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Edio Costantini “Lo sport educativo è quello che mette al centro la persona a differenza dello sport commercio che mette al centro lo spettacolo”

Edio
 di Vincenzo Pastore
Quando ci mettiamo comodi sul divano davanti a un televisore per assistere a una partita di calcio, di basket o a qualsiasi altro evento sportivo, concentriamo con ogni probabilità la nostra attenzione sugli atleti in quanto interpreti della disciplina, e non in quanto uomini.
Lo stesso accade quando assistiamo direttamente a una gara in uno stadio o in un palazzetto.
Ma dietro un calciatore, un cestista o un pilota si nascondono un uomo e una donna con i loro sacrifici, le loro speranze, i propri talenti e limiti annessi.
E soprattutto con il proprio sistema di valori, trasmessi in famiglia o dagli educatori della loro crescita.
Lo sport come sintesi della vita, con l’uomo in primo piano rispetto all’atleta.
Se ne occupa il volume “Uno sport per l’uomo aperto all’assoluto”, (Ed. Ave 2013), di Edio Costantini, con la prefazione di monsignor Mariano Crociata, segretario generale della Cei. “Una scuola di fede e speranza, di vita e palestra di vita cristiana, perché insegna coerentemente e concretamente che cosa significhi perseveranza, determinazione fiducia” è la definizione di sport di monsignor Crociata.
 
La scuola di pensiero e di ricerca sullo sport. Il libro racchiude gli esiti dei primi due anni di lavoro della scuola di pensiero e di ricerca sullo sport, promossa dall’Ufficio nazionale per la pastorale del turismo, tempo libero e sport della Cei, in collaborazione con la sezione Chiesa e sport del Pontificio Consiglio per i laici e del Pontificio Consiglio della cultura. “Riaffermare la scelta educativa come dimensione prioritaria dell’attività sportiva; cioè, ritenere che, attraverso l’esperienza sportiva, si possa ricostruire l’humanum nella sua interezza”, è tra gli obiettivi della Scuola di pensiero ribadito, nella prefazione del testo, da monsignor Mario Lusek, direttore dell’Ufficio Cei per la pastorale del tempo libero, turismo e sport.
Nuovo modello di cultura sportiva. Il libro di Costantini si muove lungo una direttrice ben precisa: il risveglio delle coscienze delle associazioni e dei giovani a un nuovo modello di cultura sportiva basato su due principi ispiratori, l’educazione e la cultura. “Lo sport educativo è quello che mette al centro la persona a differenza dello sport commercio che mette al centro lo spettacolo e dello sport dei trofei che guarda soltanto alla vittoria”, evidenzia Costantini, richiamandosi al magistero della Chiesa. Una Chiesa che ha sempre avuto un occhio di riguardo nei confronti di questo ambito della vita, soprattutto nel Novecento.
Lo dimostra la grande passione per l’attività fisica dello sportivo Karol Wojtyla, per il quale “lo sport è gioia di vivere, gioco, festa, e come tale va valorizzato e forse riscattato, oggi, dagli eccessi del tecnicismo e del professionismo”, come disse nel 1984.
Lo dimostra il ruolo determinante per la crescita e l’educazione dei ragazzi svolto dagli oratori parrocchiali, soprattutto nelle situazioni più disagiate. Rimettere al centro il primato della persona umana è la mission di Costantini che nel libro illustra le “cinque azioni che delineano il processo educativo tramite l’esperienza sportiva”.
Accogliere, innanzitutto, “sé stessi e gli altri”, in una prospettiva basata sulla gratuità dell’incontro verso il prossimo.
Poi orientare, “educando alle scelte”. Allenare, “alla pazienza e alla perseveranza, a saper vincere e a saper perdere”. Accompagnare, ovvero “quella vicinanza che è propria dell’amore”, per usare le parole di Benedetto XVI. Infine, dare speranza, “quella forza spirituale in costante tensione verso l’Assoluto”.
Società industriale e cultura di massa. Ma lo sport è anche cultura, “e non un bene culturale soggetto alle regole del mercato”, come tiene a precisare monsignor Melchor Sanchez, sottosegretario del Pontificio Consiglio della cultura. Secondo Costantini, lo sport “rappresenta un prodotto caratteristico della società industriale moderna, un aspetto fondamentale della cosiddetta cultura di massa”. Come direbbe il massmediologo Marshall McLuhan, “le visioni e le esperienze sociali di una generazione si possono trovare codificate nello sport. Vedete come gioca una generazione oggi e forse vi troverete il codice della sua cultura”. Educazione e cultura da una parte, doping e scommesse dall’altra: bisogna decidere oggi “in che squadra giocare”, per usare le parole di Papa Francesco. Perché “accanto a uno sport che aiuta la persona ve n’è un altro che la danneggia”, disse Giovanni Paolo II nel Giubileo del 2000.
“Una grande lezione, una continua e meravigliosa palestra di valori”, dice dello sport uno dei campioni più grandi, dentro e fuori dal campo, Alessandro Del Piero. Il libro di Costantini spegne per un attimo la tv e ci porta proprio all’interno di questa palestra.