Nei primi sei mesi del 2022 in Iran sono state messe a morte almeno 251 persone. Lo rende noto il Centro Abdorrahman Boroumand per i diritti umani e Amnesty international, denunciando che di questo passo, il totale delle esecuzioni del 2021, 314, sarà superato ben presto. La maggior parte delle esecuzioni del primo semestre del 2022, 146, hanno riguardato il reato di omicidio. Come già ampiamente documentato in passato, le condanne a morte sono state eseguite al termine di processi gravemente irregolari, “in cui vengono di norma utilizzate come prove ‘confessioni’ estorte con la tortura”. Almeno 86 prigionieri sono stati messi a morte per reati di droga per i quali, secondo il diritto internazionale, non dovrebbe essere inflitta la pena capitale. “Nei primi sei mesi del 2022 le autorità iraniane hanno eseguito in media almeno una condanna a morte al giorno. Questa macchina della morte statale mette in atto un abominevole assalto al diritto alla vita. Si rischia di tornare al 2015, quando vi fu un’altra scioccante ondata di esecuzioni”, ha dichiarato Diana Eltahawy, vicedirettrice di Amnesty international per il Medio Oriente e l’Africa del Nord. “Questa nuova crescita delle esecuzioni, comprese quelle in pubblico, mostra ancora una volta quanto l’Iran non stia al passo col resto del mondo, dove 144 Stati hanno abolito nelle leggi o nella prassi la pena di morte. Chiediamo all’Iran di istituire immediatamente una moratoria sulle esecuzioni in vista della completa abolizione della pena capitale”, ha aggiunto Roya Boroumand, direttrice generale del Centro Abdorrahman Boroumand, un’organizzazione iraniana per i diritti umani. Il numero reale è probabile che sia più alto, data la segretezza che circonda la pena di morte in Iran. Già il numero delle esecuzioni del 2021 era stato il più alto registrato dal 2017. Nel 2022 sono anche riprese le esecuzioni in pubblico: almeno una, ma altri due prigionieri sono stati condannati a essere messi a morte in pubblico. La legislazione iraniana prevede la pena di morte per numerosi reati, compresi quelli di natura finanziaria, lo stupro e la rapina a mano armata. Atti protetti dal diritto internazionale dei diritti umani come le relazioni omosessuali tra persone adulte e consenzienti, le relazioni extraconiugali e i discorsi ritenuti “offensivi nei confronti del profeta dell’Islam”, così come reati descritti come “inimicizia contro Dio” e “diffusione della corruzione sulla terra”, possono essere puniti con la pena capitale.

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