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Il protagonismo conteso ai giovani

Andrea Casavecchia

Durante il consueto discorso di fine anno, l’ultimo del suo settennato, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha invitato i giovani ad andare avanti: “non fermatevi, non scoraggiatevi, prendetevi il vostro futuro perché soltanto così lo donerete alla società”. Quando il presidente ha indirizzato lo sguardo verso il futuro del nostro Paese l’occhio si è rivolto alle nuove generazioni, alla loro forza, alla loro capacità propositiva e alle loro difficoltà di emergere nella nostra società: “i giovani sono portatori della loro originalità, della loro libertà. Sono diversi da chi li ha preceduti. E chiedono che il testimone non venga negato alle loro mani”.

Lo verifichiamo continuamente quando si osserva la loro presenza nel mondo del lavoro. Nonostante ci sia stata una ripresa delle attività produttive le nuove generazioni continuano a essere svantaggiate. Per il Censis – come rileva nel suo recente Rapporto annuale – il mercato è sclerotizzato. I maggiori tassi di disoccupazione si trovano nella popolazione giovanile, la retribuzione dei giovani è del 30% inferiore a quella della media e del 48% rispetto a quanti hanno superato i 54 anni d’età.

A questi dati si aggiungono poi le situazioni irregolari. L’inserimento lavorativo è caratterizzato da tanti trappole e ricatti: contratti di formazione, utilizzati per risparmiare e non per insegnare un mestiere, richieste di orari più ampi di quelli concordati, mancanza del rispetto dei tempi di riposo o del diritto alle ferie, fino ad arrivare al lavoro totalmente in nero. Purtroppo i giovani si adattano con la speranza di poter acquisire esperienza da rigiocarsi con la prossima attività, e specialmente i meno qualificati rimangono invischiati in quel mondo pieno di ombre. Gli altri avviano di precarietà che lentamente li porterà verso un’autonomia e una garanzia di stabilità.

Il protagonismo dei giovani è minacciato da questa debolezza: da un lato la difficoltà di prevedere il proprio futuro porta a rimandare le scelte di vita: costruire una vita di coppia, diventare genitori sono scelte che inizialmente si spostano sempre più in là nell’età per poi abbandonarle; dall’altro lato la precarietà e lo sfruttamento finiscono per sterilizzare l’apporto innovativo che la creatività e la freschezza dei giovani potrebbe portare nell’ambiente lavorativo, nei processi di produzione, nella proposta dei prodotti.