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Cardinal Pietro Parolin “Il villaggio dimenticato da Dio/Dio dimenticato dal villaggio”

Parolin“Il villaggio dimenticato da Dio/Dio dimenticato dal villaggio”. Ha usato questa espressione del poeta locale Vladimir Niakliaev il cardinale segretario di Stato Pietro Parolin, per introdurre l’omelia della celebrazione da lui officiata ieri nell’arcicattedrale di Minsk, durante la sua visita in Bielorussia. L’intenzione era evocare la Via Crucis del popolo bielorusso, la cui storia ha conosciuto momenti davvero difficili: “In tempi ancora recenti – ha detto, secondo quanto riporta Radio Vaticana – i sacerdoti sono stati deportati, le chiese distrutte, le comunità disperse, mentre una propaganda molto organizzata e insistente intendeva cancellare dal cuore dei credenti l’immagine di Dio”. Ma “la risurrezione non poteva tardare – ha sottolineato il segretario di Stato – perché il cuore paterno di Dio non resiste al grido di quanti sono vittime”. Il cardinale Parolin, riferendosi a quanto sta accadendo nella vicina Ucraina, ha avvertito dei pericoli che corre l’uomo quando si allontana da Dio: “Conosce gli abissi della crudeltà, la violenza esplode in una brutalità di cui a volte siamo testimoni diretti attraverso i mezzi di comunicazione: comunità distrutte, bambini e anziani sterminati senza pietà o costretti a vivere sotto terra per lungo tempo, mentre intorno si distrugge il loro mondo, le cose cui sono abituati e persino le persone che amano”. (segue)
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Il cardinale Parolin ha ammonito contro “i piccoli idoli che vogliono prendere il posto di Dio: il miraggio della ricchezza facile, la perdita del senso del bene e del male, l’indifferenza, l’andare in chiesa solo per tradizione, sentirsi cattolici quasi per identità etnica, ma poi vivere senza senso, senza scopo, senza direzione. Vivere da egoisti, come se Dio non ci fosse. Onorarlo con le labbra, ma non con il cuore”. E a proposito della Chiesa: “Non lasciatela anche se è piena di peccati e qualche volta vi delude – ha esortato – in essa batte il cuore di Cristo!”. Il cardinale ha poi richiamato i giovani, che della comunità ecclesiale sono il futuro, a un impegno concreto e sincero in tutte le sfere della propria vita. Ha voluto, inoltre, ricordare loro che Dio è “la nostra” forza quando siamo fragili, che è più forte dei nostri peccati e ci ha salvato per grazia, non per i nostri meriti: “Voi siete il tabernacolo vivo di Dio – ha aggiunto – non profanatelo mai”. Infine, il segretario di Stato ha riportato un pensiero di Papa Francesco per i bambini e la sua carezza, uno per uno: “Sentite l’amore di mamma e papà e pensate che Dio vi ama ancora più profondamente”. Ai genitori, invece, un’ammonizione: “Ricordatevi che i bambini vi guardano, che il vostro amore li fa vivere e li riempie di pace, mentre il cattivo esempio li rende tristi e può distruggere le loro vite”.