontentare le persone e metterti al loro servizio, bisogna essere disposti a fare gavetta e a “faticare”: è questo il segreto secondo me.