GROTTAMMARE – L’associazione culturale grottammarese, Blow Up, aderente alla Federazione Italiana Cineforum, fondata il 18 settembre del 1995 da Sergio Vallorani, attuale presidente, mentre è vicepresidente Fabrizio Leone, continua a proporre e realizzare rassegne cinematografiche, concerti, conferenze, seminari, eventi multimediali e corsi.

Presidente Vallorani, quando e perché ha sentito l’esigenza di fondare questa associazione?

Ho fondato l’associazione culturale Blow Up insieme ad alcuni amici e conoscenti, avevamo in comune la passione per le arti. Insomma eravamo un gruppo estremamente eterogeneo, per età, sesso, interessi, orientamento politico, posizione sociale, formazione. Ma ad accomunare tutti noi c’era la voglia di metterci in gioco nell’ambito territoriale, con un modo di fare cultura strettamente legato all’impegno sociale e all’idea di offrire la cultura partendo dal basso.  Era settembre del 1995, avevo ventuno anni, e frequentavo il secondo anno universitario. Insomma vivevo tra Macerata ed Offida. Lavoravo e allo stesso tempo studiavo da circa sei anni, con i soldi che guadagnavo compravo libri, dischi, film in vhs, giornali e riviste. Ma concedendomi anche diversi viaggi in macchina e in treno per l’Italia e l’Europa.

Che clima si respirava in quel periodo?
Erano gli anni in cui percepivamo, con disagio e preoccupazione, certe mutazioni socio-culturali, per non dire antropologiche, che poi ci avrebbero spinto a fondare Blow Up. Combattere il qualunquismo, la commercializzazione e la banalizzazione di tutto ciò che ci circonda, il cinismo, l’avere piuttosto che l’essere, l’idea che il denaro e il successo siano tutto, l’apparire e l’ostentare: è stato fin da subito uno degli obiettivi dell’associazione.  Questo era il nostro modo di combattere dalla parte della cultura. A rendere estremamente attiva l’associazione in tutti questi anni siano state una serie di queste cose, messe insieme e sapientemente mescolate dal tempo e dalle circostanze.

Lei parla di una battaglia culturale, perché?
La nostra è stata una battaglia culturale contro certe tendenze che, dai primi anni Novanta ad oggi, hanno cambiato quasi totalmente “la pelle” della società. Il contesto istituzionale è sempre legato indissolubilmente ai mutamenti della società. Quello in cui ci siamo ritrovati ad operare non sfugge a questa regola. Abbiamo lavorato e continuiamo a lavorare, con numerosissime istituzioni ed enti, Regioni, Province, Comuni, cooperative sociali, scuole di ogni ordine e grado, istituti penitenziari, università, centri di aggregazione giovanile, centri sociali, aziende private senza pregiudizio politico alcuno, certi che la cultura debba sempre essere al di sopra delle ideologie e delle posizioni politiche. Ci siamo trovati sempre molto bene, ad esempio, a lavorare con le istituzioni a Grottammare, la città in cui la nostra associazione ha sede, ma in generale mi sentirei di dire che il modello trionfante dell’inautenticità e dell’apparire a tutti i costi perfetti pur senza esserlo, ci ha costretto a vestire a volte abiti un po’ stretti, sia a noi che ai nostri referenti istituzionali.

Tra gli importanti progetti che avete realizzato anche quello della Mediatica a Grottammare
Esatto, nei primi mesi del 2020 abbiamo letteralmente salvato l’archivio audiovisivo che per 10 anni, dal 2009 al 2018, ha costituito la Mediateca Comunale della città di Grottammare; una ricchezza composta da circa 16000 titoli in DVD e migliaia di VHS, proprietà di Gabriele Brancatelli mitico collezionista di film e gestore della Videoteca Night&day di San Benedetto del Tronto, scomparso purtroppo nell’estate del 2020. Al suo interno possiamo trovare: film non più in distribuzione, opere teatrali, opere liriche, concerti, format televisivi, quasi tutto il cinema d’autore dalle origini ai primi anni Duemila, film del cinema muto e del cinema d’autore di tutti i tempi. L’archivio ha per Grottammare, e per tutto il territorio Piceno, un valore culturale inestimabile, ed è per questo che nel corso del 2020 lo abbiamo acquisito da un privato.

Tanti anni di attività ed esperienze per Blow Up. Un aneddoto?
Era il 1997, nel corso di una rassegna che si svolgeva ad Ancarano intitolata “Ancarano Cabriolet” proiettammo in pellicola 16 mm, uno dei primissimi film dell’allora giovane cineasta indipendente Silvio Soldini dal titolo “Paesaggio con figure” del 1983. Un film “non narrativo”, quasi astratto, con una trama volutamente molto debole, con un inizio apparentemente privo dei titoli di testa. Poi alla fine della bobina, dopo circa mezz’ora di film i titoli di coda capimmo, insieme al pubblico molto numeroso accorso in piazza, che chi lo aveva proiettato prima di noi aveva invertito le bobine nelle pizze riponendo il secondo tempo nella 1 e il primo tempo nella 2. Certo è che la mancanza di trama non aiutò a capirlo subito. Insomma alla fine della proiezione dei tempi invertiti fu un simpatico spunto di un dibattito sul film col pubblico.

Cosa si aspetta da Blow Up per il futuro?
Sicuramente c’è la voglia di continuare, come facciamo da sempre, a proporre iniziative valide, percorsi e progetti impegnativi ma anche stimolanti e godibili, con uno sguardo rivolto sia all’estetica che al sociale, sia al piacere della convivialità e del gusto che all’impegno sociale e civile. Contiamo sulle persone che ci appoggeranno e ci seguiranno, poche o tante che siano, nel desiderio di incontrarle e di metterci a loro disposizione. Per quest’anno la grande novità, già parzialmente sperimentata nella scorsa edizione, è la conduzione degli incontri integralmente affidata a studenti che hanno già partecipato come relatori e relatrici nelle manifestazioni precedenti e che ora, da universitari, tornano ad arricchire i percorsi de “La visione e l’enigma” coordinando i lavori.

 

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