All’unanimità, con 401 voti favorevoli e nessun contrario o astenuto, la Duma di Stato russa ha approvato la legge che introduce sanzioni per “la diffusione di informazioni false sulle operazioni delle forze russe, il discredito delle forze armate russe e chiede sanzioni anti-russe”.

Rischia fino a 15 anni di detenzione chi scrive o parla male della guerra. Oggi la legge passa al Consiglio della Federazione e poi alla firma del presidente Putin, per entrare con tutta probabilità in vigore già domani. “Il pericolo del lavoro giornalistico aumenterà, ma non tanto: il campo dell’informazione è già completamente minato”, scrive in un editoriale oggi la Novaya Gazeta, una delle poche testate indipendenti rimaste ancora visibili in Russia. Una dopo l’altra l’ente statale per il controllo sui media Roskomnadzor, sta chiudendo infatti siti e canali di informazione indipendente sul territorio della Federazione: l’ultima in ordine di tempo è la testata Meduza, insieme a Radio Liberty. Anche il servizio Bbc in russo non è più visibile nel Paese. Le misure derivano dall’aver infranto gli ordini di scrivere sulla guerra in Ucraina senza usare come unico riferimento le fonti ufficiali russe e dall’aver parlato di guerra e non di una “operazione militare speciale”. In un duro editoriale contro la censura, Ovd-Info chiede ai social network di non diventare anch’essi censori obbedendo all’invito del Roskomnadzor di chiudere le pagine di una lunga serie di testate.

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