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Lodi e la comunicazione una trama sempre nuova

Di Ferruccio Pallavera

Lodi, giornali e lodigiani. Un legame che affonda nella notte dei tempi.
A iniziare fu un gruppo di liberali illuminati che nel 1834 diedero vita a un settimanale, “La Gazzetta di Lodi e Crema”, la quale nel 1860 si trasformò nel “Corriere dell’Adda” e tra mille traversie arrivò fino al 2001. La risposta dei socialisti non si fece attendere, e nel 1868 Enrico Bignami fondò a Lodi il settimanale “La Plebe”, dove scrivevano due tedeschi che si chiamavano Engels e Marx; poi Bignami la trasferì a Milano, a cadenza giornaliera: fu il primo quotidiano socialista d’Italia. I cattolici a loro volta nel 1878 partorirono un settimanale, “Il Lemene”, a cui nel 1890 un vescovo illuminato cambiò nome, ribattezzandolo “Il Cittadino”, e in quella scelta c’erano una strada e una bandiera.
Lodi pullulava di tipografie, da esse alla fine dell’Ottocento uscivano quattro giornali, e tra bozze e banconi nel 1912 si aggirava anche un sanguigno rivoluzionario romagnolo, Benito Mussolini, che arrivava sul posto a far stampare “La Folla”. La vicina città di Codogno non era da meno, e ai primi del Novecento di settimanali ne aveva due: “Il Po” e “Il Popolo”.
Lodi, giornali e giornalisti. Gaetano Semenza di Sant’Angelo Lodigiano, patriota e parlamentare, fondò nel 1865 un quotidiano che chiamò “Il Sole”, e questo cent’anni dopo si unì al “24 Ore”, dando vita al quotidiano che tutti oggi conoscono. Mario Borsa della cascina Fittarezza, dal 1911 al 1918 fu condirettore del “Secolo”; caduto in disgrazia durante il fascismo, nella Milano della liberazione venne chiamato ad assumere la direzione del “Corriere della Sera”.
Per vent’anni il lodigiano Giuseppe De Carli è stato uno dei vaticanisti più stimati, instancabile “viaggiatore” attorno al mondo al fianco di Papa Wojtyla. E Roberto Arditti, dopo aver diretto “Il Tempo” di Roma, è oggi il responsabile della comunicazione di un evento aperto al mondo, Expo 2015.
In ogni campo base troverete sempre un lodigiano. Così anche nelle redazioni del “Corriere” e di “Repubblica”. Oggi una donna tutta d’un pezzo, nata in casa nostra, a Zorlesco di Casalpusterlengo – Annamaria Tarantola – è presidente della Rai.
Nel 1990 a Lodi e nel suo territorio – duecentomila abitanti – venivano pubblicati due quotidiani e quattro settimanali. C’erano quattro radio libere e tre emittenti televisive. Oggi di giornale ne è rimasto uno soltanto – “Il Cittadino” – che da 25 anni si è trasformato in quotidiano, grazie a un gruppetto di ragazzini ventenni guidati da un vecchio prete saggio. Al sito Internet del “Cittadino” ogni giorno si collegano in 20mila, i “mi piace” su Facebook sono 23mila, la nuova App sta riscuotendo successi, il calo delle vendite nelle edicole è compensato dalla crescita degli abbonati sul web. Il giornale ha due differenti edizioni: una per il Lodigiano, l’altra per il Sudmilano. Nella sede non c’è solo la redazione, ma anche l’agenzia di pubblicità, e gli studi di registrazione di Radio Lodi e di Telepace.
Non è dunque un caso che dal 22 maggio al 1° di giugno Lodi ospiti il festival della comunicazione.
L’iniziativa è promossa dalla Società San Paolo e dalle Figlie di San Paolo in stretta collaborazione con la diocesi. Negli anni passati ha toccato le città di Avezzano, Caltanissetta, Padova, Caserta, Bari, Salerno, Brescia e Alba. Quest’anno dibatterà il tema nazionale “Comunicazione al servizio di una autentica cultura dell’incontro”, che a Lodi è stato tradotto in “Persone e parole: quale incontro?”.
Sarà un Festival spalancato sul territorio, con momenti d’alto livello, con ospiti d’eccezione: citiamo, ad esempio, il dibattito tra i tre direttori di giornali notissimi a livello nazionale: Ferruccio De Bortoli del “Corriere della Sera”, Marco Tarquinio di “Avvenire” e Antonio Sciortino di “Famiglia Cristiana”. Momenti ugualmente importanti li avremo con spiccate personalità locali: dagli imprenditori Alessandro e Cristina Zucchetti a Franco Bergamaschi di Erbolario, dallo scienziato Alfio Quarteroni a Roberto Arditti grande comunicatore di Expo 2015.
Sarà un appuntamento che guarderà lontano. Il titolo dell’evento inaugurale, messo a punto con i settimanali cattolici italiani, “La fionda di Davide dalla carta stampata al web”, è già di per sé un programma.