DIOCESI – Presso il Santuario dell’Adorazione dei Padri Sacramentini si celebra la Solennità Corpus Domini 2022. In particolare la Congregazione dei Padri Sacramentini organizza, da mercoledì 15 a domenica 19 giugno, delle Giornate di riflessione sul tema “Eucarestia e sinodalità” con Padre Florenzo Salvi.

Il programma sarà così articolato:
mercoledì 15 giugno alle 21.00 incontro “Eucaristia e sinodalità” rivolto agli operatori pastorali e referenti sinodali, mentre giovedì 16 si terrà la Giornata sacerdotale a partire dalle 10 con “Recita ora media” per proseguire con una momento di riflessione su “Eucaristia e sinodalità” e pranzo di fraternità. Sempre giovedì, ma alle 21, si terrà la Concelebrazione eucaristica in Cattedrale. A seguire Processione eucaristica per le vie della città, così come previsto dal percorso: Cattedrale, via Pizzi, via Gramsci, via U. Bassi, via Crispi, Chiesa Padri Sacramentini. Venerdì 17 giugno dalle 21 alle 22 si terrà l’Adorazione Eucaristica e preghiera dal tema “Dall’Eucaristia la forza di camminare insieme per la pace”.

Domenica 19 giugno termineranno le Giornate di riflessione con la Concelebrazione eucaristica, alle 18.30, presieduta dal Vescovo S. Ecc. Mons. Carlo Bresciani.

Ripercorriamo dunque la storia di questa solennità, tra le più sentite a livello popolare. Il significato, Corpus Domini, ovvero Corpo del Signore, richiama la presenza reale di Cristo nell’Eucaristia, e in gran parte delle diocesi la sua celebrazione si accompagna a processioni, rappresentazione visiva di Gesù che percorre le strade dell’uomo. Le origini risalgono al XIII secolo, a Liegi in Belgio quando il vescovo assecondò la richiesta di una religiosa che voleva celebrare il Sacramento del corpo e sangue di Cristo al di fuori della Settimana Santa. Dunque le radici della festa vanno ricercate nella Gallia belgica e nelle rivelazioni della beata Giuliana di Retìne, priora nel Monastero di Monte Cornelio presso Liegi che nel 1208 ebbe una visione mistica in cui una candida luna si presentava in ombra da un lato. Un’immagine che rappresentava la Chiesa del suo tempo, che ancora mancava di una solennità in onore del Santissimo Sacramento. Fu così che il direttore spirituale della beata, il canonico Giovanni di Lausanne, supportato dal giudizio positivo di numerosi teologi presentò al vescovo la richiesta di introdurre una festa diocesi in onore del Corpus Domini. Il via libera arrivò nel 1246 con la data della festa fissata per il giovedì dopo l’ottava della Trinità.

Per quanto riguarda l’estensione della solennità a tutta la Chiesa questa risale a papa Urbano IV, con la bolla Transiturus dell’11 agosto 1264. Mentre nell’anno precedente ci fu il miracolo eucaristico di Bolsena, nel Viterbese. Qui un sacerdote boemo, in pellegrinaggio verso Roma, mentre celebrava Messa, allo spezzare l’Ostia consacrata, fu attraversato dal dubbio della presenza reale di Cristo. In risposta alle sue perplessità, dall’Ostia uscirono allora alcune gocce di sangue che macchiarono il bianco corporale di lino, conservato nel Duomo di Orvieto, e alcune pietre dell’altare ancora oggi custodite nella basilica di Santa Cristina. Nell’estendere la solennità a tutta la Chiesa cattolica, Urbano IV scelse come collocazione il giovedì successivo alla prima domenica dopo Pentecoste (60 giorni dopo Pasqua). In seguito Papa Urbano IV incaricò il teologo domenicano Tommaso d’Aquino di comporre l’officio della solennità e della Messa del Corpus et Sanguis Domini. Siamo nel 1264, quando san Tommaso risiedeva, come il Pontefice, sull’etrusca città rupestre di Orvieto nel convento di San Domenico, il primo ad essere dedicato al santo iberico. Il Doctor Angelicus insegnava teologia nello studium, ovvero l’università dell’epoca, orvietano e ancora oggi presso San Domenico si conserva ancora la cattedra dell’Aquinate e il Crocifisso ligneo che gli parlò. Tradizione vuole infatti che proprio per la profondità e completezza teologica dell’officio composto per il Corpus Domini, Gesù – attraverso quel Crocifisso – abbia detto al suo prediletto teologo: “Bene scripsisti de me, Thoma”. L’inno principale del Corpus Domini, cantato nella processione e nei Vespri, è il “Pange lingua” scritto e pensato da Tommaso d’Aquino.

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