Don Giovanni Berti (Foto Gioba.it)

Quando nasce la Chiesa? Una domanda che può sorgere scorrendo le pagine del libro “Le vignette del Signore sono infinite. La storia della Chiesa disegnata con il sorriso” (Ed. Ancora), nel quale don Giovanni Berti (noto come Gioba, parroco a Moniga del Garda in diocesi di Verona) raccoglie una serie di nuovi disegni che illustrano le vicende della comunità cristiana dal martirio di Stefano al Sinodo sulla sinodalità, oltre a un capitolo a sé stante sulla Chiesa nel tempo del coronavirus.

Il volume è realizzato assieme a Lorenzo Galliani, con un sodalizio che ha già portato alla pubblicazione di due volumi di successo: “Nella vignetta del Signore” e “Nella vignetta del Signore 2”.
Ogni pagina contiene una vignetta accompagnata da un testo. Il tutto è preceduto da un’intervista di Galliani a Gioba. Dunque, alla prima domanda, posta dal giornalista, “quando nasce la Chiesa?”, il sacerdote-disegnatore afferma: “si dice che la Chiesa nasca con la Pentecoste, quando con la discesa dello spirito sugli apostoli si compie il mistero Pasquale. Ma io dico che la Chiesa nasce, rinasce, ogni volta che qualcuno diventa cristiano”.
Quando ti sei sentito per la prima volta parte della Chiesa? “È una consapevolezza che sto acquistando ancora oggi attraverso lo studio della Parola, anche facendo il prete”.
Da tempo – insiste Galliani – si sta affermando il “Dio sì, Chiesa no”… Gioba riprende la parola: “la Chiesa ha il compito di portarci non a se stessa ma a Cristo. Con tutte le critiche che posso fare alla Chiesa, devo dire che se arrivo al Vangelo e a quello che Gesù ci ha mostrato è grazie alla Chiesa”. Volerne fare a meno sarebbe come tagliare il ramo sul quale si è seduti”.
Se Gioba avesse la macchina del tempo, in quale momento della storia della Chiesa vorrebbe andare? “Viaggiare nel tempo – riprende don Berti – è il mio sogno. Andrei in tutte le epoche. Vorrei incontrare Gesù, ma è una risposta troppo scontata, vero? Però lo vorrei incontrare quando predicava, per conoscerlo come ci viene raccontato dai Vangeli”.
Come immagini – incalza il giornalista e coautore – la Chiesa tra 50 anni? “Il Vangelo è un seme che cresce. Magari sarà non come adesso, ma libera da sovrastrutture che l’hanno appesantita. Saremo costretti a buttare via ciò che è superfluo”.

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