DIOCESI – Lectio delle Sorelle Clarisse del monastero Santa Speranza di San Benedetto del Tronto.

Oggi è la quarta domenica di Avvento e siamo alle porte del Natale. Nella liturgia, che celebriamo in questa giornata, ci vengono presentati alcuni personaggi: nel Vangelo Maria, la Madre di Gesù, si reca a visitare Elisabetta, madre di Giovanni Battista; nella lettera agli Ebrei, la seconda lettura, incontriamo il Cristo obbediente alla volontà del Padre; nella prima lettura, dal profeta Michea, ci troviamo a Betlemme di Efrata, il luogo della nascita di Gesù; infine, il salmo responsoriale ci rende protagonisti nella supplica a Dio perché intervenga con la sua salvezza.
Il delicato incontro delle due madri mette in luce ciò che altrimenti sfuggirebbe ai nostri occhi: l’ambiente dell’incontro è pervaso dalla presenza dello Spirito Santo, è in Lui, infatti, che Elisabetta riconosce in Maria la Madre del Signore ed è sempre nello Spirito che i due Bambini, Gesù e Giovanni, si riconoscono dal grembo delle Madri. La loro danza, il sussultare, indica proprio questa dimensione e ce la indicano come il luogo naturale in cui l’ascolto e l’obbedienza alla Parola di Dio ci conducono ogni volta che siamo attenti a quanto lo Spirito dice. Maria ed Elisabetta sono la conferma, l’una per l’altra, di quello che opera Dio, che noi possiamo percepire solo se sappiamo alzare lo sguardo verso lo Spirito. In altre parole: abbiamo bisogno, a volte, di guardare oltre, di andare al di là dell’ovvio, dello scontato, del banale, e guardare nello Spirito quegli eventi, luoghi, persone, che diversamente non capiremmo e non saremmo in grado di interpretare. È il caso della piccolezza e insignificanza di Betlemme, la più piccola dei villaggi, che invece diventerà il centro del mondo, più grande di ogni altro luogo, perché è lì che nascerà il Signore, nel luogo più piccolo, in un bambino piccolo e da una famiglia piccola. Occhi nuovi, dunque, per capire che, nell’obbedienza alla Parola di Dio Padre, il Figlio Gesù prende un corpo, esattamente come il nostro, di carne, e si fa umanamente uomo. Dio è realmente un uomo, un bimbo che scalcia nel grembo di sua Madre.
Tutto questo lo possiamo comprendere solo se il nostro sguardo cambia prospettiva: parte dall’ascolto della Parola, crede nella fede e si incammina in un viaggio guidato dallo Spirito Santo. Maria giunge in una casa, trova Elisabetta e nel salutarla scopre il compiersi della Parola in cui ha creduto. Perciò… è Natale! È una nuova nascita! Per ciascuno di noi è lo svelarsi di un Dio che ascolta la nostra preghiera e viene ad abitare in mezzo a noi, con noi: Maranathà, Signore, vieni e visitaci con la tua Presenza! Donaci di sussultare di gioia alla tua venuta e diffondi nella nostra vita, anche negli angoli più oscuri, la tua Luce. Amen.

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