FORCE – Si svolgerà in questo fine settimana, dal 5 al 7 agosto, la festa del Santissimo Crocifisso di Force. Abbiamo incontrato il parroco don Luca Rammella per saperne di più su questa festa molto sentita nella comunità di San Paolo Apostolo.

“Come ho avuto modo di appurare dal libro ‘Il Crocifisso di Force’ scritto dal giornalista Marco Corradi, – dichiara don Rammella – le prime notizie riguardanti il Santissimo Crocifisso risalgono agli anni ’30 del secolo XVI, quando una tremenda alluvione portò alla rottura degli argini del fiume Aso che, straripando, travolse sia la chiesa sia il monastero di San Salvatore, dove era conservato il Crocifisso. La forza delle acque fu tale che la chiesa venne distrutta, e il Crocifisso finì nel fiume Aso. Quando cadde in acqua, secondo la leggenda, avvenne una serie di eventi eccezionali: il Crocifisso non fu travolto e trascinato dal fiume ma, al contrario, iniziò a risalire la corrente, dirigendosi verso Force. Nessuno degli abitanti dei paesi vicini, giunti al monastero per prestare soccorso ai monaci, riuscì ad afferrarlo, mentre il recupero fu estremamente facile da parte degli abitanti di Force. Nel fiume, inoltre, il Santissimo Crocifisso era circondato da lumi che, pur galleggiando su acque turbinose, rimasero accesi. Il Crocifisso venne allora collocato nella nuova chiesa di San Salvatore, ricostruita in più piccole dimensioni. Successivamente, nel 1607, venne trasferito con solenne processione nella chiesa del monastero di San Paolo in paese e collocato sull’altare di San Giovanni Battista. Per quasi quattro secoli il Crocifisso è stato custodito in questo altare, protetto da una grata e coperto da un drappo rosso, come vuole un’antica tradizione per quei simulacri ritenuti miracolosi, particolarmente cari ai fedeli ed esposti solo in particolari festività. Oggi, a causa degli eventi del terremoto del 2016, il Crocifisso è conservato nella Chiesa di San Francesco d’Assisi.

“Dal punto di vista artistico, – prosegue don Luca – questo simulacro rappresenta un Cristo agonizzante ed è un’opera pregevole in legno policromo, espressione dell’arte locale risalente al sec. XVI. Va detto, però, che l’attuale assetto è molto diverso da quello che i Forcesi recuperarono nell’Aso nel Cinquecento. Infatti, all’inizio non c’erano i fregi, la corona gli angeli e il piedistallo attuali. Dopo il recupero, anche la croce sarebbe stata sostituita. Questi interventi risalgono ai secoli XVII – XVIII, quando furono realizzati anche i due candelabri lignei a tre braccia ai lati del piedistallo, quasi a memoria dell’antica leggenda dei lumi accesi attorno alla Croce nelle acque del fiume Aso. I due candelabri probabilmente sono stati tolti nei primi anni del Novecento, quando vennero sostituiti da lampadari elettrici in ferro battuto dorato.”

Negli anni – spiega don Rammella – molte sono le testimonianze di fede e i racconti di miracoli riguardanti il Santissimo Crocifisso, così come numerose sono anche le cerimonie e i tridui che venivano celebrati per richiedere la sua particolare intercessione o per rendere grazie dei miracoli ricevuti. Considerevole è anche il numero degli ex-voto che vennero donati tra il 1883 e il 1885; si tratta di una discreta quantità di panni, tessuti, fazzoletti, vesti e sete. Dal verbale di un Capitolo della Collegiata, convocato il 6 ottobre 1856, troviamo all’ordine del giorno la proposta rivolta alla Santa Sede affinché istituisca nella città e nel circondario forcese un giorno di digiuno: il sabato che precede il giorno della Festa del Santissimo Crocifisso. Questa iniziativa venne intrapresa affinché tutti ricordassero la liberazione dalla peste, avvenuta proprio per intercessione del Santissimo Crocifisso. Questa proposta venne approvata dal Capitolo per acclamazione. Anche nell’immediato dopoguerra pervennero numerosi ex-voto di fanti, alpini, aviatori, soldati semplici e graduati, forcesi e non, che rendevano grazie per la particolare protezione ricevuta. Altri ex-voto consistono per lo più in spille, anelli e orecchini, portate in dono dalle donne che, nel periodo bellico avevano condotto un’altra non meno difficile guerra contro la povertà e la fame, per dare sostegno alle famiglie composte, per lo più, da bambini ed anziani. Tra le antiche usanze, che testimoniano la fede e la devozione dei forcesi nei confronti del Santissimo Crocifisso vi è anche il particolare rito del Battesimo che si svolgeva a Force: il neonato, dopo il lavacro battesimale, veniva offerto al Santissimo Crocifisso, deponendolo per alcuni istanti sull’altare a lui consacrato.”

Questo è il programma della festa. – conclude don Rammella – Due sono gli appuntamenti di venerdì 5 agosto: alle ore 17:00 verrà celebrata la Santa Messa e alle ore 21:00 ci sarà una Celebrazione Penitenziale. Sabato 6 agosto, alle ore 16:00, è prevista l’Adorazione del Santissimo Sacramento con meditazioni e, a seguire, alle ore 17:00, si celebrerà la Santa Messa durante la quale avverrà l’Unzione degli Infermi. Ci tengo a sottolineare che l’Unzione degli Infermi è un sacramento di guarigione da ricevere con fede. Raccomando quindi la partecipazione agli anziani e ai malati che possono venire in Chiesa. Infine domenica 7 agosto la Messa delle ore 9:30 non verrà celebrata. L’appuntamento per tutti è alle ore 17:00 per la Santa Messa solenne, al termine della quale il Santissimo Crocifisso verrà condotto in processione per le vie del paese.”

Ecco in sintesi il programma delle celebrazioni.

Venerdì 5 agosto:
Ore 17,00: Santa Messa
Ore 21,00: Celebrazione Penitenziale

Sabato 6 agosto:
Ore 16,00: Adorazione del Santissimo Sacramento e meditazioni
Ore 17,00: Santa Messa e Unzione degli Infermi

Domenica 7 agosto:
Ore 17,00: Santa Messa solenne
A seguire: Processione per le vie del paese con il Santissimo Crocifisso

Entra a far parte della Community de L'Ancora (clicca qui) attraverso la quale potrai ricevere le notizie più importanti ed essere aggiornati, in tempo reale, sui prossimi appuntamenti che ti aspettano in Diocesi.

1 commento

  • Gemma Testa
    06/08/2022 alle 15:22

    Don, alla fine dell'intervista potevi anche citare che durante le sere della festa era possibile gustare le penne al tartufo. Una domanda : quest'anno nessun predicatore?

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *