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Chiara, 27 anni, volontaria del Centro di Solidarietà: “Fare del bene agli altri riempie di gioia e ti permette di conoscere nuove persone”

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Chiara Santomo, 27 anni, è tra i giovani volontari dall’associazione di volontariato “Centro di Solidarietà”, che ha sede in via Gronchi a Porto d’Ascoli, presieduta da Gianluca Pasqualini.

Chiara lei lavora come educatrice presso l’asilo nido Agribimbo Oasi la Valle a Pagliare, e nel tempo libero si dedica a questa associazione. Come mai?
Sono volontaria del Centro da quando è nato, praticamente sono cresciuta con lui. L’associazione è stata creata da mia madre insieme a tante altre persone nel 1995, per poi costituirsi un paio d’anni dopo. Essendo nata nel 1994 non ho potuto attivarmi subito, ma grazie ai miei genitori in casa ho sempre respirato l’aria del volontariato, del donarsi agli altri senza ricevere materialmente nulla in cambio. La mia famiglia è sempre stata aperta all’altro, ricevendo ogni volta un’immensa gioia e tanto amore; e io non potevo intraprendere strada diversa.

Quali sono le attività portate avanti dall’associazione di volontariato?
Il Centro organizza numerose iniziative e attività volte a dare sostegno e aiuto alle persone in difficoltà economica tra le quali: sostenere i bambini nei compiti pomeridiani tre volte a settimana, consegnare pacchi alimentari una volta al mese e l’organizzazione del pranzo di Natale presso la parrocchia Santissima Annunziata a Porto d’Ascoli. Infatti nella giornata del 24 dicembre scorso, nel piazzale dell’oratorio, sono stati distribuiti 500 pasti tra: antipasto, primo, secondo e dolce che le famiglie più bisognose hanno potuto consumare il giorno dopo a casa. Qualche tempo fa riuscivo ad essere presente anche nelle attività pomeridiane con i bambini, ma poi l’università, il lavoro non me lo hanno più permesso. In particolare prima dell’emergenza sanitaria, tra le altre cose, mi occupavo del Banco alimentare ovvero della distribuzione gratuita di alimenti a lunga conservazione, una volta al mese, a nuclei familiari in difficoltà economica. Purtroppo si tratta di un piccolissimo aiuto, perché viene effettuato con scadenza mensile, ma che comunque dona un po’ di sollievo.

Lei da circa 15 anni trascorre il Natale con i volontari dell’associazione.
Esattamente. Un Natale diverso, stancante, ma che trasmette un’emozione forte, indescrivibile. Il giorno di Natale per tutti noi significa famiglia, piatti caldi e fumanti, e pensare che c’è chi è solo, al freddo e senza cibo è davvero triste.  Sono 15 anni che il “Centro di Solidarietà”, nella chiesa Santissima Annunziata toglie i banchi e apparecchia come se fosse la sala di un ristorante, con piatti di coccio, bicchieri di vetro e posate d’acciaio. Noi ragazzi diventiamo tutti camerieri con camicia bianca e papillon rosso e poi  ci sono tante persone che si occupano di lavare le stoviglie e sporzionare i piatti.  Una giornata semplicemente meravigliosa, dove si incrociano sguardi, nascono nuove amicizie e si respira la vera aria del Natale. Anche questa attività a causa della pandemia è stata sospesa, in questo modo, ma cerchiamo di essere comunque attivi alla vigilia di Natale con l’asporto. Il nostro auspicio è di poter tornare presto alla normalità.

Qual è l’attività di volontariato che la emoziona di più?
L’attività che maggiormente mi piace svolgere è sicuramente quella inerente l’organizzazione e preparazione del pranzo di Natale, per l’atmosfera che si vive.  Ma amo mensilmente prendere parte al Banco alimentare perché lì tocchi con mano le vere difficoltà, la preoccupazione delle famiglie con 5, 6 figli di non arrivare a fine mese, la paura di non riuscire ad avere l’acqua calda d’inverno. Questi episodi ogni volta mi stringono il cuore. Ci lamentiamo sempre per ogni cosa, vediamo l’aspetto negativo in tutto, facendone un problema. Ma le vere preoccupazioni della vista sono altre.

 

Che significato ha per lei il volontariato?
Essere volontariato arricchisce anima e corpo. Fare del bene agli altri riempie di gioia e ti permette di conoscere nuove persone, nuovi stili di vita, e questo ti porta ad avere una mente aperta verso tutto e tutti. Perché in fondo siamo tutti uguali, soprattutto davanti a Dio.