“Fuoco, speranza e servizio”. Sono le tre parole che, secondo Papa Francesco, possono rappresentare la “mistica” dell’Università Cattolica. Nella giornata di domenica 19 dicembre si è celebrato il 100° di fondazione dell’Ateneo e il Pontefice ha inviato un suo videomessaggio accolto dal rettore Franco Anelli, dall’arcivescovo di Milano, mons. Mario Delpini, che presiede l’Istituto Toniolo, dall’assistente mons. Claudio Giuliodori, da docenti, studenti e maestranze. “La prima è un’immagine: il fuoco, cioè la fiaccola che nella vostra Università è stata trasmessa di generazione in generazione. Gli anniversari – ha affermato Bergoglio – sono momenti adatti per fare memoria del passato. E guardando ai cento anni di vita dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, si riconosce una tradizione educativa importante, resa viva grazie alla dedizione di centinaia di uomini e donne e testimoniata da migliaia di laureati. L’educazione è una delle vie più efficaci per umanizzare il mondo della storia, e credo che la vostra Università custodisca nel suo mandato questo insegnamento. Ciò è possibile grazie alla valorizzazione – rinnovata attraverso le generazioni – del patrimonio culturale e spirituale che costituisce la sua identità. Un’identità chiara e immutata, che però non rifiuta, anzi rispetta e accoglie le sensibilità differenti, nella consapevolezza che è da un franco e rispettoso confronto con l’altro che si porta a fioritura la condizione umana”.
L’Università Cattolica ha una “storia illuminata dalla fede, che ridà unità all’universo della conoscenza e tesse l’unità delle persone che contribuiscono alla sua crescita: i professori, i dipendenti, gli studenti. E questo è il senso più profondo della parola ‘tradizione’. E come diceva Mahler: ‘non è la custodia delle ceneri del passato, ma la salvaguardia del futuro’”.
La seconda parola è speranza. “Oggi, questa idea di educazione è sfidata da una cultura individualista, che esalta l’io in opposizione al noi, promuove l’indifferenza, sminuisce il valore della solidarietà e mette in moto la cultura dello scarto. Chi educa, infatti, guarda al futuro con fiducia, e compie un’azione – quella educativa – che coinvolge diversi attori della società, in modo tale da offrire agli studenti una formazione integrale, frutto delle esperienze e delle sensibilità di molti”. Questa è, secondo il Papa, “in particolare la missione dei docenti, che sono i custodi creativi della tradizione, che è un tesoro”.
“L’educazione è anzitutto relazione: relazione tra docente e studente, e poi anche degli studenti tra loro. Una comunità di persone aperta alla realtà, all’Altro trascendente e agli altri, aperta a conoscere, a scoprire, a porre domande e cercare insieme risposte, risposte di oggi. Non spaventarsi di fare delle domande per cercare risposte. Una comunità aperta al mondo senza paure. Questo è speranza: scommettere sul futuro vincendo la naturale spinta che nasce dalle tante paure che rischiano di immobilizzarci, fissarci e chiuderci in un eterno e illusorio presente”.

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