DIOCESI – Prosegue il nostro viaggio per conoscere gli Uffici Pastorali della Diocesi. Questa settimana abbiamo sentito don Roberto Melone a capo dell’Ufficio Salute della Diocesi di San Benedetto del Tronto – Ripatransone – Montalto Marche.

Quando prende vita l’Ufficio Salute?
L’Ufficio Salute trae origine dall’insegnamento evangelico di Gesù relativamente al suo Ministero pubblico che è sempre stato caratterizzato da due azioni: la cura delle anime attraverso la predicazione e la cura dei corpi attraverso le guarigioni. Del resto sono numerosi gli episodi che ci rimandano a questo. La preoccupazione della Chiesa è quella di portare laddove c’è sofferenza e fragilità la presenza incarnata del Signore.

A chi vi rivolgete come Ufficio Salute?
Ci rivolgiamo non solo ai malati, ma anche ai sani a coloro che vivono nella fragilità e nell’emarginazione, promuovendo i valori della vita e della salute. I referenti della pastorale della Salute, ovvero i destinatari e allo stesso tempo i protagonisti, sono sia i malati con le loro famiglie e sia gli operatori. Siamo a loro vicini attraverso le iniziative della Chiesa, è ciò che permette una sorta di pastorale e formazione.

Nel territorio della Diocesi quando avete iniziato ad essere operativi?
Abbiamo cominciato a muovere i primi passi come Ufficio Salute qualche anno fa, certo è che la pandemia in qualche modo ci ha ostacolato, soprattutto nei casi in cui si richiedeva la vicinanza. Da qualche tempo i cappellani hanno ripreso le loro attività negli ospedali, sempre con gradualità e nel rispetto delle varie normative vigenti. Pertanto come Diocesi abbiamo sempre proseguito con l’iniziativa la Giornata del malato, sia a livello celebrativo che divulgativo. La celebrazione in cattedrale con la presenza dei malati dell’Unitalsi, ma non solo, e quando questo non è stato possibile in presenza a causa della pandemia, c’è stata comunque una divulgazione, condivisione e promozione dell’iniziativa.

Quali sono i progetti che avete in cantiere?
A breve tempo pensiamo di ricostituire una equipe di lavoro, formata da medici cattolici, cappellani ospedalieri, qualche membro della Caritas, infermieri e operatori sanitari. Per dare slancio e aiuto alle comunità promuoveremo, nei prossimi mesi un primo convegno incentrato sul senso del dolore, ma attraverso le arti. E poi lavoreremo anche a dei percorsi di formazione focalizzati sulla spiritualità come cura e la cura della spiritualità. Proseguiremo con la celebrazione della Giornata mondiale del Malato e poi saremo sempre attenti alle proposte nazionali e ci accorderemo anche con la pastorale della Salute regionale.

 

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