Foto di Pasquele Tucci Presidente del Gruppo Archeologico Medio Adriatico

DIOCESI – Nel nostro territorio piceno esisteva anticamente una diocesi oggi scomparsa: Truentum. Oggi esiste il vescovo di Truentum, l’ultimo nominato addirittura lo scorso anno 2021, ma la diocesi non esiste più. A

llora come è possibile? Perché? Come mai? Vediamo di fare chiarezza su questo “mistake” direbbero gli inglesi, per noi, semplicemente : “pasticcio, mistero”. Nel nostro territorio esisteva una antichissima diocesi addirittura paleocristiana, denominata, appunto “ Diocesis Truentina”.

Aveva il titolo della nota città romana “Truentum”, sita nei pressi dell’odierna Martinsicuro (TE) , cittadina abruzzese. Truentum era dal III secolo una colonia romana, insediata alla foce del Tronto. Con i secoli si era persa l’esatta ubicazione, i sambenedettesi la collocavano presso San Benedetto del Tronto, ma un sacerdote appassionato di archeologia, Don Vincenzo Galiè già nel 1984, avvalendosi di studi d’archivio e topografia antichistica, a sorpresa la collocò presso la località “Case Feriozzi” di Martinsicuro, attirandosi lo scherno di molti studiosi che propendevano per la collocazione sambenedettese. Durante gli scavi per un gasdotto, nel 1992 riemersero antiche vestigia con paramenti murari e addirittura una epigrafe con la scritta “Truentinum” proprio presso “Case Feriozzi”, cosicchè la tesi del Galiè, ora scomparso, ebbe successo e conferma di veridicità.

Quelli che riemersero durante gli scavi della soprintendenza furono i magazzini del porto di Truentum, mentre l’assetto urbano con ogni probabilità doveva sorgere nei pressi della cosiddetta “Torre di Carlo V”, più a monte. La città fu gradualmente abbandonata a partire dal VI secolo d.C. Ed eccoci al dunque, fu sede vescovile in epoca paleocristiana fino al V secolo, quando il suo Vescovo Vitale fu..stiamo bene attenti – scomunicato da papa Felice III !

A Truentum si insediarono i Longobardi dopo il 580. In seguito e ovviamente gradualmente, la popolazione si spostò in un luogo più sicuro, come Colonnella.

Ma torniamo al mistero del Vescovo Vitale poi scomunicato. Nel 483 d.C. fu inviato come ambasciatore con un altro vescovo a Costantinopoli ( l’odierna Istambul in Turchia) da papa Felice III . Motivo politico di questa operazione era di risolvere l’occupazione illegale del patriarcato d’Alessandria, che era un avamposto della chiesa cristiana in Egitto, da parte di un auto-insediato patriarca-papa, ossia Pietro III, detto anche Pietro Mongo, una sorta di “antipapa” per noi cristiani cattolici.

Pare che il vescovo Vitale e il suo confratello Miseno anziché risolvere la questione, strinsero rapporti con l’antipapa. Giunta notizia alle orecchie del papa romano Felice II, al loro ritorno in patria, nel 495, i due vescovi “ribelli” vennero scomunicati, anche ovviamente deposti dalle loro rispettive sedi vescovili. Sappiamo che dopo 10 anni dalla scomunica, nel 495, l’ex vescovo di Truentum Vitale era morto. Nel frattempo un nuovo papa ufficiale, Gelasio I , istituì un Concilio, al quale partecipò il vescovo Miseno, che era nel frattempo stato riabilitato e reintegrato in Santa Romana Chiesa.

Dalla scomunica dell’ex vescovo Vitale non si hanno più notizie della diocesi di Truentum, se non molti molti secoli dopo, nel 1966, quando pur soppressa territorialmente, viene recuperato il titolo e il 20 marzo del 2021 ne viene addirittura nominato vescovo Benoni Ambarus (Somusca, Romania,1974) che in realtà esercita il suo ministero come vescovo ausiliare di Roma pur essendo appunto nominalmente titolato come “ Vescovo di Tronto”.

Secondo lo storico Don Vincenzo Catani, l’antica diocesi di Tronto aveva certamente almeno quattro Pievi, cioè battisteri o fonti battesimali dove venivano battezzati i catecumeni, cioè gli adulti convertiti al cristianesimo: San Donato a Monteprandone, la Pieve di San Cipriano (oggi riassorbita nell’omonima parrocchia di Colonnella), la Pieve in Albula a San Benedetto Martire presso San Benedetto del Tronto, infine la Pieve adiacente a “La Civita”, cioè San Basso presso Cupra Marittima.

A questo punto rivolgiamo una domanda a chi ne sa più di noi: nell’antica chiesa di San Martino al Tesino, ex abbazia benedettina (?) risalente al IX-X secolo, vi è un fonte battesimale ad immersione..Purtroppo pur nominando “Pieve” la chiesa in questione lo storico Giuseppe Speranza, che scrive sul cadere dell’800, non rivelò mai dove avrebbe attinto alla notizia, ossia in quale documento, che peraltro molti studiosi hanno cercato, da Tersilio Leggio, massimo esperto vivente del monachesimo occidentale , a Vincenzo Galiè, a tanti altri, purtroppo senza fortuna. Sappiamo però che con l’incastellamento, troviamo a Grottammare la Pieve di San Giovanni Battista. Secondo Don Galiè la Pieve primitiva era a  San Martino, originariamente intitolata a San Giovanni, poi traslata a San Giovanni Battista al paese alto di Grottammare. La dedicazione sostitutiva a San Martino sarebbe avvenuta dopo il 568, ossia dopo l’arrivo dei Longobardi. Dunque  ci chiediamo ancora una volta: anche quest’ultima Pieve di San Giovanni Battista apparteneva alla diocesi di Tronto? Oppure è successiva?

I tempi che stiamo cercando di ricostruire sono così lontani e confusi che di certo non è semplice ricomporre le tessere del puzzle, ma qualcuno di essi è stato intanto collocato. Certamente l’attuale nostra diocesi di San Benedetto del Tronto-Ripatransone-Montalto in un certo qual modo ha riassorbito la scomparsa diocesi di Tronto o Truentum, infatti per definire la nostra diocesi spesso si dice : “La Diocesi Truentina”.

Una ultima curiosità : il nome Truentum com’è intuibile deriverebbe dal fiume Tronto, in antico “Droentinum”, uno dei principali fiumi della Regione Picena, secondo altri detto : “Triuntum”. L’etimologia o meglio: l’ “idronimo” deriverebbe da “Corrente impetuosa”, da “truo-as-truans-antis” : correre, dal sanscrito /greco: correre, versare e da “dromos” (greco): corsa. Il nome originario sarebbe stato “Duranti” o “Druentia”, in altre parole l’idronimo Tronto significherebbe : corrente impetuosa, travolgente. In effetti in dialetto si dice : “ Trunde”, molto simile musicalmente  a : ”Druentia”.

Quanto alla città di Truentum, pare fondata dai Liburni, un antico popolo italico marittimo proveniente dall’Adriatico settentrionale, forse provenienti dalla Dalmazia, occupanti le marche pesaresi fino all’Abruzzo.

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